L'AZIENDA
Le miniere siciliane e la nuova stagione di estrazioni, la Gmri: «Attività nel rispetto dell’ambiente»
Un favarese alla guida del gruppo con sede in Umbria che ha ottenuto il via libera della Regione
La General Mining Research Italy (GMRI), società con sede legale a Perugia e uffici operativi a Palermo, scommette sull’estrazione mineraria in Sicilia. Nata nel 2017, la GMRI ha presentato una serie di progetti alla Regione Siciliana per la ricerca di sali potassici e alcalini. Minerali importanti, che trovano applicazione nell’industria dei fertilizzanti e dei quali il sottosuolo è ricco.
I territori interessati dalle richieste dei permessi di ricerca sono San Cataldo, Caltanissetta, Bompensiere, Milena e Sutera, in provincia di Caltanissetta, Nicosia e Sperlinga in quella di Enna. Un’altra ricerca toccherebbe Cattolica Eraclea e Ribera, nell’Agrigentino, dove si trovano due delle tre miniere di sale – la terza è a Petralia Soprana, nel Palermitano – ancora attive in Sicilia: quelle di Realmonte e Racalmuto. Le istanze della GMRI hanno ottenuto il via libera dalla commissione tecnica specialistica.
La GMRI è guidata da Alessandro Carlino, 50 anni residente a Firenze ma originario di Favara. «Tornare nella propria terra d’origine per provare a fare ripartire un settore a cui i siciliani sono legati è fonte di stimoli. Dove abbiamo fatto già indagini preliminari, siamo sempre stati accolti bene, con interesse. Sono territori dove l’attività estrattiva dava lavoro a tante famiglie». racconta.
Oltre a Carlino nel progetto sono coinvolti altri imprenditori siciliani. Nonostante stia in Umbria, la GMRI è legata in particolare alla famiglia Catanzaro. General Mining è infatti controllata da Europa Partecipazioni, società le cui quote appartengono a Lorenzo Catanzaro, alla moglie e a uno dei figli. Con i fratelli Giuseppe e Fabio, Lorenzo Catanzaro, presente anche nel cda di GMRI, è socio della Catanzaro Costruzioni. Quest’ultima è l’impresa proprietaria della discarica di Siculiana. «L’idea di investire nella ricerca mineraria è nata soprattutto dai figli. Entrambi hanno studiato fuori, uno negli Stati Uniti e l’altro a Milano, ma hanno deciso di scommettere nella regione», spiega ancora Carlino.
«Bisogna fare chiarezza su un punto: lavorare nel settore minerario, estrarre i sali, non significa automaticamente generare inquinamento o peggio dare vita a bombe ecologiche – sottolinea il presidente di GMRI -. Ciò che accadeva in alcune miniere, con lo smaltimento nei corsi d’acqua delle salamoie prodotte nei processi di lavorazione, era espressione di incuria e della mancata volontà di utilizzare le migliori metodologie a disposizione. Il nostro progetto, invece, punta a creare un processo a ciclo chiuso con riduzione al minimo degli scarti e la corretta gestione di questi. Anche da un punto di vista energetico, il progetto punta a utilizzare anche fonti rinnovabili».
«Per Bosco Palo noi abbiamo presentato un project financing alla Regione per recuperare l’ammasso salino rimasto nel sito con le strumentazioni che abbiamo a disposizione. Per redigere il progetto abbiamo dovuto fare delle rilevazioni da cui non sono emerse emissioni radioattive, perlomeno nella parte del soprassuolo», conclude Carlino.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA