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«Costruzione illegittima» sull’attico di Galvagno a Catania: i consiglieri comunali ne chiedono conto

L’ampliamento, sul terrazzo, sarebbe avvenuto in deroga al Piano regolatore generale che in corso delle Province non prevede nuove costruzioni

Luisa Santangelo

27 Settembre 2025, 16:15

gaetano galvagno

La domanda, alla fine della fiera, è semplice: tutti i cittadini sono uguali o c’è qualcuno più uguale degli altri? Se lo chiedono i cinque consiglieri comunali di opposizione di Catania in un’interrogazione (primo firmatario Graziano Bonaccorsi, Movimento 5 stelle) che ha per protagonista il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno (Fratelli d’Italia).

Il caso, raccontato ieri dal quotidiano Domani, riguarda i criteri con i quali è stato concesso a Galvagno l’ampliamento volumetrico del suo appartamento in corso delle Province, a Catania: la possibilità di costruire sulla terrazza sopra all’undicesimo piano, realizzando una scala di collegamento. Di fatto, aggiungendo 106 metri quadri alla casa di proprietà del presidente dell’Ars, sfruttando prima le possibilità previste dal Piano Casa (non più in vigore dal 2023) e poi quelle di una legge del 2011 sulla «razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente».

Il permesso di costruire per la chiusura di una porzione di terrazzo «viene autorizzato dal direttore dell’Urbanistica», si legge nell’interrogazione depositata il 25 settembre, «ed è stato rilasciato senza il preventivo parere del consiglio comunale». Inoltre, oltre al fatto che l’ampliamento sarebbe avvenuto in deroga al Piano regolatore generale che in corso delle Province non prevede nuove costruzioni, «la volumetria aggiuntiva è stata calcolata sull’intero edificio condominiale e non sulla sola proprietà del richiedente, senza alcun atto pubblico di cessione di volumetria da parte degli altri condomini».

Da questo, oltre che dai dubbi sull’effettivo efficientamento energetico realizzato (e previsto dalla normativa), le domande dei consiglieri. Anche per conoscere quale «sia l’interesse pubblico che avrebbe giustificato l’intervento in deroga al Prg, considerato che lo stesso è finalizzato a un ampliamento di una singola unità immobiliare privata in una zona residenziale di pregio» e «se l’amministrazione intenda avviare un procedimento di autotutela per l’annullamento del titolo edilizio, in ragione dei profili di illegittimità evidenziati».