Da Venezia un romanzo dell’autore Emiliano Balistreri: rievoca la storia della Sicilia dell’Ottocento
Dal modello gattopardiano a "I Vicerè" nasce “L'ineroico onorevole Gioacchino Gallineri da Stia"
Viaggio nella Sicilia dell’Ottocento attraverso "L'ineroico onorevole Gioacchino Gallineri da Stia", l’opera d’esordio in prosa dello scrittore veneziano Emiliano Balistreri, che dopo diverse ricerche documentarie si è messo lì a scrivere.
La storia
Questo romanzo atipico, storico ed immaginifico ad un tempo, ambientato prevalentemente in Sicilia nell’Ottocento, ripercorre un secolo di storia siciliana dai moti del 1820 al Regno d’Italia.
Con questo volume Balistreri è in corsa in numerosi concorsi locali, regionali e nazionali così come con il successivo romanzo, Anonimo Omonimo. Ovvero l’orgoglioso vanaglorioso, bizzarro testo politico-satirico stampato nel 2025 sempre per i tipi di Piazza Editore.
Emiliano Balistreri, maturità classica, laurea in Lettere con il massimo dei voti e la lode, master in Pubblica Amministrazione, cultore di storia veneta, ha esordito in letteratura con quattro sillogi letterarie in versi delle quali la prima, Plastica evoluzione, data al 1999.
Qual è stato il suo modello di riferimento? Sfogliando le pagine ci si rende conto di analogie con le atmosfere de Il Gattopardo…
«Semmai il modello, sebbene inarrivabile, potrebbe essere identificato nel romanzo di Federico De Roberto, I Vicerè, ed in parte nel romanzo parlamentare dello stesso autore, L’imperio. In realtà il personaggio del mio racconto è in totale antitesi con il principe di Salina, infatti è un popolano che assurge allo scranno parlamentare, un signor nessuno che per alterne e spesso casuali vicende si ritrova ad essere considerato un patriota ed un eroe e tenta di mantenere lo status di privilegiato che a fatica ha conquistato. E mentre il mio testo è satirico, ma anche critico rispetto alla società coeva, il romanzo di Tomasi di Lampedusa mi sembra intriso di una nostalgia di un mondo perduto che non posso condividere, infatti ritengo che la situazione della Sicilia dell’Ottocento fosse drammatica per la stragrande maggioranza della popolazione ridotta in miseria e sfruttata ed oppressa».
Da dove nasce questo romanzo?
«Quand’ero ragazzo un altro discendente di principi siciliani, un noto ingegnere che ha vissuto a casa della mia famiglia per decenni, mi regalò vari libri di autori siciliani tra cui Il Gattopardo che allora fu per me una rivelazione, ma ero un adolescente, inconsapevole della realtà del Mondo, ora invece concordo con quanti bollarono il bel romanzo come “reazionario” nel senso che appare come il frutto letterario di un autore che ha riletto la storia ricordando “i bei tempi andati” con una sorta di rimpianto astorico o meglio antistorico. Certo delle assonanza sono inevitabili quando si raccontano gli stessi periodi storici e, forse, l’aspetto di maggiore somiglianza è dato dalla snellezza della narrazione che si presta ad una lettura agile e tutto sommato breve, infatti un intero secolo è rappresentato in sintesi in un numero contenuto di facciate, caratteristica in totale controtendenza con il preponderante uso odierno di scrivere tomi di centinaia e centinaia di pagine».
Un testo in cui ci sono le intercalate in siciliano
«Si tratta di una versione da vocabolario di un presunto siciliano corretto per quanto possibile da amici isolani che hanno disperatamente tentato di rimediare a questa pseudo lingua che è il risultato di mie prove letterali. Del resto ci sono anche frasi in veneto, il mio intento era infatti quello di inserire nel testo, specie nei passi satirici ed ironici, colloqui con espressioni nei dialetti regionali per accentuare il carattere canzonatorio e sarcastico. In definitiva mi auguro che i Siciliani non si risentano per la lingua approssimativa che ho maldestramente inserito in entrambi i miei romanzi».
Emiliano Balistreri sottolinea inoltre che proprio per non suscitare polemiche ha utilizzato un espediente noto ai lettori siciliani ambientando parte della narrazione in un Comune mai esistito, Tota Sottana, l’ottantunesimo Comune della Provincia di Palermo.
«Ho mutuato questo escamotage da Camilleri – asserisce - una trovata narrativa che permette di inserire la finzione letteraria in un contesto storico preciso. Lo stesso vale per i personaggi inventati che sono dei tipi, delle maschere che interagiscono con i protagonisti della vera Storia senza alterare lo svolgersi degli avvenimenti».
E per una storia tutta siciliana Balistreri ha dato origine al suo protagonista dagli antenati semolari di Termini Imerese. Così storia e fantasia si intrecciano in un racconto che può fare compagnia durante le calde giornate estive sotto l’ombrellone, o durante le serate di relax.
Chi è l’autore
Emiliano Balistreri è membro ordinario dell’Ateneo Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, è autore di una voce del Dizionario Biografico degli Italiani ed è stato candidato alla prima edizione del premio Bianchi Bandinelli per la valorizzazione dell’opera dell’architetta Egle Reneta Trincanato.
Attualmente è impiegato della Direzione Beni attività culturali e sport della Giunta della Regione del Veneto.
Nel recente passato, oltre che per la saggistica, si è distinto per donazioni di fondi archivistici e librari a prestigiosi Istituti culturali ed Università.
- L'autore Emiliano Balistreri