Il ministero: “Sanità in Sicilia, migliorano i conti, ma non i livelli assistenziali”

Di Redazione / 30 Marzo 2017

Le regioni in rosso – ovvero le 8 in Piano di rientro o commissariate – hanno migliorato i loro conti, ma un analogo miglioramento non si è registrato sul fronte delle cure garantite ai cittadini nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. Tanto che in 5 regioni – Calabria, Molise, Puglia, Sicilia e Campania – i Livelli essenziali di assistenza (Lea) risultano nel 2015 «sotto la soglia minima».

L’allerta arriva dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin che, in un’intervista all’ANSA, sottolinea come le prestazioni più carenti riguardino assistenza domiciliare, numero dei posti letto per l’assistenza residenziale, assistenza ai disabili, coperture vaccinali e screening per i tumori.

«Se possiamo dire che i piani di rientro e i commissariamenti hanno funzionato sotto il profilo economico – avverte Lorenzin – lo stesso non può dirsi per le cure. Il ministero verifica continuamente lo stato di salute della Sanità del Paese e in alcuni casi i progressi non sono stati molti. Anzi, alcune regioni hanno addirittura peggiorato i risultati» e «i commissariamenti, come li abbiamo immaginati fino ad oggi, hanno fatto il loro tempo».

Da qui la proposta: «Credo che dovremmo agire in maniera più mirata. Possiamo per esempio pensare di ridare alle Regioni la capacità decisionale completa. Ma noi come Stato dovremmo tempestivamente intervenire, commissariando le singole aziende sanitarie, a fronte di standard bassi di erogazione dei servizi».

Affermazioni alle quali i governatori delle Regioni rispondono difendendo il lavoro svolto. Quando lo Stato “commissaria, dovrebbe porsi il problema della inadeguatezza dello Stato medesimo, visto che i commissari appartengono ad esso», ribatte il presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità, Massimo Garavaglia.

E Vincenzo De Luca, presidente della Campania – la Regione con il peggiore punteggio per i Lea nel 2015, secondo i dati anticipati da Lorenzin – precisa che «il dato è del 2015; ad oggi noi siamo molto più avanti. Dobbiamo continuare così».
Anche il governatore pugliese Michele Emiliano spiega che «i dati sono relativi al 2015, ma dal 2016 la Puglia ha lavorato per un Piano che invertisse la rotta: la Regione ha stanziato risorse proprie per circa 70 milioni».

L’assessore alla Salute della Sicilia, Baldo Gucciardi, rileva da parte sua che i problemi non sono legati agli standard ospedalieri, ma alla veterinaria.

Sulla questione, il Codacons annuncia un esposto alla magistratura contabile, mentre l’Associazione chirurghi ospedalieri definisce «insostenibili 21 sistemi sanitari diversi», esprimendo «apprezzamento» per «il coraggio e la determinazione del ministro nell’affrontare il mancato raggiungimento dei Lea in 5 regioni». 

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