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Rosa Balistreri, la voce che sfidò mafia e silenzio

Gli Amici della musica omaggiano a Villa Niscemi (8 settembre ore 21), a Palermo, la cantautrice siciliana

Mariangela Di Natale

07 Settembre 2025, 16:22

Rosa Balistreri

Rosa Balistreri

Intensa, ruvida, indomita. Nei suoi racconti e canti della tradizione siciliana, Rosa Balistreri ha regalato a un tempo «intrattenimento e valori ». Adesso, a 35 anni dalla sua scomparsa, Gli Amici della musica omaggiano a Villa Niscemi (8 settembre ore 21) la cantautrice Rosa Balistreri. Lo spettacolo, dal titolo Rosa – La cantatrice del Sud, vede tra i protagonisti la voce di Debora Troìa, vincitrice del Premio Rosa Balistreri 2018, accompagnata alla chitarra da Tobia Vaccaro, storico musicista che collaborò a lungo con l’artista. Sarà un excursus nella vita e nel repertorio di una delle più significative interpreti della cultura musicale dell’isola. La leggendaria artista della canzone popolare siciliana, definita "la cantatrice del Sud" prima di diventare tale sopportò povertà e abusi: la sua storia è stata anche al centro del film del regista palermitano Paolo Licata.

«L’amore che ho», uscito nelle sale nel 2024, ha ricevuto anche all’82ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2025, il riconoscimento «Filming Italy Venice Award» per la protagonista Donatella Finocchiaro nel ruolo di Rosa Balistreri. Un racconto intimo che offre uno sguardo nell’anima dell’incredibile destino di questa artista, che è stata non solo simbolo della potenza artistica del Mezzogiorno ma Balistreri è stata anche una cantautrice che ha lottato in prima linea per i diritti dei lavoratori, contro la mafia e a favore dell’emancipazione femminile, in un periodo storico cruciale per l’Italia e per il mondo intero.

Sebbene l'artista siciliana sia un nome nel panorama musicale dell'isola, della sua storia si conosce poco. Rosa Balistreri (Licata, 1927 – Palermo, 1990) è considerata la voce più autentica della Sicilia del Novecento. Nei suoi canti ha saputo raccontare con forza e dignità le difficoltà e le passioni di un popolo, diventando simbolo di riscatto e di verità. Tra i suoi brani più noti figurano Cu ti lu dissi, Terra ca nun senti, Mi votu e mi rivotu, Buttana di to ma, opere che hanno segnato in maniera indelebile la tradizione musicale popolare italiana. Rosa Balistreri ha rivoluzionato l’immagine della donna nella musica popolare italiana. In Sicilia era molto diffusa la figura del cantastorie, ovvero di colui che suonando la chitarra cantava veri e propri pezzi di cronaca, fatti di sangue e di politica, contro la mafia e le ingiustizie sociali. Ciò nonostante, all’epoca era praticamente impossibile immaginare una donna nel ruolo di cantastorie. Le donne non cantavano nella pubblica piazza. Le cantanti donne, di certo, non mancavano ma erano relegate quasi esclusivamente alla lirica oppure erano soubrette del varietà. Una figura come quella di Rosa Balistreri, invece, non si era mai vista. La sua fisicità si imponeva sul palco, la sua voce aveva una forza e una profondità unica. Era ruvida, era straziata e straziante. Era simile a un pianto, ma non era remissiva. Era indomita.
Chi ascoltava la sua voce non la dimenticava. Il suo carisma era magnetico, c’era comunque l’energia della speranza, la forza di chi si auspica un cambiamento. C’era l’amore per una terra, la Sicilia, difficile, ma meravigliosa: «una interprete di radici talmente profonde da arrivare dall’altra parte del globo".