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Viaggi a piedi e ospitalità low cost la vacanza a passo lento sarà la più praticabile?

Di Carmen Greco |

CATANIA – Vacanze in cammino. Da soli (meglio) o in compagnia (non troppi). La natura, la fatica, la riflessione, il senso del tempo che passa, il distanziamento facile e, cosa non trascurabile, i costi limitati. Il viaggio a piedi, si chiami “cammino”, tour o escursione – già in crescita esponenziale prima dell’emergenza sanitaria – è assurto oggi a formula di vacanza più praticabile in tempi di pandemia. Sembra facile, ma purtroppo non lo è, anche in questo settore. Basti pensare al complesso sistema dell’ospitalità, fatta di alberghi diffusi, rifugi, airbnb alle prese con sanificazione e regole sul distanziamento. Tutto, necessariamente all’insegna della massima prudenza.

«Tra i comparti del turismo è sicuramente quello meno problematico perché lo spazio c’è, non ci sono rischi di assembramenti, non ci sono riunioni di persone che si accalcano – ammette Davide Comunale, coordinatore del progetto Vie Francigene di Sicilia – ma ci sono tanti altri problemi da risolvere. Finora siamo stati tempestati di mail di gente che vuole venire a camminare, anche durante questa emergenza sanitaria. Purtroppo molte delle strutture ricettive alle quali ci appoggiamo oggi sono alla canna del gas, perché sono ferme da due mesi e non ci sono ancora misure che le aiutino a mantenersi aperte. Il problema grosso sarà la sanificazione, fare un cammino non significa solo mettersi la strada davanti con uno zaino in spalla (anche se sono tre mesi che nessuno fa manutenzione dei sentieri) ma anche potersi fermare a dormire da qualche parte».

La mappa ufficiale delle vie Francigene di Sicilia

Tutto questo per una stagione ormai alle porte (anzi sempre “attiva” per quanto riguarda i tempi del turismo a piedi che non sono quelli ovviamente del turismo di massa) in cui si raccomanda caldamente il turismo “di prossimità”, relazionale, emozionale: in poche parole, non si andrà fuori, ma si proverà a vivere la vacanza all’interno della propria regione. «Da metà aprile – continua Comunale – facciamo promozione su facebook anche grazie alla campagna nazionale cui abbiamo aderito “Io cammino in Italia”, che ha deciso di puntare sul turismo dei borghi, il turismo lento. Noi, essendo un’isola, da un certo punto di vista siamo avvantaggiati, ma in attesa del decreto sul turismo stiamo facendo delle proposte negli incontri periodici con i rappresentanti del ministero, per esempio percorsi “a petalo di fiore” invece che in modalità lineare, cioè si parte e si ritorna nello stesso punto dopo aver visitato delle cose tutt’intorno. In questo modo aumenta la quantità di notti e si allarga il bacino di influenza del cammino. Tanti problemi nascono anche dal fatto che gli airbnb, per esempio, non sono normati da nessuno e, in quanto tali, nemmeno tutelati, non si tratta di alberghi».

Al viaggio a piedi, si accoppia spesso la ricerca interiore e questo è un altro elemento che potrebbe far scegliere il “camminare” come vacanza 2020. «Per quanto si possa vedere un inasprimento della rabbia sociale – argomenta Comunale – io credo che una buona parte della gente stia capendo che riscoprire se stessi all’interno di un contesto naturale possa avvicinare anche al proprio lato spirituale. Per questo, per esempio, fra le nostre tappe prima del Covid avevamo inserito una visita al santuario della Quisquina, e poi c’è anche da considerare l’aumento della ricettività da parte degli istituti religiosi, suore e frati in mancanza di vocazioni hanno spazi nei conventi che destinano all’accoglienza. Il trend era questo già da prima, ora però l’intimismo del “sto per i fatti miei” esasperato dall’emergenza sanitaria, porterà a vivere il cammino some soluzione spirituale oltre che puramente fisica. Comunque, anche se le Vie Francigene di Sicilia non sono percorsi religiosi tout court, nessun camminatore vero accantona il lato spirituale del cammino».

«Il comparto è messo malissimo in questo momento – dice senza mezzi termini Nanni Di Falco guida escursionistica professionista, della Compagnia dei Cammini – anche perché noi lavoriamo principalmente con gli stranieri. Se questa situazione potrà essere la volta buona per fare scoprire la Sicilia a chi ci abita, saremmo contenti, il viaggio settimanale a piedi è una cosa fantastica più che l’escursione di un giorno, che i siciliani, in genere, prediligono. La Sicilia ha bisogno di tutto ciò, perché è un movimento che crea economia in posti in cui, spesso, non c’è nient’altro. In questo momento, stiamo valutando, come “Compagnia dei Cammini” cosa fare. L’orizzonte purtroppo non è chiaro, il turismo sarà l’ultimo a muoversi. I tour che organizzo io sono per gruppi piccoli, al massimo 15 persone, ma se sarà necessario ridurre il numero dei partecipanti, lo ridurremo, se saranno necessarie stanze singole lo faremo, noi vogliamo lavorare». «Avevo prenotazioni – prosegue – per tutto il 2020, ma sono saltate, ho anche un rifugio a Cava d’Ispica, ma anche lì penso, al momento, di poter fare solo qualche evento in estate».

In tutto questo c’è anche l’idea che qui in Sicilia bastino scarpe da trekking e bastoni per lanciarsi in un viaggio a piedi anche di più giorni. «Si può fare, ma devi conoscere il territorio – fa sapere Di Falco – per questo è importante il lavoro di noi guide professioniste, la Sicilia non è molto fruibile, spesso i sentieri non sono ben segnalati, non ci sono servizi, eppure l’idea di pagare una guida per il servizio che ti fornisce, è un po’ lontana dalla mentalità dei siciliani, sono poco propensi, anche se un tour a piedi costa molto meno di un viaggio “classico”. Il punto è che si alloggia in case private, piccoli B&b, e che dovranno ovviamente adeguarsi alle normative. Ma quali sono? Ancora non le conosciamo, stiamo solo ipotizzando, ma non c’è nulla di concreto. Noi siamo disposti anche a fare tour più brevi, magari di tre giorni invece che una settimana, siamo pronti a rimodulare tutto».

L’ulteriore beffa sta anche nel fatto che il settore dei viaggi a piedi – prima dell’emergenza Covid – era in ascesa. «Eravamo cresciuti tantissimo – conferma Di Falco – il nostro volume di lavoro era lievitato in maniera esponenziale negli ultimi anni, il “pacchetto” di una settimana in giro per le strade della Sicilia era molto richiesto. Speriamo di poter ripartire, ma se continu così sarà già tanto che si ricominci a settembre».

Twitter: @carmengreco612

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