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Catania, tra progressisti riparte il confronto: Florio (“pupillo” di Conte) in pole position

Dopo il no di Abramo, Pd in tilt. Domenica il via libera al giovane avvocato del M5S?

Di Mario Barresi |

Si ricomincia. Da zero. O quasi. Superato lo shock del passo indietro di Emiliano Abramo, il fronte progressista fa spogliatoio. M5S, Pd, Sinistra italiana ed Europa Verde «si impegnano a rappresentare il patrimonio etico, politico e progettuale emerso dai tavoli e dal programma, ricco e innovativo, che da questi è scaturito».

Impazza la giostra del dopo Adamo

E il candidato sindaco? I partiti assicurano che il nome (anzi: il ticket) emergerà da «una serie di incontri programmati nel fine settimana». L’ultimo, a cui parteciperanno anche Anthony Barbagallo e Nuccio Di Paola, è previsto domenica. Potrebbe essere quello decisivo, anche perché non c’è tempo da perdere.E infatti la giostra del dopo Abramo gira già all’impazzata. Il M5S, subito dopo il passo indietro del presidente etneo di Sant’Egidio (comunque considerato una proposta del Pd), ha avuto il riflesso condizionato di buttare nella mischia il proprio candidato di bandiera: Graziano Bonaccorsi, capogruppo grillino in consiglio comunale. Ma potrebbe non essere il nome definitivo. Perché, in un «proficuo confronto» con il Pd, è venuta fuori una nuova proposta che «potrebbe incarnare a Catania il nuovo corso dell’asse fra Conte e Schlein».

L’accordo in via di perfezionamento

Questa è la versione che gira fra i giallorossi su un accordo in via di perfezionamento: mettere in campo Antonio Florio, 33 anni, avvocato civilista, espresso dal M5S e gradito al Pd. Esponente di una notissima miglia di legali (il padre, Fabio, fu presidente dell’Ordine catanese, colleghi pure la madre Gabriella, la sorella Federica e il fratello Fabrizio) titolari di un prestigioso studio fondato a fine ‘800. «Sono stato educato sulla base dei principi come onestà e solidarietà, nell’ottica di un continuo migliorarsi grazie allo studio e al lavoro, con il rispetto delle memoria delle mie origini che affondano le radici in quattro generazioni di giuristi, dediti inoltre alla gestione della res pubblica e in particolar modo alla politica forense». scrive nel profilo sul sito del M5S.

Il giovane Florio

Ma il giovane Florio non è un “semplice” attivista. In un curriculum ricco, a dispetto dell’età (laurea a Catania, master in Diritto privato europeo alla Sapienza, ha costituto l’Associazione italiana giovani giuristi), spicca anche, dal 2017, il ruolo di collaboratore nel rinomato studio legale Alpa. Cioè quello di Guido Alpa, fra i maggiori civilisti internazionali, maestro e mentore di Giuseppe Conte. È in questo contesto che il giovane avvocato catanese si fa notare e apprezzare, fino al punto di diventare una presenza frequente (lui sempre elegante, ma molto discreto) prima a Palazzo Chigi e poi nelle stanze grilline dei bottoni. Florio ha provato a candidarsi alla Camera nel 2022, ma s’è fermato alle qualificazioni: non è entrato in lista, bocciato alle parlamentarie web. Nonostante la compenetrazione nei principi che l’hanno fatto avvicinare al M5S: «Giustizia sociale, rispetto della persona, tutela del più debole». Il nuovo statuto di Conte? Una «guida per tutti i cittadini», lo definisce.

Non è dato sapere se ci sia pure la bollinatura del nuovo Nazareno. Eppure Florio piace molto ai vertici (nazionali e regionali) del M5S. E non dispiace a chi nel Pd gli attribuisce la potenziale capacità di «allargare la base del consenso» anche a una parte più moderata di città, fra professionisti e salotti buoni. Il segretario regionale dem, dopo il flop con Abramo, non può giocare troppo all’attacco. Soprattutto perché non ha altri nomi. Ma, oltre a considerare Bonaccorsi «troppo debole», è ostinato sul niet a Niccolò Notarbartolo, un dem gradito al Forum CataniaPuò (che ha incassato l’«assoluta indisponibilità» del docente Maurizio Caserta). L’ex consigliere comunale, raccontano, ha “osato” definire «indegno» il doppio ruolo di deputato regionale e nazionale di Barbagallo, che poi ha scelto il seggio alla Camera. E ha rotto con Notarbartolo. E dunque ben venga Florio. Che però deve guardarsi dal fuoco amico. Il giovane avvocato vive fra Roma e Catania, ma nel M5S locale viene considerato una specie di “alieno”. «Ma questo che vuole fare?», si chiedevano – piuttosto spazientiti – gli attivisti più ortodossi quando, di recente, provò a organizzare «un momento conviviale» in città. I grillini doc, accarezzando sempre il sogno della deroga all’ex ministra Nunzia Catalfo, spingono per Bonaccorsi, «uno di noi». Ma fino a che punto sono disposti a opporre resistenza al “pupillo” di Conte?Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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