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L’allarme del ministro: «Discariche, in Sicilia autonomia di 6 mesi»

Di Mario Barresi |

«La situazione esistente nella Regione Siciliana continua a necessitare di misure straordinarie», ha detto Gian Luca Galletti ieri pomeriggio in commissione Ambiente al Senato, nonostante l’attività della Regione «abbia consentito di tamponare gli aspetti più gravi della situazione emergenziale». Qualche carota, ma soprattutto molte bastonate. A partire da un ultimatum che – se l’Isola avesse una classe dirigente responsabile e lungimirante – dovrebbe far paura: in Sicilia «la capacità residua di trattamento in discarica dei rifiuti, agli attuali livelli di smaltimento, garantisce l’autonomia regionale solo per 6 mesi e l’assenza di impianti di termovalorizzazione rende ancora più critica la situazione».

Sei mesi di tempo. E poi non ci sarà un’emergenza (la solita, visto che il ministro annota come «in Sicilia lo smaltimento dei rifiuti sia gestito in forma emergenziale dal 2009, in deroga a tutte le normative»), ma un disastro.

A proposito. «Nel maggio di quest’anno, con le discariche ormai sature, il presidente Rosario Crocetta – dice Galletti in commissione – ha chiesto una ulteriore proroga dei suoi poteri straordinari, per evitare il disastro. Il Ministero gliel’ha concessa, imponendogli però una serie di prescrizioni, sotto il controllo dell’Anac: riorganizzare il sistema regionale di gestione dei rifiuti, dare impulso alla differenziata, trattare gli indifferenziati secondo le norme europee».

E qui il ministro concede alla Regione la prima carota. Galletti dà atto alla giunta della Sicilia di aver cominciato a pre-trattare l’indifferenziato con impianti mobili e aver cominciato a realizzare gli impianti di Tmb, oltre ad aver presentato all’Ars un disegno di legge che ridisegna la governance in materia.

Ma poi usa, più volte, il bastone. Affermando che «complessivamente, le attività poste in essere dalla Regione non hanno ottemperato del tutto agli impegni assunti con l’Ordinanza n.5 del 2016 (quella che disciplina l’accordo con Roma, con gli impegni da rispettare entro sei mesi dal 7 giugno, data in cui il presidente della Regione firma l’ordinanza stessa, ndr). Tali risultanze, ad ogni modo, non possono considerarsi definitive – spiega Galletti a Palazzo Madama – stante l’istruttoria ancora in corso». Anche perché manca un particolare non indifferente: «Allo stato si è ancora in attesa di conoscere l’avviso dell’Anac». Il ministro illustra anche quali sono le criticità: «In particolare, sulla raccolta differenziata non sono stati raggiunti gli obiettivi previsti. La Regione, infatti, non ha messo in campo tutte le azioni di potenziamento della raccolta differenziata. Inoltre, pur avendo richiesto la disponibilità alle altre Regioni d’Italia, la Regione Siciliana non ha poi stipulato gli accordi per l’invio fuori dal suo territorio dei rifiuti. Né, tantomeno, ha avviato le procedure per lo smaltimento in altri impianti nazionali o esteri dei rifiuti prodotti in Regione».

Tutti problemi aperti che pesano. Configurando questo scenario: «All’esito dell’istruttoria, che dovrà tener conto delle valutazioni dell’Autorità Anticorruzione, si valuterà se reiterare tali poteri e con quali strumenti eventualmente farlo».

Galletti, dunque, riflette se reiterare i poteri commissariali. E, sempre nella seduta di ieri, riflette a voce alta su una sua consolidata convinzione: «Io resto convinto che il commissariamento sia un’anomalia del sistema e sono preoccupato perché in certi casi sta diventando il modo ordinario per risolvere le questioni, non può essere così». E, con parole scelte non a caso, Galletti aggiunge: «Il mio ministero non è strutturato per fare interventi ma ha compiti di controllo e indirizzo».

L’altra convinzione del ministro, in un discorso su base nazionale, riguarda i termovalorizzatori. icordando che oggi in Italia finisce ancora in discarica circa il 40% dei rifiuti, Galletti afferma infatti che «non basta la raccolta differenziata: anche se tutti i comuni arrivassero al 65%, noi avremmo bisogno comunque della termovalorizzazione prevista dall’articolo 35 dello Sblocca Italia».

E, considerato che la Sicilia è lontanissima dal 35% di differenziata (il dato ufficiale fornito in commissione Ambiente, aggiornato al 2014, è del 12,5%), Galletti rileva che «in molti Comuni del territorio regionale la raccolta differenziata non viene ancora realizzata». E dice chiaramente che i termovalorizzatori nell’Isola vanno realizzati. E presto. «Lo schema di decreto di cui all’art. 35 dello “sblocca Italia” ha individuato, per la Regione Siciliana, fabbisogni residui di incenerimento molto rilevanti». Ovvero: circa 700.000 tonnellate.

Il ministro Galletti, infine, mette il dito su un’altra delle piaghe siciliane. Le procedure d’infrazione comunitarie. Un «contenzioso è in corso», ricorda, con la Commissione Ue. «La Regione è stata più volte sollecitata a provvedere all’aggiornamento del Piano dei rifiuti speciali. Tuttavia sembra essere ancora molto indietro nella predisposizione dello stesso». La Regione è, inoltre, «inserita nella procedura di infrazione “Discariche abusive” con 10 discariche (di cui una ricadente in un Sin e una sita nel Comune di Racalmuto)». Aggiungendo: «I Comuni e la Regione sono stati destinatari, nello scorso dicembre, di un atto di diffida ad adempiere alle attività per la risoluzione della procedura di infrazione in parola. Tuttavia, i termini sono trascorsi infruttuosamente ed è stata avanzata la proposta di commissariamento».

Twitter: @MarioBarresi

12,5%la differenziata nel 2014

Su una produzione di 2.342.219 tonnellate appena 292.972 di differenziata. L’obbligo di legge è del 65%. E nel 2014 la percentuale siciliana è addirittura diminuita rispetto al 13,2% del 2013.

349.774tonnellate smaltite in tmb

Nel 2014 prodotte 2.049.247 tonnellate di indifferenziato (l’89% dei rifiuti urbani prodotti). Di questi solo una minima quantità inviata agli impianti di trattamento meccanico-biologico. La quota di 1.003.302 tonnellate è stata smaltita in deroga alle prescrizioni, attraverso ordinanze del presidente della Regione

15impianti di compostaggio

Molti dei quali «risultano non operativi per mancanza di materiale da trattare». Sono autorizzati per 416.967 tonnellate annue, ma nel 2014 hanno trattato circa 160.000 tonnellate

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