Tornerà a scuola bimbo autistico emarginato da genitori compagni di classe. Lettera di scuse

Di Carmela Marino / 17 Novembre 2016

San Giuseppe Jato (Palermo) – «Quanto accaduto, nel momento in cui i genitori hanno deciso di non portare più i bambini a scuola, è un gesto deplorevole figlio di un’inclusione che quest’anno non stava più funzionando, a differenza dell’anno precedente. Ho chiesto all’Ufficio scolastico regionale di capire se ci sono le condizione per far funzionare le cose con la collaborazione di tutti». L’ha detto il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, che oggi ha visitato l’istituto scolastico “Riccobono” di San Giuseppe Jato, dopo che qualche settimana fa un bambino affetto da disturbi dello spetto autistico, sarebbe rimasto vittima di episodi di esclusione ed emarginazione: è rimasto solo in aula perché a causa della sua presenza i genitori dei compagni di classe avrebbero deciso di non mandare i propri figli a scuola. 


«Ho avuto – ha proseguito Faraone alla fine della visita – la collaborazione della preside e degli insegnanti, del consiglio di istituto, della mamma del bimbo che ha dato la propria disponibilità a volerci riprovare. Il piccolo la prossima settimana tornerà a scuola e questa è la cosa più importante».
«Verificheremo – ha concluso il sottosegretario – se questo percorso condiviso, che riguarda la scuola e il contesto complessivo, funziona. Se avverrà, come auspico, avremo fatto un bel servizio alla collettività altrimenti interverremo di nuovo. Sono fiducioso e vorrei evitare l’anomalia della presenza mia e dei dirigenti dell’Ufficio scolastico regionale per intervenire in situazioni come queste. La scuola funziona quando non c’è bisogno di un sottosegretario che viene qui».

«Ho vissuto con dolore quanto accaduto, certi argomenti che mi sono stati esposti non tengono – ha detto F.M. mamma del bimbo autistico – ». «Ho appreso quella mattina che mio figlio era solo con l’insegnante di sostegno e che non c’erano i compagni. In questi giorni, non è andato a scuola, gli ho detto che è chiusa per lavori. Oggi, alla presenza del sottosegretario Davide Faraone, abbiamo stabilito – continua la donna – di procedere a una sperimentazione di un mese, a partire dalla prossima settimana; se la situazione cambierà andremo avanti, altrimenti prenderemo altri provvedimenti».

«Siamo felici di aver attirato non solo l’attenzione dei media, che è stata molto delicata su questa vicenda, ma anche delle istituzioni e di aver creato bellezza dall’errore». Lo dice la presidente dell’associazione Parlautismo, Rosi Pennino, che ha visitato l’istituto Riccobono di San Giuseppe Jato.  «Questa esperienza deve servire d’esempio ad altri genitori – aggiunge – insegnando loro a non aver paura, a non chiudersi nel dolore. A volte molti genitori non ci fanno sapere cosa vivono. Questa mamma l’ha fatto, ha avuto il coraggio di dirci cosa era accaduto e come associazione vorremmo far saper a tutti che siamo punto di riferimento per questi problemi e siamo in grado di gestirli e superarli». 

I genitori dei compagni di classe del bimbo, hanno scritto una lettera alla mamma del piccolo, all’indomani della vicenda. A darne notizia è stata la preside dell’Istituto Natalia Scalisi.
«Nella lettera scrivono di essere costernati e affranti per quanto accaduto e per l’epilogo della vicenda, specificando – dice il dirigente scolastico mentre legge la missiva – che il gesto non voleva essere discriminatorio, dato che nella classe ci sono altri bimbi disabili. Le mamme sono lontane dal pensiero di voler offendere o danneggiare suo figlio né lei, ma è stato un tentativo, forse anche ingenuo, per accelerare ogni procedura burocratica avviata per ristabilire un clima di serenità all’ interno della classe». E ancora: «Vogliamo dirle che il gesto che può prestarsi a facili fraintendimenti e strumentalizzazioni è stato compiuto sotto la spinta dell’impulsività, ma sicuramente in buona fede». «Le chiediamo – conclude – di riportare suo figlio nuovamente a scuola e di ricreare il clima di collaborazione e dialogo preesistente». 

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