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Acireale, un ballottaggio che sembra un “referendum” sulla giustizia: tutti i retroscena

Barbagallo resta favorito nonostante la bufera mentre su Garozzo si ricompatta il centrodestra.

Di Redazione |

Tira una strana aria. Pesante. Ammorbata dalle esalazioni di una campagna elettorale brutta come non mai. Ma si respira anche una certa orgogliosa fierezza, una sensazione – molto più diffusa di quanto sembri – che nei prossimi giorni si dovrà prendere una decisione importante. Quasi storica. E stavolta, ad Acireale, chi sceglierà di non scegliere avrà perso. O di qua o di là. O con l’uno o con l’altro. Coppi o Bartali, Beatles o Rolling Stones. Persino Monarchia o Repubblica, perché in fondo quello di domenica e lunedì è un vero referendum. Sì o no a Roberto Barbagallo, ex sindaco ricandidato (e in vantaggio al primo turno col 34%), tempestato da guai giudiziari eppure amatissimo in città. E, nonostante tutto, ancora favorito su un altro primo cittadino che aspira al ritorno: Nino Garozzo, sostenuto da (quasi) tutto il centrodestra, che è rimasto poco sopra il 26%.

Sfida o derby?

Etichettarlo come l’ennesimo derby fra Nicola D’Agostino (l’ingegnere era il giovanissimo portaborse del deputato regionale di Forza Italia) e Basilio Catanoso (l’ex deputato, leader della destra acese, è stato il main sponsor, assieme al ministro Adolfo Urso, della candidatura del quotato penalista) sarebbe un marchiano errore di lettura. La sfida porta con sé dell’altro. C’è una storia umana, prima che politica. Quella di Barbagallo, arrestato mentre era in carica nel 2018 per richieste illecite a un vigile urbano e condannato in primo grado a un anno e quattro mesi (pena sospesa), ora in attesa dell’appello dal quale si dice certo di uscire assolto. Se fosse così c’è già un’altra grana che lo aspetta: le relazioni pericolose ipotizzate in un’informativa della polizia.

Il caso Acireale è un caso nazionale

Ora, aspettando con neutrale distacco l’esito di processi e inchieste, c’è un legittimo dubbio che galleggia in queste ore: i cittadini possono fidarsi di un sindaco che, al di là del codice penale, «non sa distinguere il bene dal male?», chiede con sottilissima e non certo disinteressata malizia proprio il meloniano Catanoso. Ma una risposta, prima ancora che emergessero («con una tempistica molto più che sospetta», sostengono i sostenitori di Barbagallo) le ultime intercettazioni opache, gli acesi l’hanno già data il 28 e 29 maggio. Con oltre 10mila voti, vicino ma non vicinissimo alla vittoria al primo turno. Che ci sarebbe stata, se avesse incassato le stesse preferenze delle sue otto liste: sommandole, si arriva al 41,1%. E allora, mentre il caso Acireale diventa caso nazionale e oggetto di sollecitazioni a Viminale e Antimafia, oltre che terreno di una resa dei conti nel centrodestra siciliano, bisognerebbe scendere dalla cattedra da accademici della legalità e farsi una sola domanda senza pregiudizi: gli acesi vogliono ancora Barbagallo?E dietro la risposta si annida anche l’altro senso “referendario” del ballottaggio. Un quesito, molto più intimo, di coscienza. Una consultazione sulla giustizia, quella esercitata nei tribunali e quella percepita fuori. In questi giorni, racconta Alfonso Sciacca, preside-galantuomo in pensione, «dal barbiere si discuteva di elezioni». E c’era chi «a gran voce proclamava che non avrebbe votato per Barbagallo e lo ascoltavano un po’ impauriti». Un cenno al barbiere «di tenere a posto il rasoio» e l’endorsement per l’ex sindaco: «Il popolo crede nella sua innocenza». E una suggestione autocensurata in quel contesto, forse perché non l’avrebbero capita: «È una sfida prometeica e io sto con Barbagallo, con Prometeo il disobbediente».

Tutti gli intrecci di questa elezione

Ora, senza scomodare i miti greci, il punto è proprio questo. Se gli acesi eleggessero Barbagallo – nonostante lo spettro della sospensione in stile Salvo Pogliese per la legge Severino, nonostante il grigiore di quell’informativa, nonostante lo spettro evocato dagli avversari di un futuro-futuribile scioglimento del Comune per mafia – farebbero giustizia della Giustizia?Di fronte a questo dilemma, anche gli intrecci politici – e in quest’elezione qui ce ne sono davvero tanti – passano quasi in secondo piano. L’investimento di Renato Schifani e di Forza Italia siciliana sull’asse con D’Agostino, costringendo Marco Falcone a far convergere la sua lista (al primo turno con Nino Nicotra) su Barbagallo, mettendo sul piatto anche il rimpasto in giunta; la diaspora meloniana, con Pogliese, da sempre legato a Catanoso, al fianco di Garozzo, e i golden boy Gaetano Galvagno e Manlio Messina fuori dal seminato del centrodestra sostenendo Nicotra (per molto meno, a Trapani, il leghista Mimmo Turano è stato lapidato da FdI); la telefonata di Ignazio La Russa al suo pupillo presidente dell’Ars – tentato, sin dall’inizio, di andare con Barbagallo – per rimetterlo in riga «perché ad Acireale questo sgarbo a Urso non glielo posso fare»; l’expoit della Lega di Luca Sammartino, unica lista in doppia cifra, che porta in consiglio più d’uno della decina totale di “caffisti” eletti in tutte le liste; la tenuta del Pd che ora, dopo avergli strizzato l’occhio fino a sfiorare l’accordo al primo turno, osteggia Barbagallo quasi più del centrodestra, anche perché se vincesse Garozzo scatterebbe il seggio per l’assistente parlamentare dell’altro Barbagallo (Anthony, segretario regionale dem); l’autodissoluzione del M5S che, dopo aver eletto nel 2018 il sindaco Stefano Alì ora non ha avuto la capacità (o forse la faccia) di presentare nemmeno una lista; il record negativo della storia politica di Cateno De Luca (33 voti, lo 0,12%) ad Acireale insolito alleato del centrodestra.E via politicando. Ma adesso qui è diverso. In palio non c’è soltanto una fascia tricolore. C’è il Volksgeist, lo spirito del popolo. Acese. Non esiste, a priori, una scelta giusta. Né una sbagliata. Perché stavolta chi sono i buoni e chi i cattivi lo deciderà quella stramaledetta meraviglia che si ostinano a chiamare democrazia.Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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