Notizie Locali


SEZIONI
Catania 13°

Nel combo ragusano convivono le anime stradaiole di membri di Fratelli La Strada e Baciamolemani

E che la fiesta cominci

Antonio D’Antoni: «La nostra forte carica energetica ci dà una connotazione festaiola e scanzonata»

Di Michelangelo Barbagallo |

(22 dicembre 2016) E’nata da poco tempo ma sta già ottenendo un grande successo e un altrettanto grande seguito. E’ la Banda Agricola Popolare di Ragusa, un nuovo interessante e avvincente progetto musicale su cui si stanno cimentando cinque musicisti di formazione e appartenenza diversa ma che uniti insieme danno vita ad un mix di esplosiva energia. La Banda ha al suo interno Anna Garcia i Alba alla voce e violino, Andrea Savasta alla tromba e cori, Antonio D’Antoni alla chitarra e voce, Thomas Occhipinti alle batteria e percussioni, Tiziano Militello al basso. E’ chiara, evidente e probabilmente voluta l’assonanza con il noto istituto di credito del Ragusano ma è naturalmente una scelta che ulteriormente diverte e offre il senso di appartenenza ad una comunità. E così dopo la sua banca, Ragusa, ma diciamo pure la Sicilia, ha la sua banda. Il debutto lo scorso mese allo Spazio Rivendita Carne Locale di Ragusa, poi vari concerti in giro per l’area iblea ma anche nel Sud Est siciliano, tra cui, lo scorso venerdì, la tappa servita ad onorare il quinto anno dell’occupazione del Teatro Coppola di Catania. Ma da dove nasce questa nuova formazione? «Dall’esigenza di fare un progetto con una fortissima carica energetica e una connotazione sin dalle prime battute festaiola e scanzonata – spiega Antonio D’Antoni, promoter e componente della band – Una sorta di patchanka, ma dagli arrangiamenti raffinati ed accurati. Dopo aver buttato sul palco musiche da ogni parte del mondo ci siamo immediatamente resi conto che ciò che veramente ci rapiva e ci entusiasmava erano i ritmi afro-latini e quindi il repertorio si é andato formando di cumbias, llaneras, valses criollos, calipsos, mambos. Le tematiche comuni a tutte le musiche popolari del mondo, con una matrice folk e quindi “agricola” e una componente di base assai “popùlar”. Banda Agricola Popolare infatti vuole avere questa anima». Va infatti ricordato che i musicisti che fanno parte di questo gruppo musicale hanno al loro attivo, alcuni addirittura in contemporanea, esperienze musicali diverse e ben differenti e probabilmente all’interno della Banda riescono a ritrovarsi, incrociarsi, produrre qualcosa di nuovo. Antonio e Anna, ad esempio, oltre ad essere una coppia nella vita sono da tempo un duo molto famoso, i Fratelli La Strada, ma hanno maturato molto della loro carriera in anni di esperienza all’estero, in giro per le piazze e i locali d’Europa, perfino a bordo della famosa e avventuriera “nave dei folli” che gira lungo i porti del Mediterraneo per proporre i propri spettacoli. Andrea e Thomas sono invece componenti della band Baciamolemani che si stanno affermando in questi anni con la propria ricerca musicale. Infine Tiziano ha maturato proprie esperienze artistiche adesso a disposizione della Banda. Insomma un mix che rischia di diventare quasi perfetto perché ad assistere ai loro spettacoli non si può fare altro che divertirsi e ascoltare buona musica, musica i cui ritmi provengono dal mondo e che la Banda Agricola Popolare prende in prestito per poter sviluppare i propri arrangiamenti, mantenendo sempre, come ricorda già il nome, la forte connotazione della musica popolare, la musica che incanta, che penetra fino fin fondo all’anima, che fa divertire. Il punto di partenza, comunque, resta la ricerca della musica popolare che nasce nel mondo contadino, andando indietro negli anni fino alla schiavitù nei neri. «Suoniamo la cumbia che si ispira molto alla cumbiamba, che è un rituale che si faceva in circolo intorno ad un fuoco a piedi nudi – spiega ancora D’Antoni – e che a sua volta si ispirava alla cumbè che non è altro che il lavoro degli schiavi neri nel campo, e i ritmi e i suoni che producevano. Ma ci ispiramo molto anche alla llaneras e, in questo ambito, anche a Simon Diaz, uno dei più grandi cantautori contemporanei, un poeta contadino. Non mancano nel nostro repertorio i ritmi classici mariaci, i valzer peruviani, argentini, qualche milonga e per strizzare l’occhio al pubblico anche pezzi di grandi personaggi europei che dai ritmi afro-latini hanno attinto a piene mani. E poi ci sono i canti e le musiche di ritorno come la rumba catalana, canti di immigrati europei che sono andati in Sud America o Centro America e tornando hanno portato queste nuove ritmiche in Spagna e in Europa».

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA