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Segrete e ponti levatoi, tornano le Giornate dei Castelli

Di Cinzia Conti |

ROMA – In Liguria c’è la Fortezza di Sarzanello con mura spesse oltre 3 metri che le hanno permesso di resistere anche a una bomba della II guerra mondiale. In Friuli Venezia Giulia il Castello di Rubbia dove la leggenda vuole che fu rinchiuso re Riccardo Cuor di Leone al ritorno dalla Terza Crociata. In Lombardia la città fortificata di Bergamo, nel Lazio il Castello della Cecchignola, in Campania quello di Montesarchio. In Sicilia c’è la chiesa Fortificata dei Santissimi Pietro e Paolo, costruita all’incirca nel 560 e poi completamente distrutta prima dagli arabi e poi dal terremoto e ricostruita e giunta pressoché intatta fino a noi dal 1172. Le Giornate Nazionali dei Castelli 2018, giunte alla ventesima edizione e fissate per sabato 19 e domenica 20 maggio, celebrano questa storia meravigliosa e gloriosa fatta di torri, ponti levatoi e segrete ma anche di epiche battaglie, lotte, tradimenti ed eroiche resistenze: “due giorni” di scoperte in 19 regioni e su oltre 33 siti (spesso intere cittadelle fortificate o grandi comprensori e vallate) animati da visite guidate gratuite, presentazioni di libri e tavole rotonde, incontri, concerti.

Le Giornate – ideate e organizzate, come ogni anno, dall’Istituto Italiano dei Castelli – ha ottenuto anche per quest’edizione il patrocinio del Mibact e le sue sezione regionali hanno firmato con lo stesso ministero un protocollo di intesa che prevede la collaborazione con istituti scolastici superiori nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. Novità di quest’anno è invece un protocollo d’intesa tra l’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia.

Ogni anno i siti prescelti sono diversi dai precedenti – tutte le informazioni sulle varie aperture sono disponibili su www.istitutoitalianocastelli.it e per i social c’è l’hashtag #giornatenezionalideicastelli2018 – consentendo ai visitatori ricorrenti di arricchire continuamente le loro conoscenze e di trascorrere un week end primaverile da “turisti” anche in borghi meno conosciuti d’Italia o nella propria città per visitare un luogo di solito non aperto al pubblico.

«Siamo una realtà “in punta di piedi” come amo definirci qualche volta. Con oltre 1.400 soci e con una sede in ogni regione italiana, ci prendiamo cura di un patrimonio spesso non valorizzato» dice Fabio Pignatelli della Leonessa, presidente dell’Istituto Italiano Castelli. Mentre GianMaria Labaa, vicepresidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto, sottolinea: «E’ sempre da ricordare che le opere di difesa (le fortificazioni), per numero e diffusione, sono seconde solo alle opere di architettura religiosa. Non è esagerato parlare di 100.000 reperti e quasi tutti i comuni d’Italia hanno sul proprio territorio almeno un’opera (più o meno conservata) di natura «castellana». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA