Notizie Locali


SEZIONI
Catania 23°

Palermo

Busta con proiettile a Fava, quali sono i fronti “caldi” dell’impegno Antimafia in Sicilia

Di Redazione |

Palermo – Sul tavolo della commissione Antimafia, al piano basso di Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento siciliano, la corrispondenza indirizzata al presidente Claudio Fava, leader del movimento di sinistra “Centopassi”, è stata consegnata a metà mattinata. Tra le carte, i collaboratori di Fava, che in quel momento non era in ufficio, hanno notato una busta: dentro c’era un proiettile calibro 7,65 e nient’altro. E’ stata subito avvertita la Digos che ha sequestrato la missiva, ora all’esame degli esperti della scientifica. «Non ho dichiarazioni in merito, sicuramente il nostro lavoro andrà avanti», si limita a dire Fava, impegnato in istruttorie aperte dalla commissione, tra le più attive in Parlamento. A Fava l’immediata solidarietà del ministro dell’Interno, Matteo Salvini che ha anche espresso la volontà di incontrarlo al più presto. «Si tratta di un atto vile e indegno di un Paese civile. Solidarietà e vicinanza – ha detto Salvini – al presidente Fava, al quale mi accomuna l’impegno ad una battaglia senza frontiere contro tutte le mafie».

Tre i fronti più caldi: l’influenza del cosiddetto “sistema Montante” (dall’ex presidente di Sicindustria arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione) sulle scelte compiute dall’ex governo di Rosario Crocetta; il depistaggio nella strage di via d’Amelio dove furono assassinati il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della scorta; le infiltrazioni mafiose nel mercato ortofrutticolo a Vittoria (Rg), tra i più grandi del Mezzogiorno. Da mesi la commissione sta ascoltando in audizione tanti testimoni, con un programma fitto che ha portato i commissari dell’Antimafia, in qualche occasione, in trasferta. Nelle ultime ore Fava si è ritrovato al centro della ribalta per avere proposto la legge che obbliga i componenti del governo, i deputati regionali, i sindaci e i consiglieri comunali a dichiarare l’eventuale appartenenza alla massoneria. Il testo è stato approvato dall’Assemblea (39 favorevoli) in una clima non proprio idilliaco, con 29 onorevoli su 70 che non hanno votato; il provvedimento non è piaciuto al Grande Oriente d’Italia che ha rilanciato i dubbi di costituzionalità della norma espressi ai parlamentari scettici e ha deciso di aprire, sabato prossimo, il «tempio» di Palermo a chiunque voglia visitarlo.

Tanti gli attestati di solidarietà a Fava: dal Pd al M5s, dal movimento “DiventeràBellissima” ai sindacati, dall’Arci al centro “Pio La Torre”, dalla Federazione nazionale della Stampa, all’ex presidente della Camera Laura Boldrini. Il presidente dell’Assemblea, Gianfranco Miccichè, parla di «ennesimo preoccupante episodio intimidatorio», mentre il governatore Nello Musumeci afferma: «Episodi di intimidazione grave come questo vanno condannati, senza tentennamenti; evidentemente c’è ancora chi pensa che con le minacce si possa cambiare il corso delle cose».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


Articoli correlati