La rigenerazione della Favorita: dal restauro delle torri ai giardini ecco come sarà
Le tavole che raccontano il Piano di fattibilità sono esposte - da lunedì 26 a mercoledì 28 maggio - nelle scuderie di Villa Niscemi
La Favorita a Palermo
Un parco multifunzionale, un "quartiere vegetale" che cuce insieme funzioni ambientali, economico-produttive, sportive e ricreative: la Real Riserva della Favorita, il polmone verde di Palermo, si prepara a vivere una nuova vita. Il suo cuore è il Piano di fattibilità redatto dal gruppo di studio e di lavoro nominato un anno fa dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla e coordinato dall’agronomo e paesaggista Giuseppe Barbera. Le tavole che raccontano il Piano sono esposte - da lunedì 26 a mercoledì 28 maggio - nelle scuderie di Villa Niscemi, incorniciate dall’immagine grafica del progetto di rigenerazione: una corona di foglie, che rimanda all’origine reale del Parco, con il claim «Sarà di nuovo Favorita».
«La rigenerazione del Parco della Favorita è uno degli obiettivi posti da questa amministrazione comunale, quello di restituire alla città un polmone verde riqualificato e rivalorizzato con tutte le caratteristiche per diventare un punto di riferimento e di attrazione turistica dell’intero territorio regionale - dice il sindaco Lagalla -. Ringrazio il professore Barbera, gli assessori e tutto il team di esperti che ha lungamente lavorato a questo importante progetto e continuerà a farlo nei prossimi mesi». «La Favorita è un complesso mosaico paesaggistico di quattrocento ettari - spiega Giuseppe Barbera - un unicum dal fascino assoluto che può diventare uno dei parchi più belli d’Europa. E un’opportunità turistica straordinaria che i privati dovranno saper cogliere. Penso alla gestione degli agrumeti e frutteti urbani, ma anche a investimenti per la promozione. E si dovrà costruire un organismo di gestione pubblico-privato, coinvolgendo associazioni, enti del terzo settore, università, per accedere a bandi internazionali».
Tra i primi interventi della "nuova» Favorita finanziati con i 10 milioni del PON Metro e presentati oggi dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il restauro e la riattivazione delle quattro torri della Via dell’Acqua (la ciminiera, la torre dorica, la stele egizia con l'abbeveratoio, la fontana dell’Ercole Farnese); il recupero del "catusato» (l'acquedotto) di dodici chilometri progettato dal Marvuglia, e del grande serbatoio borbonico nascosto vicino all’ulivo monumentale. Il punto di accoglienza sarà a Case Rocca (probabilmente l’ex caseificio della Real tenuta), mentre i magazzini borbonici vicino all’ulivo secolare (dove si trovava la cantina reale) ospiteranno un hub con coworking, caffetteria, servizi, bike sharing: dove leggere un libro, riposarsi, sostare, un sito con un sistema energetico autonomo, sostenibile e carbon free.
La Palazzina Cinese dovrà ricollegarsi con la Città dei ragazzi e si riconnetterà al Museo etnografico Pitrè, attraverso il passaggio sotterraneo delle «cucine reali» di casa Borbone, per costituire un hub culturale e ricreativo e ricostituire quel sistema di giardini che si susseguono da piazza Niscemi a Città dei Ragazzi. Non esiste infatti un altro luogo nel mondo in cui leggere, tutta d’un fiato, la storia dei giardini europei. In poco più di mezz'ora si incontrano un giardino rinascimentale all’italiana, il merletto di siepi di un parterre alla francese alle spalle della Casina Cinese, un giardino romantico all’inglese con tanto di ingrottati e artifici nel giardino della Città dei Ragazzi, l’agrumeto mediterraneo e la lecceta artificiale di Bosco Niscemi.