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Donne e mafia, De Lucia: «Cresciute per essere addestrate a diventare boss»

Il procuratore di Palermo spiega il ruolo femminile nelle organizzazioni mafiose e criminali

Laura Distefano

17 Dicembre 2023, 09:52

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Maurizio De Lucia, procuratore di Palermo

Chiamarle donne d’onore concettualmente è errato, ma (forse) nella sostanza no. Le donne infatti non diventano organiche di Cosa nostra attraverso il tradizionale giuramento di sangue. Ma anche se non sono pungiute negli ultimi anni hanno assunto un ruolo sempre più strategico e operativo. «Le donne di Cosa nostra si sono integrate negli assetti di potere dell’organizzazione mafiosa. Il loro ruolo negli ultimi 20 anni è profondamente cambiato.

Da semplici ancelle cominciano ad essere capi», spiega il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia. «Dobbiamo allontanare la visione che avevamo delle donne dei boss degli anni Novanta, come Ninetta Bagarella, moglie di Totò Riina, e Giusy Vitale», aggiunge il magistrato.
I disvalori della mafia siciliana restano patriarcali, ma una piccola rivoluzione antropologica sul posto che può o potrebbe occupare la donna nella struttura organizzativa pare esserci stata. Lo scettro «non viene ceduto formalmente - chiarisce de Lucia - ma le donne sono addestrate e in grado di assumere il comando, in sostituzione il più delle volte di padre o fratelli».

Ma a differenza del passato «anche se non c’è stata un’investitura sostanziale la donna è una reggente operativa riconosciuta dall’organizzazione». Ma facciamo un salto nel passato. Che in verità, viste le ultime indagini, diventano anche attualissime. Le donne nella mafia «prima dell’arrivo del nuovo Millennio ebbero un ruolo di secondo piano all’interno di Cosa nostra. Erano quelle a cui erano affidati messaggi da portare fuori dal carcere o da far arrivare ai latitanti. Questi compiti le venivano affidati visto che avevano più capacità di muoversi essendo meno, o almeno così pensavano, osservate da parte delle forze dell’ordine e della magistratura. Ma oggi tutto questo è profondamente cambiato - argomenta il procuratore di Palermo - ma non solo perché noi siamo stati bravi e abbiamo messo i vecchi boss e i capi storici dietro le sbarre e quindi l’organizzazione mafiosa ha dovuto trovare un’alternativa, ma anche perché all’interno di Cosa nostra c’è stata un’emancipazione, seppur non formalmente certificata, sul ruolo femminile che hanno saputo sfruttare a loro vantaggio.

La mafia ancora una volta dimostra di avere la capacità di adattarsi - dice de Lucia - alle dinamiche non solo economiche e tecnologiche ma anche sociali. E per questo dobbiamo essere capaci di leggere questi cambiamenti, che ci permettono di affinare gli strumenti di contrasto».
La donna è stata nella storia della mafia - ma non solo quella siciliana - anche un mezzo per potenziare alleanze e allargare i confini di forza. I matrimoni, alcune volte combinati, «sono stati strumento di rafforzamento di potere criminale come nelle più antiche monarchie», commenta il procuratore.
Ma se un tempo la donna subiva. Ed era sottomessa. Oggi la femmina di mafi a impartisce ordini. E non ha nemmeno bisogno del placet del detenuto. Se non nei casi di «straordinaria amministrazione». «Gli affiliati obbediscono - conferma de Lucia - anche se il capo è donna».
Una metamorfosi mafiosa è avvenuta. Da favoreggiatrici e postine, oggi sono diventate madrine a tutti gli effetti. «Sono attrici attive nell’organizzazione mafiosa. Questo è un dato che proviene da indagini e processi. Ma questo non ci deve stupire, queste mogli, figlie, sorelle, cognate, nuore sono cresciute a latte e mafia. E quindi sono perfettamente consapevoli dei meccanismi dirigenziali e gestionali di Cosa nostra. Ne sono profonde conoscitrici - afferma il procuratore - anzi ne sono anche le custodi». Conoscono i segreti, forse alcuni rimasti tali, delle famiglie di Cosa nostra. E se nel passato le tenevano in cassaforte, oggi le usano per poter dettare le strategie utili alla sopravvivenza dell’organizzazione stessa. Forse oggi sono le donne ad avere le chiavi di Cosa nostra? «Esagerato affermare questo, ma sicuramente occupano posti di potere», risponde de Lucia.