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Il giallo di Anthony Bivona, chiesta l’archiviazione ma la famiglia si oppone: «Ancora troppi interrogativi»

Il ventiquattrenne adranita è stato trovato impiccato in Germania dove si era trasferito per lavoro. I parenti non hanno mai creduto all’ipotesi di suicidio avanzata dalla polizia tedesca

Di Laura Distefano |

Una nuova battaglia giudiziaria per la famiglia di Anthony Bivona, morto in circostanze molto misteriose in Germania – dove si era trasferito da Adrano per lavoro – due anni fa. Era la notte tra 17 e il 18 luglio 2021. Il ventiquattrenne, che viveva a Darmstadt vicino Francoforte, quella sera aveva parlato con la sorella Grazia. Qualcuno aveva bussato alla porta e i due si erano salutati velocemente. Da quel momento il silenzio, fino alla telefonata delle polizia tedesca. Che ha chiuso il caso come suicidio. Un’ipotesi a cui i familiari non hanno mai creduto..

Il giovane aveva una fidanzata, una ragazza di origine turca, che in un primo momento aveva dato una versione: Anthony si sarebbe impiccato in bagno, ma invece è stato trovato nella tromba delle scale del condominio. Un giallo quello del giovane adranita che sarà al centro anche di una puntata di Quarto Grado.

La battaglia legale

La famiglia Bivona ha intrapreso una durissima battaglia legale ed è riuscita a far aprire un’indagine alla procura di Roma e a far riesumare il cadavere per effettuare un’autopsia. Ma ora c’ è un nuovo ostacolo. I pm capitolini hanno chiesto al gip di archiviare l’inchiesta.

Il legale Francesco Messina – che segue la vicenda dal primo istante – ha firmato l’opposizione. «È una richiesta di archiviazione che deriva dalla genericità dei dati autoptici. Le condizioni in cui versava la salma – spiega Messina – nel momento dell’autopsia non hanno consentito di decifrare con percentuali chiare nessuna delle due ipotesi. L’esame autoptico non esclude che sia un evento traumatico autoindotto e negli stessi termini non può escludere che sia eteroindotto. Questo ha determinato a opera degli inquirenti una maggiore cautela – aggiunge – nel propendere nella richiesta di archiviazione a cui noi ci siamo opposti proprio nei termini della genericità della stessa e dei dati autoptici e a cui abbiamo aggiunto un supplemento di indagini – indagini espletate con le nostre forze – attraverso il conferimento di un incarico a un perito informatico che ha consentito di fare emergere dagli elementi dal telefonino personale di Anthony che non sono mai stati attenzionati dagli inquirenti e che potrebbero corroborare – conclude il penalista – la nostra ipotesi e cioè che non si sia trattato di un suicidio».

Il mistero del telefonino

All’1.45 dal telefonino (la salma è uscita dal palazzo già all’1.40) di Anthony sarebbe partita una telefonata al suo migliore amico che però sarebbe stata cancellata (ne è rimasta traccia però nel cellulare del conoscente). E sarebbero stati eliminati anche messaggi e scatti. Questo materiale sarà fornito al gip prima dell’udienza. «Il dato emerso dalla perizia – si legge nell’opposizione – ha rilevato una cosa importantissima che non può passare inosservata al pm e cioè alle 04:05 del 18/07/2021 dal telefonino è stata rilevata una posizione distante da casa del Bivona, come se qualcuno avesse portato in giro il suo cellulare dopo la sua morte. Ma se il Bivona si sarebbe suicidato, chi e perché ha preso il telefono cancellando alcune cose? Va osservato inoltre che nel fascicolo tedesco la polizia dichiara che quella sera dopo aver fatto i preliminari rilievi chiuse l’appartamento a chiave, portando le chiavi di casa di Bivona in ufficio; nelle foto scattate dalla polizia il telefono non viene ritratto da nessuna parte, di converso quando i familiari si sono recati nell’appartamento la sorella Maria lo trova nel comodino spento, chi e quando lo ha posato li se l’appartamento era chiuso a chiave e le chiavi erano nella disponibilità della polizia?».

Ma ci sono anche altri interrogativi a cui gli investigatori non hanno saputo dare risposte. Nonostante le sollecitazioni. «Va osservato – si legge ancora nell’opposizione – che la famiglia è in possesso dei vestiti che Antonino Bivona indossava quella notte e che si era chiesto di far analizzare ma anche sul punto l’indagine latita».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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