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Il delitto di Peppino Impastato 47 anni dopo, la nipote Luisa: «Ricordarlo come punto di riferimento sano»

Le sue denunce attraverso Radio Out, da lui fondata, davano fastidio al boss Gaetano Badalamenti, tanto da deciderne la morte, mascherandola con un finto attentato dinamitardo sui binari della ferrovia Palermo-Trapani

Redazione La Sicilia

09 Maggio 2025, 14:25

Peppino Impastato

Peppino Impastato

Ricorre, oggi, il 47esimo anniversario dell’omicidio da parte della mafia di Giuseppe Impastato. Peppino, come era conosciuto da tutti, era nato il 5 gennaio del 1948 a Cinisi, in provincia di Palermo, da una famiglia legata a Cosa nostra. Le sue denunce attraverso Radio Out, da lui fondata insieme a un gruppo di amici, davano fastidio al boss Gaetano Badalamenti, tanto da deciderne la morte, mascherandola con un finto attentato dinamitardo sui binari della ferrovia Palermo-Trapani. Successivamente gli inquirenti parlarono di un possibile suicidio. Ma nel maggio del 1984 l’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del Giudice consigliere istruttore Rocco Chinnici, che aveva concepito e avviato il lavoro del primo pool antimafia ed era stato assassinato nel luglio del 1983, emise una sentenza, firmata da Antonino Caponnetto, che aveva sostituito Chinnici dopo la sua morte, in cui si riconobbe la matrice mafiosa del delitto, attribuito però a ignoti. Il 5 marzo 2001 la Corte d’assise riconobbe Vito Palazzolo colpevole materialmente dell’omicidio e lo condannò a trent'anni di reclusione. L’11 aprile 2002, a distanza di quasi 24 anni dal delitto, anche don Tano Badalamenti venne riconosciuto colpevole e condannato all’ergastolo.

Alle 16 a Cinisi partirà il corteo per ricordare l’anniversario dell’omicidio. Sindacati, cittadini, esponenti politici, militanti partiranno da radio Aut a Terrasini in corso Vittorio Emanuele III, 108, e raggiungeranno Casa Memoria in corso Umberto I 220 a Cinisi. Le manifestazioni sono iniziate lo scorso 6 maggio. Questa mattina alle 9.30 c'è stato il presidio al casolare dove è stato ucciso l’esponente di democrazia proletaria che per anni attraverso l’emittente radio Aut ha denunciato il potere mafioso nel territorio. In mattinata diverse scolaresche si sono recate in Casa Felicia. Alle 19 è prevista una esibizione dell’associazione Asd Arte Benessere e Cultura con le Ladies show di Claudia Sortino e alle 19.15 il concerto sul corso Umberto I a Cinisi organizzato dalla pro loco Cinisi 2.Zero.
«Oggi costruiremo un grande corteo di pace, - affermano gli organizzatori - memoria, lotta e impegno. Scenderemo in strada al fianco del popolo palestinese e di tutti i popoli in lotta per l’autodeterminazione per ribadire il nostro impegno per la pace, la solidarietà e la giustizia sociale».

«Quello che è successo a Monreale ci richiama tutti alla responsabilità e noi pensiamo che sia frutto di quella cultura mafiosa che ancora è forte e dilagante. Portare avanti o difendere la memoria di storie come quella di Peppino credo possa aiutarci ad avere punti di riferimento sani che rimandano a valori quali la giustizia sociale, la solidarietà, l’uguaglianza utili anche a contrastare questa mentalità», ha affermato Luisa Impastato, nipote di Peppino, nel corso delle manifestazioni per ricordare l’attivista.
«Cinisi in questi anni è cambiata - aggiunge la nipote di Impastato -. Oggi c'è la presenza delle istituzioni, c'è la presenza della scuola che in anni passati era per lo più assente, quando venivano scolaresche da ogni parte d’Italia. Sono segnali di vicinanza, segnali importanti di lavoro che è stato fatto in questi anni che ci da' grandi speranze».

Ad Impastato sarà intitolata una targa che dovrebbe essere installata a Villa Sperlinga. «A 47 anni dall’uccisione per mano mafiosa, la figura del giornalista e attivista Peppino Impastato resta un esempio moderno di ribellione e lotta al condizionamento di cosa nostra. Con coraggio e spirito di ribellione, Peppino Impastato ha generato e portato avanti una vera e propria rivoluzione culturale, sfidando apertamente i boss, proseguita negli anni dopo la sua morte dai familiari che non si sono mai stancati di cercare la verità su quel vigliacco agguato. La memoria di Peppino Impastato non deve essere dispersa e Palermo vuole continuare a ricordarlo. Per questa ragione, ho firmato una determina sindacale, con la condivisione del vicesindaco e assessore alla Toponomastica Cannella, per richiedere alla Prefettura l’installazione di una targa a Villa Sperlinga che celebra Peppino Impastato e la madre Felicia, quali testimoni della battaglia antimafia e dell’impegno sociale, in modo da realizzare il progetto voluto e sostenuto dal Comune di Palermo e proposto dagli studenti del Liceo Artistico Almeyda-Crispi». Così il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.