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«Che fai? Mi cacci?», l’ultimo scontro tra Musumeci e Stancanelli

Di Mario Barresi |

CATANIA – «Che fai, mi cacci?». A un certo punto, nel pomeriggio di ieri, al congresso di DiventeràBellissima sembrava scorrere la scena di un film già visto. Quello dello scontro fra Berlusconi e Fini poco prima della rottura del giocattolo del Pdl. Cambiano gli interpreti e il contesto, ma la sensazione resta quella. Il punto di partenza è un preciso passaggio di Nello Musumeci, nel discorso della mattinata. Dopo aver esplicitato la richiesta di neutralità alle Europee, il leader del movimento precisa anche la “punizione”: «Ogni iscritto e ogni dirigente è tenuto a tenersi estraneo dal fare campagna elettorale altrimenti viene cacciato fuori, sarò inesorabile. Se invece il congresso dovesse decidere altre cose, mi allineerò al mandato del congresso». Il che, sapendo con certezza che Raffaele Stancanelli lavora da tempo alla lista di Giorgia Meloni, per la quale vorrebbe che ci fosse il sostegno del movimento, pur «in un progetto di costituzione di un nuovo soggetto politico che ci veda protagonisti», significa soltanto una cosa: se continui su questa strada, sei fuori.

Il senatore meloniano fa buon viso a cattivo gioco. Non muove neanche una cellula del viso neanche quando Nello gli rinfaccia: «Abbiamo accettato, obtorto collo, che un nostro parlamantare eletto nella lista della Meloni fosse stato costretto a iscriversi al loro gruppo parlamentare». Ignazio La Russa, generale meloniano fra gli ospiti, dopo aver ostentato un sorriso di facciata per quasi un’ora, a quel punto ha capito l’antifona. E ha già lasciato la sala dello Sheraton, incrociandosi con Enzo Trantino, altro mostro sacro della destra, che entra al congresso. Manlio Messina, giovane coordinatore regionale di FdI e predestinato alla staffetta con Sandro Pappalardo in giunta regionale, è vistosamente innervosito. E subito dopo che Musumeci sbatte l’ultima porta in faccia ai sovranisti è già pure lui all’uscita. Questa alleanza non s’ha da fare.

Ma lo scontro, adesso, è tutto interno. «Come può un movimento rispondere a chi ci chiede cosa fare per le Europee, “non facciamo nulla”? Dobbiamo essere partecipi alle elezioni – sbotta l’ex sindaco di Catania – per essere partecipi alla creazione del nuovo soggetto politico, qui non c’è da confluire da nessuna parte».

Ormai la frittata è fatta. Durante la pausa pranzo, subito dopo l’intervento di Musumeci, sono in molti a esprimere perplessità sul fatto di saltare un giro alle Europee, ma ancora di più sulla previsione di una “pena” per chi dovesse fare campagna elettorale per qualcuno. C’è addirittura chi addita il fitto dialogo dello stesso Ruggero Razza con ambienti di Forza Italia per un euro-“aiutino” a un candidato: era circolato anche l’identikit di Giovanni La Via. Ma l’assessore-pretoriano di Musumeci smentisce seccamente.

Stancanelli ha parlato a lungo con Gino Ioppolo, che guidava i lavori dell’assemblea in attesa di essere incoronato – nonostante le sue ritrosie – coordinatore regionale di DiventeràBellissima. Al sindaco di Caltagirone il senatore ha chiesto di separare le due mozioni congressuali (una sul sostegno più forte del movimento al cammino del governo Musumeci e un’altra sulle Europee), ma alla fine la risposta è stata no. Anche perché tutti i deputati regionali, compreso qualcuno fino a poco tempo fa più perplesso, fanno blocco. «Per Diventerà Bellissima – si legge in una nota firmata da Alessandro Aricò, Giusy Savarino, Pino Galluzzo, Giorgio Assenza e Giuseppe Zitelli – il successo dell’azione di governo e il bene dei siciliani prevalgono sui pur legittimi interessi politici di parte. Auguriamo a tutte le forze politiche di centrodestra che sostengono il governo Musumeci un ampio successo elettorale, nella consapevolezza che il risultato della coalizione sarà reso ancora più agevole dal buon governo di questi mesi difficili». Insomma: buon viaggio, noi scendiamo qui.

Nel pomeriggio l’altro siparietto. Stancanelli ha ripreso la parola: «Dire siete tutti liberi e poi prevedere l’espulsione è una contraddizione», ha ribadito. Costringendo Musumeci a ribattere con gelida durezza: «Se il senatore Stancanelli non può fare a meno di fare campagna elettorale, sono problemi suoi. Troverà il modo per rispettare le nostre regole». E a questo punto scorrono già i titoli di coda.

Twitter: @MarioBarresi

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