Notizie Locali


SEZIONI
°

Contenuto riservato ai membri

Partiti

Festa regionale della Lega a Caltanissetta, per Salvini dall’Isola la linea anti-FdI

Si rinsalda l’asse con Schifani: «Rapporto squisito». E i colonnelli siciliani preparano le Europee: due nuovi ingressi all’Ars, campagna nei comuni

Di Mario Barresi |

l tema, sul palco della prima festa regionale della Lega, viene appena sfiorato. Quando Matteo Salvini, dopo aver ricordato che «abbiamo accolto di recente un nuovo ingresso» (Salvo Geraci, transfugo di Sicilia Vera) si lascia andare a un sibillino pronostico: «Non mi stupirei se altri deputati regionali aderiranno alla Lega». Nelle prime file dell’auditorium “Michele Abbate” di Caltanissetta, i colonnelli leghisti si scambiano rapide occhiate d’intesa. E sì, questo è il segnale che le trattative in corso a Palazzo dei Normanni (a dire il vero partite in piena estate in tutt’altri luoghi) sono quasi concluse. Si parla, come del resto già rivelato da La Sicilia in pieno agosto, di almeno due nuovi ingressi, che porterebbero a nove la pattuglia salviniana a Sala d’Ercole. Le provenienze degli imminenti nuovi arrivi? «Da qualche gruppo della maggioranza, ma non mettiamo limiti alla provvidenza: dopo aver strappato un deputato a De Luca – rivelano un’autorevole fonte mentre addenta un fico d’india preso dagli stand nell’atrio -, ci potrebbero essere anche altri movimenti dai banchi delle opposizioni».

Eccola, la campagna siciliana del Capitano. «Ho la tessera della Lega dal 1990 e mai avrei pensato di trovarmi, nel 2023, alla prima festa regionale siciliana a Caltanissetta, qualche giorno prima di Pontida». Salvini avvista in prima fila l’immarcescibile Angelo Attaguile, l’uomo di Neanderthal della Lega siciliana: fu lui, nel 2015, uscendo dagli autonomisti a permettere la sopravvivenza del gruppo del Carroccio alla Camera. «Ringrazio Angelo – scandisce il leader – perché in tempi non sospetti ha portato la nostra bandiera in Sicilia: in quegli anni, per farlo, ci voleva lo psicologo di base», ironizza citando il ddl appena illustrato con orgoglio dalla capogruppo Marianna Caronia, che sul palco non ha però parlato della sanatoria per le ristrutturazioni interne degli immobili abusivi e da demolire, altra norma-simbolo della Lega all’Ars. Il riconoscimento al vecchio e commosso Attaguile, fuori da ogni carica dopo essere stato maltrattato dai nuovi arrivi, serve a Salvini a lanciare un monito ai suoi. Con un’efficace metafora calcistica: «Quando vinci lo scudetto è facile fare festa indossando la maglia della tua squadra. Facilissimo, quando hai il trentadue per cento. Ma invece quando perdi il derby (il riferimento è al risultato delle ultime Politiche, col netto sorpasso di Fratelli d’Italia?, ndr), è difficile andare in giro con la stessa maglietta. Quando vinci è facile trovare sostenitori, quando perdi no; la vittoria ha tanti genitori, la sconfitta è orfana». Come dire: chi ci ha lasciato, dal Papeete in poi, l’ha fatto per convenienza. Ma soprattutto: chi entra adesso, anche in Sicilia, è il benvenuto, perché non siamo più i favoriti per lo scudetto.

