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Calenda non molla la presa...dello scontro con la Regione. Caruso: «Ignora i dati della ripresa»

Il leader di Azione è tornato,a margine di una conferenza stampa a Palermo a cui ha partecipato anche il deputato regionale Ismaele La Vardera, sulla questione dell'abolizione del voto segreto

Redazione La Sicilia

17 Settembre 2025, 18:59

Carlo Calenda, Renato Schifani

Carlo Calenda, Renato Schifani

«Schifani dice che ho offeso la Sicilia? A offenderla è il modo in cui lui gestisce le nomine di società che dovrebbero fare il bene dei siciliani, usate come scambio per il tesseramento di Forza Italia, i siciliani devono liberarsi da questo giogo. Schifani pensa di essere dio, come Luigi XIV in Francia».

Il leader di Azione, Carlo Calenda, a margine di una conferenza stampa a Palermo a cui ha partecipato anche il deputato regionale Ismaele La Vardera, leader del movimento Controcorrente, torna sullo scontro avuto prima con Schifani e successivamente anche con Cuffaro dopo le sue dichiarazioni sull'opportunità di abolire nell'Isola il voto segreto.
«All’Assemblea regionale siciliana c'è il voto segreto che non c'è in alcun altro consiglio regionale - ha aggiunto -. Mi associo alla proposta del deputato La Vardera di abolirlo, una barbarie che consente ai deputati di esercitare un indebito ricatto sul lavoro della giunta. Qui ci sono scandali che non ci sono altrove. L’opposizione rinunci alle mancette, faccio appello a Conte e Schlein».

«Schifani ha nominato a capo dell’Azienda siciliana trasporti il figlio di Genovese, un ragazzo senza alcuna esperienza, solo perché ha bisogno del sostegno di Raffaele Lombardo. Questo è il vero insulto alla Sicilia, su 50 nomine non ce n'è una che non abbia accanto il partito di riferimento. Quando ero ministro non ho mai nominato uno che conoscessi prima», ha continuato Calenda.
«Perché alcuni hanno lasciato Azione? Non dovreste chiederlo a me, semmai a loro - ha aggiunto -. Fabrizio Ferrandelli che era di +Europa e abbiamo candidato sindaco a Palermo mi ha detto che ha accettato di fare l’assessore a Palermo perché ha bisogno dei voti e di agibilità politica, ma che ragionamento è? Uno deve fare l’assessore per migliorare i servizi, si è bevuto il cervello?».
«Ci sono tanti siciliani in gamba che vivono altrove - ha continuato - e che farebbero carte false per avere la possibilità di risanare l’azienda partecipata di un comune e fare questo lavoro, ma non è possibile perché ogni nomina è voluta da un partito. Negli ultimi 80 anni abbiamo assistito al fallimento dello Statuto speciale, la Regione non esiste per sé ma per assicurare servizi, i siciliani hanno lo stesso diritto di tutti gli italiani, non sono cittadini di serie B. Ogni anno 40 mila giovani lasciano questa Regione».

«I siciliani hanno bisogno che lo Stato si occupi direttamente di loro perché l’Assemblea regionale siciliana non lo fa, come dimostrano le nomine che servono solo a piazzare chi non è stato eletto. Sono scene vergognose e indegne».
«Io sono stato eletto in Sicilia come senatore - ha continuato Calenda - e sono venuto qui per dire che quello che sta facendo la Regione è sbagliato, dico le stesse cose che ho detto a Schifani durante la festa di Fi. L’ho risentito? No, ma dico quello che penso. La Sicilia oggi è ultima per qualità della rete ferroviaria, idrica, fognaria, per uso del trasporto pubblico, penultima per le prestazioni sanitarie, prima per uso delle discariche, prima per giovani che non lavorano, seconda per evasione fiscale. I siciliani non possono essere condannati a questo scempio a opera di una classe politica feudale, è un sistema che va interrotto».

A Calenda replica nell'immediato il coordinatore regionale di Forza Italia Marcello Caruso. «Calenda parla di indecenza ma ignora i dati economici: negli ultimi due anni Bankitalia e Istat hanno certificato che la Sicilia è stata una delle poche regioni a registrare una crescita doppia rispetto alla media nazionale, con un aumento del Pil dell’1,3% nel 2024 e del 2,1% nel 2023. L’occupazione è salita del 4,6%, ben oltre il resto del Paese e del Mezzogiorno. Il disavanzo, che all’inizio della legislatura era enorme, è stato quasi azzerato grazie a una gestione seria e rigorosa, rafforzando così la credibilità finanziaria della Regione riconosciuta anche dalle agenzie di rating internazionali. Questa non è barbarie, ma ripresa concreta».

«Oltre ai dati economici positivi - prosegue - la Sicilia sta affrontando con decisione anche il problema dei rifiuti. Il presidente Schifani ha dimostrato di avere la fermezza necessaria per superare decenni di inerzia e speculazioni, promuovendo una politica del fare, lontana dalla demagogia. La scelta strategica di puntare sui termovalorizzatori è un passo concreto e necessario per migliorare la qualità della vita dei cittadini, ridurre i costi di gestione e contrastare le situazioni opache che spesso hanno caratterizzato questo settore. Per non parlare della semplificazione amministrativa e delle politiche liberali varate in questi anni che stando rendendo la nostra isola sempre più attrattiva».