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Siracusa, maltempo, mezzo milione di danni

Di Mascia Quadarella - Seby Spicuglia |

Una città con il fiato sospeso. Nonostante la giornata di oggi dal punto di vista meteorologico non dovrebbe soffrire di precipitazioni abbondanti come quelle di sabato e domenica, con il loro carico di disastri e danni, resta l’apprensione per i cittadini che nel corso della giornata si troveranno fuori casa. L’allarme è diminuito, passando al colore giallo, quello che definisce i rischi di natura idrogeologica con fenomeni temporaleschi e scariche elettriche, ma l’esperienza degli scorsi giorni sembra aver lasciato nei siracusani la sensazione che tutto possa cambiare da un momento all’altro.

La giunta comunale ha intanto deliberato la richiesta di calamità naturale a Stato e Regione, anche in considerazione del gran numero di danni che il temporale africano ha provocato, rendendo la città paralizzata per più di 12 ore di pioggia continua. «La conta dei danni al momento non scende sotto i 500 mila euro – valuta il sindaco Giancarlo Garozzo – e stiamo parlando solo delle strade. Nei prossimi giorni i cittadini segnaleranno i danni privati, che saranno valutati dai tecnici».

Resta chiusa per ulteriori controlli la sola scuola di via Gela, la Giaracà, mentre sono state riaperte le altre 3 che erano state sottoposte ai controlli specialistici dei tecnici comunali per saggiarne lo stato di salute e la fruibilità senza problemi da parte di alunni, personale e insegnati. Alcune aree delle 3 scuole resteranno comunque interdette all’uso, in attesa di altri interventi per impermeabilizzare i tetti e i soffitti, evitando le infiltrazioni di acqua piovana alla base del distacco dell’intonaco e delle coperture ormai vetuste.

Per un santuario della Madonna delle Lacrime riportato alla normalità grazie al lavoro dei volontari e delle pompe idrovore, dopo l’allagamento che aveva reso inutilizzabile la cripta per un paio di giorni, ad essere colpita dalla forza della pioggia e dalla mancanza di interventi strutturali e di messa in sicurezza è la Cassa Edile di viale Ermocrate, i cui sotterranei sono stati invasi dalla forza dell’acqua. Per far fronte al disastro, nelle scorse ore sono state piazzati decine di sacchi di juta davanti al cancello d’ingresso, per evitare che la fiumana di acqua e fango prendesse la via dello scivolo che conduce agli scantinati. «Macchinari e documentazione che si trovavano nei sotterranei sono stati rovinati – denuncia il responsabile della Cassa, Fabio Tortorici – nonostante le tante segnalazioni che negli anni abbiamo fatto a tutte le amministrazioni comunali». Ma non va meglio per le periferie esterne alla cintura della città, soprattutto nelle zone balneari, dall’Isola all’Arenella, che soffrono delle stesse problematiche in caso di pioggia, ma che secondo i residenti troppo spesso vengono poco considerate.

Secondo i residenti, dopo il temporale nessun intervento sarebbe stato eseguito dall’amministrazione comunale per liberare il passaggio dall’oltre mezzo metro d’acqua che stagna nelle arterie, impedendo a molti di loro di uscire da casa. Foto, video e post infuocati sui social hanno descritto l’evoluzione dell’emergenza che ha colpito quelle zone. Tanti i danni e disagi registrati nella zona Fanusa-Milocca. Diverse sono state, infatti, le abitazioni inondate, e in alcune di queste mancano da oltre 48 ore l’acqua e l’energia elettrica, mentre la fogna trabocca dai tombini, rendendo l’aria irrespirabile. «Non posso uscire da casa – racconta Sebastiano Armaro, pensionato residente in via Giordano Bruno – da sabato scorso, poiché la mia utilitaria non può attraversare il corso d’acqua senza guastarsi. I generi di prima necessità li sto acquistando in una bottega nei dintorni, dove mi reco indossando gli stivaloni di gomma. Non è possibile – sottolinea l’anziano – pagare fior di tasse e non sentirmi, in casi come questo, nemmeno un cittadino italiano degno di tutela. Siamo abbandonati dalle istituzioni. Nessuno è intervenuto a liberare il passaggio. Ho telefonato a tutti i numeri di intervento possibili e immaginabili, persino alla Forestale». Ma i problemi segnalati dai residenti sono anche altri: «Nessuno ha fatto mai controlli per contenere l’abusivismo – denuncia Elisa Latina, residente in via Olindo Marinelli – e l’acqua accumulatasi nelle campagne senza scolo si riversa sulle nostre case, generando disastri. Ho avuto i Vigili del fuoco in casa per 48 ore per drenare l’acqua», racconta. L’unico sopralluogo nelle aree disastrate lo ha eseguito Giuseppe Culotti, il presidente di Neapolis, che ha richiesto la mappatura dell’intera area per verificare le originarie collocazioni dei canali di scolo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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