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Cancelleri sulla svolta di Musumeci : «Farà portatore d’acqua alla Lega che se ne frega dell’Isola»

Di Mario Barresi |

Giancarlo Cancelleri, che idea s’è fatto della svolta annunciata sabato da Musumeci?

«Ho letto qualche lancio d’agenzia e visto sprazzi di video. L’impressione che ho avuto è quella di un presidente della Regione che, davanti a poche centinaia di fedelissimi, ufficializza la corte, spietata e spudorata, che sta facendo a Salvini, con un respiro politico che va dai 45 ai 90 gradi. L’unica novità mi sembra questa. Perché per il resto riesce a fare l’unica cosa che gli è rimasta: insultare noi del movimento 5 stelle. Oltre a chiamarci vampiri e impostori, dice che siamo livorosi. Lui che ha fatto del livore e dell’odio le uniche cifre di un governo inesistente».

E dire che, fino a poco tempo fa, eravate voi grillini a corteggiare Musumeci per una sorta di “contratto di governo” che lui ha rifiutato…

«Non l’abbiamo mai corteggiato, gli abbiamo proposto di fare assieme cinque-sei riforme per la Sicilia a patto che si liberasse dei suoi impresentabili. Ma lui non ha voluto. E sa perché? Perché ha trovato il suo equilibrio, la sua strategia. Resta immobile e imperturbabile, dando sempre la colpa agli altri: i governi del Pd, i grillini, gli alieni, Toninelli, Trump… È sempre colpa di qualcun altro, Musumeci fa spallucce persino sugli alleati e io comincio a guardare con simpatia a Miccichè che non lo sopporta ma lo tollera…».

Addirittura… Non le sembra di esagerare?

«No. Perché il governatore riesce a riabilitare chiunque, al confronto. Persino Crocetta, narciso ed evanescente, aveva un suo perché. Siamo passati dal crocettismo al cricetismo. Musumeci è politicamente un criceto: sta quasi sempre in letargo ed esce dalla tana solo per sfamare il proprio ego, sapendo solo galleggiare».

Però deve ammettere che l’asse fra Musumeci e la Lega è una mossa che mette il M5S siciliano in un angolo. Niente più “governo regionale ombra”, a Roma la Sicilia busserà a Salvini…

«Sinceramente proporsi come aspirante portatore d’acqua a un partito a cui della Sicilia non gliene frega niente, vedasi quote tonno e creditrici della Cmc, non mi sembra poi una mossa così geniale… Musumeci vuole fare il sicilianista ammiccando a Salvini? Faccia pure. Ma, anziché dire che Toninelli è una “calamità naturale”, perché non dice che il ministro lo sta aspettando per nominare il commissario per sbloccare i cantieri delle strade provinciali e che l’iter è bloccato perché Musumeci, capriccioso come un bambino piccolo, il commissario vuole farlo lui?».

All’Ars, nel corso della seduta sulla questione morale, il governatore ha detto: «La politica deve smettere di intercettare sollecitazioni che non appartengono alle istituzioni». E ha attaccato lei che vuole fare il «mediatore»…

«Ha volutamente mistificato le parole di una mia intervista al vostro giornale. Io non faccio, né voglio fare, il mediatore fra le istituzioni regionali e il governo nazionale. Musumeci, Armao e gli altri hanno i loro canali. Io avevo detto che in Sicilia in tanti, cittadini e imprese, parlano con noi per portare delle istanze legittime a Roma. E noi li ascoltiamo. Se il senso è chiaro, e per me lo è, allora non sbaglio io a fare il mediatore, ma sbaglia Musumeci a fare il presidente inesistente».

Perché non ha preso la parola nella seduta sulla questione morale?

«Non volevo togliere spazio ai miei e poi il tema non mi appassionava. Miccichè ha contingentato i tempi: pochi minuti per i deputati, quasi un’ora al governatore per fargli dire il nulla. Il festival delle contraddizioni: ha detto che la politica deve arrivare prima della giustizia e poi ha confermato la fiducia ai suoi indagati finché non saranno condannati. Ma se ciò dovesse accadere, più che Musumeci deciderà la Severino. Intesa come legge…».

Sul taglio dei vitalizi all’Ars si va avanti adagio.

«S’è formato uno strano asse Miccichè-Cracolici. Strano fino a un certo punto, perché sono entrambi portatori di interessi, poiché futuri beneficiari. Secondo me il termine per il taglio era il 30 maggio, loro sostengono che non era perentorio. Al di là di questo, secondo me vogliono arrivare a una legge fatta apposta per essere impugnata alla Corte costituzionale, in modo da sollevare il caso. Il tutto nel silenzio di Musumeci, che non dice una sillaba sul fatto che, per non tagliare 5 milioni a qualche decina di ex deputato la Sicilia, che sospende il servizio degli autobus perché mancano 50 milioni, ne perderà 70 per il mancato taglio dei vitalizi».

A che punto è la riorganizzazione del M5S dopo la scoppola nazionale alle Europee?

«Di Maio sta concludendo gli incontri con i portavoce a tutti i livelli. E a breve comincerà un tour per ascoltare gli attivisti in tutte le regioni. La tappa in Sicilia dovrebbe essere il 5 agosto: ci saranno cinque ore di focus in cui ognuno potrà dire la sua davanti al capo politico. Entro la fine dell’estate dovrebbe essere definita una nuova struttura che faccia funzionare meglio il movimento. Noi restiamo convinti che l’esperienza siciliana sia un patrimonio nazionale. Un modello che mettiamo a disposizione, con umiltà, ma dando un chiaro punto di caduta a numeri elettorali che sono oggettivi».

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