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Sondaggi, vacanze più care per gli italiani: soltanto il 51% potrà farle

Di Redazione |

ROMA – Poco più della metà degli italiani (51%) ha deciso di andare in vacanza nei prossimi mesi, anche se solo il 5,5% ha già prenotato. Ma di quei 25 milioni di connazionali che non partiranno (49%), quasi 8 milioni (15,3%) non lo farà per scelta, ma perché fermato da ragioni economiche. L’identikit del turista post Covid-19 emerge da un’indagine nazionale realizzata da Demoskopika per conto del comune di Siena che l’ANSA ha anticipato in esclusiva. La Sicilia, insieme a Toscana e Puglia, si colloca sul podio delle destinazioni più gettonate da chi ha dichiarato di trascorrere una vacanza in Italia (92,3%). Appena il 7,8%, al contrario, ha in programma un viaggio fuori dai confini nazionali.

L’IDENTIKIT DI CHI PARTE: DIPENDENTE E CON REDDITO ALTO – Lavoratore dipendente, di età compresa tra i 36 e i 64 anni, con un reddito annuale superiore a 40 mila euro, preferibilmente laureato. Opterà per l’Italia per una 1 o 2 settimane, meglio se al mare nel mese di agosto, in coppia o in famiglia. Per vivere una vacanza sicura non ha dubbi: distanziamento sociale, mascherine e niente assembramenti.

PAURA E QUESTIONI ECONOMICHE FANNO RINUNCIARE – Tra i 25 milioni di rinunciatari il 24.9% lo farà perché, «pur volendo», ha ancora timore a viaggiare. L’8,7% del campione intervistato ha «già rinunciato, al di là del coronavirus», ma colpisce il 15,3% del campione che non ha programmato la villeggiatura dichiarando di «non avere le possibilità economiche». Si tratta di quasi 8 milioni di italiani rinunciatari per «cause di forza maggiore» principalmente tra le categorie dei lavoratori autonomi (21,4%) in misura doppia rispetto ai lavoratori dipendenti (12,7%). Tra le categorie più «sofferenti» figurano gli artigiani, i commercianti, i disoccupati e gli operai e, infine – come era prevedibile – chi possiede un reddito basso (19%), rispetto a chi ha palesato una condizione economica decisamente migliore (5,3%).

PER LA SISTEMAZIONE PREVALE IL FAI DA TE – Ben 4 su 10 optano per soluzioni ricettive ritenute «più sicure”: appartamento preso in affitto (18,9%), casa di proprietà della famiglia (17,4%) oppure ospite di parenti o amici (5,2%). Resta, ad ogni modo, più che rilevante la fetta dei vacanzieri che non rinuncia all’albergo (27,6%), al villaggio turistico (7,6%) per il comparto alberghiero o, in alternativa, al sistema extra-alberghiero con in testa i bed & breakfast (12,8%) seguiti dall’agriturismo (4,8%) e dal campeggio (4,2%). «Il turista post Covid-19 – spiega il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – ha voglia di villeggiare quasi esclusivamente in Italia e in totale sicurezza. L’epidemia sanitaria non poteva non ripercuotersi inevitabilmente anche sui consumi turistici. In questo quadro, saranno premiate quelle destinazioni turistiche che meglio sapranno interpretare i desiderata del mercato autoctono». «Rilevare l’opinione degli italiani – commenta l’assessore al turismo del Comune di Siena, Alberto Tirelli – rappresenta uno strumento fondamentale per assumere un piano di azioni maggiormente consapevole in direzione di un rilancio concreto e più incisivo del comparto turistico».

UN’ESTATE DI RINCARI SECONDO IL CODACONS – Di vacanze all’insegna dei rincari parla il Codacons. «Il distanziamento sociale – avverte – comporterà una forte riduzione del numero di clienti giornaliero, mentre l’obbligo di sanificazione e le altre misure di sicurezza ridurrà i guadagni. Una situazione che, inevitabilmente, comporterà un incremento dei listini in tutto il settore (dagli alberghi alle case vacanza, passando per lidi, aerei, traghetti, ristoranti, ecc.), una vacanza di 10 giorni arriverà a costare complessivamente fino al +20% in più rispetto allo scorso anno, passando da una spesa pro capite media di 736 euro del 2019 agli 883 euro del 2020».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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