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Europee, la profezia di Cuffaro: «Coi voti miei e di Lombardo, Forza Italia può superare anche FdI»

Nostra intervista al leader della Democrazia Cristiana, cacciato dalla porta e rientrato dalla finestra grazie all'accordo con Noi moderati: «Alla lista due seggi in Sicilia»

Mario Barresi

12 Maggio 2024, 16:39

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Cuffaro ci dà la sua terzina? «Voto secco a Massimo Dell’Utri: è cresciuto con noi, sulla sua democristianità non c’è nemmeno bisogno di fare il test. Si comincia domani (oggi per chi legge, ndr) con una mega manifestazione ad Agrigento, poi lunedì (domani, ndr) la seconda, altrettanto mega, a Palermo, sempre con Maurizio Lupi presente». Totò Cuffaro ha acceso la macchina: la sua Dc lancia la campagna elettorale per il candidato di Noi Moderati in Forza Italia.

Ma le preferenze nella scheda delle Europee sono tre…

«Sì, lo so: possono essere due maschi e una femmina o anche due femmine e un maschio».

Quindi avete pure altre alternative…

«Per adesso partiamo, purtroppo in ritardo, con il voto “secco” solo a Dell’Utri. Cammin facendo si vedrà…».

Quante preferenze pensa di portare a Forza Italia?

«Non ci casco. Se le do un numero, poi magari esce il titolo su Cuffaro che “controlla” un tot di voti. Però le dico una cosa: con i voti della Dc e con quelli di Lombardo, sono quasi certo che la lista di Forza Italia prenderà due seggi in Sicilia e corre per essere il primo partito nella circoscrizione».

Cioè superando Fratelli d’Italia?

«Se ho detto che può essere prima…»

Lei spara alto. Magari perché non le è piaciuto il finale del film “Totò cerca casa”: un ripiego quasi disperato…

«Certo, avremmo preferito avere il nostro simbolo e un nostro candidato. Ma secondo lei avevo alternative?»

Questo lei lo deve dire…

«No. Ma alla fine siamo comunque riusciti a sostenere un nome e una lista che s’ispirano ai principi del Ppe».

Forza Italia l’ha cacciata dalla porta e lei rientra dalla finestra…

«In sostanza è la realtà».

Ma Tajani ha dato il placet a quest’operazione? Lupi era già suo alleato.

«L’operazione l’ho fatta io con Lupi e Saverio Romano. Il patto federativo con Noi Moderati andrà avanti anche dopo le Europee. E non è vero, come ha scritto lei, che ci sono mal di pancia nella Dc: solo uno in direzione continuava a dire di andare con l’Udc perché gli era sfuggito che l’Udc nel frattempo era andata con la Lega».

Però qualche “pecorella” dc stava già scappando…

«Sì, ci hanno provato. C’era il rischio che restassimo fuori. E hanno cercato alcuni dei nostri. Da FdI a Palermo, dalla Lega catanese, da qualche candidato di Forza Italia… Contatti, promesse. Ma tutte le pecorelle sono rimaste nell’ovile democristiano».

E Schifani che ne pensa? Alla fine è andata come voleva lui…

«Il presidente non è partecipe di questa operazione con Noi Moderati. Ma lo ringrazierò sempre per la lealtà con cui s’è battuto per darci cittadinanza nel suo partito. Io non lo dimentico».

Renzi invece ha pianto lacrime di coccodrillo sul no di +Europa alla Dc?

«Renzi, così come Faraone, ci ha provato. Ci hanno provato davvero».

Perché Stati Uniti d’Europa non ha accettato candidati dc in lista?

«Non certo per ragioni ideali. Non volevano me? Va bene. Non volevano Marco Zambuto? È un grosso errore, ma lui ha fatto un passo indietro. Ma la Abbadessa, moglie di Massimo Russo, che c’entra? Era una candidata di alto livello. Vede, fatti un paio di conti, se Stati Uniti d’Europa superasse il 4 per cento, gli scatterebbero al massimo tre seggi, uno dei quali al Sud dove sono forti. Se ci fosse stata la Dc, il secondo sarebbe stato da noi. E uno fra Bonino e Magi rischiava di non essere eletto per “colpa” nostra…».

In compenso si ritrova a concorrere con Lombardo dentro la stessa lista.

«Si ricorda cosa le dissi quando si diceva che Raffaele si candidava? “Se corre lui, corro anch’io”. Non ci sarà nessuno dei due in lista, ma correremo lo stesso. Lui corre da un bel pezzo…».

Lui appoggia Chinnici. Che sul nostro giornale ha definito «ponderata» la scelta di Tajani di rifiutare la Dc.

«Ho stima e rispetto per la Chinnici e non posso che rispettare anche ciò che dice. Anche se non lo condivido».

Tanto alla fine siete tutti nella stessa lista. I voti si sommano senza distinzioni fra buoni e cattivi…

«Sì, certo. E magari il mio amico Raffaele Lombardo, se con il secondo seggio raggiunto grazie alla Dc fosse eletta proprio la Chinnici, alla fine dovrà persino ringraziarmi. Com’è strana, la politica…».

Magari un giorno si realizzerà il sogno di Lillo Mannino: vedere i suoi ex “ragazzi” di nuovo tutti assieme…

«Sì, me lo ricordo: quando lei carpì una nostra corrispondenza privata».

Il vostro capocorrente dc scrisse a lei, Lombardo, Romano e Turano: «Mettetevi insieme o sarete marginali…». Una profezia, visto cos’è successo.

«E ora, seppur per vie traverse, i primi tre votano per la stessa lista. Manca solo Turano, ma prima o poi…».

Il sogno di Mannino era diverso. Non dentro una lista per necessità, ma in un unico contenitore per scelta.

«Le racconto una cosa. Tanti anni fa feci un viaggio in America e portai con me un amuleto degli indiani, lo tengo nel mio studio. L’“acchiappasogni”, si chiama. Non so come si scrive in inglese… Lo cerchi lei sul computer…».

“Dream catcher”: così si chiama.

«Ecco, così. Ma lo scriva giusto perché se no poi mi prendono in giro…».

Come per «I am a drink»…

«Eh no, l’ho imparato: I have a dream. Ma magari questo sogno, che è di “zio Lillo” Mannino e di tantissimi altri, un giorno potremmo realizzarlo…».

m.barresi@lasicilia.it