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La selezione dei soccorritori del 118 con il click day: i dubbi dei sindacati

La "gara" per la somministrazione di personale vinta da Temporary con un ribasso del 99,57%

Antonio Giordano

04 Settembre 2025, 09:12

ambulanza

La selezione a costo zero, o quasi. Da ieri si è aperta la possibilità di presentare curriculum e attestati per candidarsi a diventare autista soccorritore, lavorando per il Seus 118 ma in somministrazione, ovvero assunti dall'agenzia per il lavoro Temporary. I costi dell'operazione per il Seus sono di poco più di 3 mila euro, in virtù di un'asta in cui la sezione palermitana di Temporary presentò un ribasso del 99,57 per cento.

La selezione dell'azienda è stata preceduta dagli allarmi dei sindacati, che nei mesi scorsi hanno prima chiesto di non usare la formula del click day per raccogliere le candidature degli aspiranti autisti soccorritori. L'azienda è andata avanti aprendo una pagina sulla propria piattaforma per raccogliere curriculum, documenti e attestati dei candidati. Le selezioni valgono per tutte le province siciliane, saranno aperte fino all'otto settembre e, si legge sulla pagina, saranno esaminate in ordine d'arrivo. Dunque non si tratta letteralmente di un click day, essendoci diversi giorni a disposizione, ma nelle prime ore di apertura della selezione l'esperienza degli aspiranti soccorritori è stata simile a quella di altri eventi simili, con rallentamenti e difficoltà d'accesso alla pagina. A commentare è il responsabile regionale di Temporary Orazio Giordano: «Si è trattato in realtà di meno di un'ora di rallentamenti. In alcuni momenti ci sono stati 10 mila contatti contemporanei sulla pagina».

Temporary si sta muovendo per un servizio ipotizzato di 18 mesi con una ripartizione oraria di impegno che in provincia di Palermo è prevista per 108.576 ore, a Catania 82.368, a Messina 63.648, a Trapani 39.312, ad Agrigento 31.824, a Siracusa 29.952, a Caltanissetta 26.208, a Ragusa 26.208 e a Enna 24.336 ore. Quando si svolse la gara d'appalto il margine previsto era di 759.534,37 euro, l'azienda vinse presentando una riduzione di 756.368,37 euro e tenendosi un margine di 3.166 euro. Un ribasso di quasi il cento per cento. A spiegarlo è lo stesso Orazio Giordano: «Siamo un gruppo presente sul territorio da 40 anni, da 30 facciamo somministrazione per cui a volte adottiamo queste scelte perché ne abbiamo un ritorno pubblicitario. Lavorare con Seus ci dà la possibilità di essere contattati da altre aziende del settore. La nostra è una scelta commerciale».

Quando si chiuderà la fase di raccolta inizierà quella di selezione. Racconta ancora Giordano: «Siamo una società privata che ha vinto una gara per la fornitura di personale somministrato, abbiamo concordato con il Seus, anche per una questione di trasparenza e di tutela del cliente, di convocare il triplo delle persone richieste per fare un colloquio conoscitivo e valutare i titoli». Come accade in questi casi i criteri con cui scegliere i lavoratori da dare in somministrazione sono di pertinenza dell'azienda, che però ha deciso di condividere il processo con il Seus.

Una procedura da cui però è esclusa qualsiasi partecipazione sindacale. Dice Renato Costa, responsabile sanità della Cgil: «Il problema quando l'iniziativa è del privato è che noi abbiamo poche possibilità di valutare: valgono le regole del privato. Se il privato deve assumere, noi non possiamo dire niente, non possiamo dire che devono farlo dalle graduatorie che già esistono, né che devono fare attenzione alle categorie fragili e così via. Noi non possiamo proprio dire niente. Qualcuno che ha responsabilità di governo potrebbe dire qualcosa, e se non interviene significa che non gli interessa».

Costa ne fa anche una questione di sorveglianza da parte del pubblico: «Noi siamo comunque convinti che le cose vadano monitorate, la trasparenza deve essere un valore in questa regione. Questo invece è un meccanismo che lascia fuori il sindacato, la tutela dei lavoratori. Il mercato vuole questo, ed è difficile accettare che in ciò che comprende la sanità debba esserci il mercato. Noi non abbiamo il controllo della filiera, che andrebbe governata tutta visto che si tratta di persone che hanno a che fare con il sistema sanitario regionale, ma dato che hanno un contratto convenzionato noi non possiamo dire niente».