Musica, per le orecchie di Renato Schifani. Chiarito già ieri per telefono («ormai sento il vostro governatore due-tre volte al giorno, più di mia madre, ci messaggiamo in continuazione») lo screzio sul ruolo di commissario dell’A19, il leader della Lega scandisce con voluta solennità tre dolci paroline: «Rapporto personale squisito». E un asse politico che si rafforza sempre di più. Con lo scopo, assolutamente in comune, di fare blocco contro lo strapotere dei meloniani in Sicilia. La commissaria regionale Annalisa Tardino, motore e anima della festa nissena, ha avuto da Via Bellerio pieno mandato di fare la voce grossa nei vertici del centrodestra sulle nomine. L’eurodeputata licatese, nel suo applaudito intervento, non fa alcun cenno alla linea politica del partito in Sicilia: un sentito grazie «a chi mi ha preceduto» (Nino Minardo, ex segretario regionale, ieri assente come sempre più spesso nelle ultime venute di Salvini), un plauso al «coraggio di amministratori, imprenditori e giovani», una doppia carezza al Capitano su migranti e Ponte, che «si chiamerà del Mediterraneo, ma dovrebbero intitolarlo a Matteo». La strategia della Lega resta dunque confinata al caminetto con le persone più fidate in Sicilia. A partire da Luca Sammartino, che sul palco svia tutti i sospetti recitando la parte del bravo assessore all’Agricoltura con le congratulazioni per il riconoscimento della Sicilia a capitale europea dell’enogastronomia 2025. Ma l’ex renziano è il perno della nuova strategia di Salvini nell’Isola: dal benservito a Raffaele Lombardo che ha stracciato il patto federativo con la Lega al raffreddamento dei rapporti con Cateno De Luca (ospite «non gradito a Pontida»), forse il più insidioso competitor nella corsa a governatore nel 2027. «Dopo aver rinunciato a nostri candidati sindaci in tante città siciliane – scandisce Salvini – mi piacerebbe che l’anno prossimo a Caltanissetta ci fosse in campo uno della Lega». E poi per le Regionali si vedrà. «Siamo destinati a governare a lungo la Sicilia», assicura.

Sammartino, naturalmente, svolge anche il delicato ruolo di ambasciatore del Carroccio presso Palazzo d’Orléans. Dove s’è conquistato la fiducia del padrone di casa, non solo per la sintonia politica e la capacità da assessore, ma anche per l’assoluta lealtà a Schifani nella sua difesa dagli assalti dei meloniani, dimostrata a denti strettissimi anche nella linea morbidamente silenziosa tenuta sul caso Fontanarossa. «Quelli sono in piena crisi bulimica: vogliono prendersi tutti», l’assunto di un patto di ferro che sarà testato sulle nomine dei manager della sanità.Salvini strappa applausi con il suo repertorio classico: il Ponte aperto nel 2032, il muro contro «l’invasione» dei migranti, la «tutela dei bambini di avere un papà e una mamma, come per natura», con «belle novità sulla Strada degli Scrittori», ovvero un primo tratto «aperto entro l’anno» e il percorso finale «definito la prossima estate».

Banda musicale e sbandieratori, porchetta in stile Festa dell’Unità e pane cunzato. Salvini resta a Caltanissetta anche dopo il collegamento tv con Porro. Fra selfie e hit dei Ricchi e poveri di sottofondo. Ma la testa di tutti è già alle Europee. In campo l’uscente Tardino, che ieri ha di fatto aperto la sua campagna elettorale, benedetta dalle belle parole di ringraziamento che il Capitano le ha riservato. Ma a Bruxelles si arriva con i voti e la Lega ne ha bisogno di tanti, per poter strappare almeno uno dei due seggi del 2014. In campo, forse, il senatore messinese Nino Germanà, mentre a Palermo l’instancabile Vincenzo Figuccia sta trattando con un «imprenditore di livello»: ieri con lui, a Caltanissetta, ce n’erano ben tre. E in lizza ci sarà di certo l’assessore Mimmo Turano. Che, superata la sindrome da brutto anatroccolo vissuta nei mesi in cui Schifani voleva cacciarlo su richiesta di FdI per il presunto “tradimento” alle amministrative di Trapani, riprende smalto: «Caro Matteo, dobbiamo sapere osare. Organizziamo, magari a Palermo, un grande evento per mostrare ai siciliani il grande lavoro di un anno dei governi nazionale e regionale». Il secondo segnale in codice, dopo quello sulla campagna acquisti all’Ars. La kermesse nazionale della Lega si farà, fra fine ottobre e inizio novembre, proprio a Palermo. E sarà, con la calata massiccia di ministri e big, una tappa fondamentale della campagna d’autunno di Salvini verso Bruxelles. In quell’occasione, magari, come per incanto apparirà anche quella «candidatura molto autorevole» annunciata dall’entourage di Sammartino e di Valeria Sudano, ieri sorridente in prima fila col pancione. E magari sarà qualcuno che non si vergogna a indossare la maglietta salviniana, perché qualcuno l’ha costretto a togliersene un’altra che va molto più di moda.m.barresi@lasicilia.it

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA