L'inchiesta si allarga
Caos alla Regione, dopo Galvagno indagata per corruzione anche l’assessore Amata
Si allarga l'inchiesta della Precura e della guardia di finanza di Palermo. Il presidente dell'Ars parlerà davanti l'Assemblea
L’assessore regionale al turismo della Regione Siciliana, Elvira Amata, è indagata per corruzione nell’ambito di una complessa inchiesta della Procura di Palermo che coinvolge anche il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno.
La notifica della proroga delle indagini è stata consegnata dalla Guardia di Finanza, che sta approfondendo i finanziamenti pubblici destinati a eventi culturali organizzati da fondazioni ed enti, in cambio di incarichi e consulenze per lo staff di Galvagno.
L’inchiesta, che trae origine dalle polemiche sulla costosa mostra promossa dalla Regione Sicilia durante il Festival di Cannes, ha ampliato il proprio raggio d’azione fino a coinvolgere diversi soggetti e gli indagati sono nove tra cui la portavoce di Galvagno, Sabrina De Capitani, che si è dimessa dall’incarico («Sono devastata» ha detto), la presidente della Fondazione Dragotto, Marcella Cannariato, l’imprenditore organizzatore di eventi Nuccio La Ferlita e una dipendente della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, Marianna Amato.
Secondo le intercettazioni acquisite, gli indagati avrebbero stipulato accordi corruttivi che prevedevano la concessione di contributi pubblici in cambio di favori e incarichi fittizi, con la finalità di mascherare tangenti. In particolare, la Fondazione Dragotto avrebbe ricevuto finanziamenti per eventi come il “Magico Natale”, con discussioni su cifre rilevanti e promesse di incarichi futuri per i collaboratori di Galvagno.
L’assessore Amata, esponente di Fratelli d’Italia, ha dichiarato di essere «molto serena e fiduciosa» e di non aver approfondito i dettagli delle accuse, in quanto l’atto notificato indicava solo la fattispecie penale e la scadenza delle indagini. Il suo legale, l’avvocato Sebastiano Campanella, ha sottolineato che la proroga delle indagini è un atto dovuto e non esclude possibili sviluppi favorevoli come l’archiviazione.
Martedì il presidente Galvagno riferirà in Parlamento regionale sull’inchiesta che lo vede indagato anche per peculato, relativo a due finanziamenti pubblici concessi in cambio di regalie e per l’uso irregolare dell’auto blu. La seduta è prevista per le 14, prima della sua partenza per Bruxelles.
La vicenda ha suscitato reazioni politiche forti. Roberta Schillaci, vice capogruppo del Movimento Cinque Stelle all’Ars: «L’inchiesta giudiziaria che coinvolge la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana sta assumendo, giorno dopo giorno, contorni sempre più delicati, che suscitano legittime domande e richiedono una riflessione seria sul ruolo e sulla funzione di rappresentanza della massima istituzione parlamentare della nostra Regione. In un momento così cruciale, con alle porte le prossime manovre finanziarie, l’Assemblea deve potersi esprimere con piena autorevolezza, al riparo da ogni ombra o elemento di opacità che possa indebolirne la credibilità agli occhi dei cittadini. Occorre trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche – sottolinea la Cinquestelle -, da orientare esclusivamente per rispondere con efficacia ai bisogni reali dei territori siciliani. Il Parlamento siciliano è un’istituzione che rappresenta l’intera comunità regionale e proprio per questo va protetto, preservato e posto nelle condizioni migliori. Riteniamo che ogni valutazione ed eventuale passo indietro, utili a salvaguardare il prestigio e la piena operatività dell’Assemblea, debbano essere presi in considerazione con spirito istituzionale e senso di responsabilità, in attesa che la magistratura faccia il suo corso».
Il deputato e leader di Controcorrente Ismaele La Vardera è stato durissimo: «Siamo arrivati al punto più basso della legislatura, dopo l’indagine per corruzione che riguarda il presidente Galvagno anche l’assessore regionale Elvira Amata risulterebbe indagata per corruzione. Un quadro desolante che dovrebbe portare il presidente Schifani ad un sussulto di dignità sollevandola dall’incarico in attesa delle risultanze investigative a garanzia dell’onorabilità di un regione al centro di un vero e proprio terremoto. La politica deve arrivare prima della magistratura».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA