Orion è rientrata sulla Terra: ora è tutto (quasi) pronto per il ritorno dell'uomo sulla Luna
Missione compiuta per Artemis 1: la capsula Orion è rientrata con un perfetto ammaraggio nell’oceano Pacifico segnando il successo della prima tappa del programma della Nasa per il ritorno alla Luna. A 50 anni esatti dall’ultima volta che un uomo ha messo piede sul suolo lunare, con la missione Apollo 17 del 1972, la missionesi è conclusa con un successo, aprendo la via ai futuri voli verso il nostro satellite con astronauti a bordo, in quella che l’amministratore capo della Nasa, Bill Nelson, ha definito «la generazione Artemis».
La nuova corsa alla Luna è ufficialmente aperta e tutto, questa volta, è molto diverso rispetto ai tempi del programma Apollo. Agenzie spaziali governative e privati sono pronti a collaborare o a muoversi autonomamente, come sta facendo l'azienda giapponese ispace che, proprio mentre Orion si preparava a rientrare a Terra, ha lanciato verso la Luna il primo lander privato. Si chiama Hakuto-R ed è stato lanciato dalla base di Cape Canaveral con un Falcon 9 della SpaceX; a bordo c'è lo strumento Lunar Flashlight della Nasa, il cui obiettivo è cercare acqua.
Orion ha corso verso la Terra a 40.000 chilometri orari e alle 18,20, alla quota di circa 122 chilometri, è entrata nella parte più alta dell’atmosfera, scendendo in un paio di minuti a circa 60 chilometri, e poi, come un ciottolo scagliato sull'acqua, è rimbalzata in alto fino a circa 90 chilometri. Poi è iniziata la discesa versa e propria, nella quale la capsula ha affrontato temperature superiori a 2.500 gradi avvolta dal plasma, una sorta di nube di particelle elettricamente cariche che per circa cinque minuti ha interrotto le comunicazioni fra il veicolo e il centro di controllo a Houston. Quindi Orion ha raggiunto lo strato inferiore dell’atmosfera e ha rallentato da 40.000 a poco più di mille chilometri orari. A quota 7 chilometri e alla velocità di circa 80 chilometri orari, i tre paracadute si sono regolarmente aperti e hanno ulteriormente frenato la discesa, che si è conclusa alle 18,40 con il tuffo nel Pacifico.
Artemis 1 è stata una missione apripista, banco di prova di tutte le tecnologie necessarie a garantire la sicurezza dei futuri voli degli astronauti: dalle manovre che il 21 novembre hanno portato la capsula Orion all’incontro ravvicinato con la Luna e poi alla fuga nell’orbita distante, fino alla separazione del modulo di servizio dal modulo pressurizzato, avvenuta poco prima dell’ingresso nell’atmosfera terrestre, fino all’apertura dei paracadute.Tutti i test sono andati bene, ha detto la Nasa, e con risultati al di sopra delle aspettative, ma non sono finiti: adesso cominceranno i controlli sullo scudo termico che ha dovuto sopportare le altissime temperature durante il rientro nell’atmosfera (ANSA).