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Mons. Lorefice nell’omelia per il Corpus Domini: «Palermo sia giardino e non mondezzaio»

L’Arcivescovo: «Questa nostra città  vuole e deve tornare ad essere spazio comune di legalità, di solidarietà e di convivenza pacifica»

Di Redazione |

«L'eucaristia convoca il mondo intero. Dilata sempre la Chiesa, le nostre comunità cristiane, i nostri cuori. «La mia carne che io darò è per la vita del mondo», per la vita di questa nostra città, che conosce incuria, povertà, violenza, indifferenza. Di questa nostra città che unisce il sangue dei martiri della giustizia e della fede, che vuole e deve tornare ad essere spazio comune di legalità, di solidarietà e di convivenza pacifica; giardino e non mondezzaio; di questa città che vuole riconoscere e onorare ogni corpo, a maggior ragione quando viene deposto nei suoi cimiteri in attesa della beatitudine della vita e della convivialità eterna». E' quanto ha detto l’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice oggi nell’omelia nel corso della celebrazione del Corpus Domini nella chiesa di San Domenico.

«Vivere è gustare la vita che scorre dentro e fuori di noi, accanto a noi e in ogni anfratto di questo giardino che ci ospita con al centro l’albero della vita. Vivere è condividere con altri il gusto della vita. Nelle nostre case, nelle nostre famiglie, nelle nostre città, nei luoghi di ritrovo, nelle strade, in montagna, in campagna, al mare. Il gusto ultimo del pane è la condivisione della vita, in ogni sua fase: dalla spensieratezza dell’infanzia, alla responsabilità dello stato adulto, alla gioiosa e sapiente eredità di memoria della vecchiaia» ha aggiunto. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA