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Verso il voto a Catania

Giancarlo Cancelleri: «Con Bianco nessun “patto della pedana”, ma insieme a lui una nuova primavera»

«I progressisti hanno preso troppo sul serio il termine “fronte”: li vedo in guerra contro tutti, io insultato Ma non ci sono solo loro...»

Di Mario Barresi |

Giancarlo Cancelleri, alla fine il suo appello trasversale all’unità anti-destra è finito nel vuoto…«In questi mesi mi sono posto come uomo del dialogo; ho anticipato di qualche settimana quello che ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein: per battere la destra, che ha reso insicura e buia Catania riempiendola di “munnizza”, bisognerebbe creare un’alleanza che vada dal Movimento 5 Stelle, al Pd, fino al terzo polo. Non esistono solo “i progressisti” in un’alleanza per il futuro, ci sono i moderati, ci sono i liberali, i riformisti, i cattolici, tutte persone che appartengono ad un mondo che in tutte le sinistre moderne dialogano, a volte litigano, ma sempre si confrontano, si alleano, fanno politica per il bene comune e alla fine vincono le elezioni».

Il fronte progressista, però, non l’ha degnata neppure di una risposta.«Ho lanciato un appello, forte, dicendo di dialogare con tutti. Non ho mai avuto paura del dialogo, del confronto, ma dal fronte progressista talvolta ho ricevuto insulti, sopratutto da quelli che finché ero in carica mi chiedevano aiuto e chiamavano ogni due giorni. Hanno preso troppo sul serio il termine “fronte”, li vedo in guerra con tutti, arrabbiati, chiusi nelle loro posizioni, hanno trasformato il “fronte” in “trincea”, altro che campo largo».

E quindi, come era prevedibile, s’è acquattato con Bianco. Non è passato inosservato il post con il “patto della pedana”…«Enzo Bianco mi ha risposto con una voglia proattiva di cambiamento, con una energia da ragazzo che francamente mi ha molto colpito. Abbiamo aperto un dialogo. Nessuna “alleanza della pedana”, quello che è successo è che abbiamo iniziato a parlare. Io ho raccontato la mia idea di Catania del futuro, della mia attività alla Regione e di come nel governo nazionale da viceministro mi sono occupato di investimenti e di infrastrutture, dall’aeroporto, il quarto in Italia che dobbiamo espandere, alla metropolitana, pensata e inaugurata proprio da Bianco e che con il mio impegno ha visti finanziati i nuovi progetti da Paternò all’aeroporto e anche l’ampliamento degli orari di circolazione, dagli investimenti sull’area portuale fino allo sviluppo urbanistico».

Non si piglia chi non si assomiglia…«Abbiamo capito di avere la stessa idea di Smart City che non lasci indietro nessuno, a partire dai quartieri popolari. Mi ha colpito molto il discorso del Vescovo che nominava la Civita, un quartiere emozionante tra storia, mare e barocco, lasciato nell’incuria e affidato solo alla buona volontà dei cittadini. Con Enzo è nata un’amicizia che si è trasformata ben presto in un patto improntato alle competenze, alla moralità e all’autentico servizio, ecco chiamiamolo come si deve: “Il patto delle competenze”. Vogliamo essere un vero e proprio movimento civico, aperti ai partiti politici che volessero aderire ma con un’unica stella polare: il governo della città viene prima di ogni cosa. Enzo Bianco ha fatto arrivare a Catania 1,6 miliardi di euro, ha fatto partire cantieri importanti, oggi dopo cinque anni di destra Catania è una città più povera, più insicura e con cumuli di spazzatura in strada».

Cosa volete fare, Bianco e lei?«Il nostro obbiettivo è governare Catania per aprirla ai giovani, per dargli in mano il timone di questa città e già da adesso con Enzo stiamo pensando di lanciare la proposta di nominare una percentuale della giunta tra gli under 40. Devono entrare in consiglio comunale e negli assessorati donne, giovani, persone brillanti a cui il metodo “a cu appatteni?” ha ucciso la voglia di occuparsi della vita pubblica della nostra comunità, a queste persone abbiamo l’obbligo di riaccendere la passione per Catania».

Spazio ai giovani. Ma guidati dal settantaduenne Bianco.«Enzo Bianco ha deciso di fare un’operazione fantastica, con la sua prossima sindacatura piena di giovani che impareranno a governare, farà in modo che nel 2028 avremo una nuova classe dirigente progressista che avrà la competenza del cambiamento. È una bella storia in cui Enzo sta facendo il padre nobile in un’ultima grande battaglia che ha degli aspetti entusiasmanti. Io mi impegnerò soprattutto per dare a Catania una raccolta della spazzatura da persone civili, portare sicurezza, e puntare su un’urbanizzazione che faccia dialogare ambiente e infrastrutture, modellare la città rendendola a misura d’uomo senza dimenticare la velocità di una smart city in cui si sviluppano molti business e in cui allo stato attuale mancano le infrastrutture»

Ma chi c’è con voi due, oltre voi due?«Il nostro progetto è il patto tra le forze che vedono la Catania del futuro e chi, come me ed Enzo, ha già governato e tutti insieme ci impegneremo per far sì che avvenga una nuova primavera, questa volta sarà vissuta dai giovanissimi che l’hanno solo sentita raccontare, quando Catania era bellissima e chi la viveva vedeva il futuro».

Si fa presto a dire nuova primavera. Sono passati trent’anni e in mezzo ci sono una sindacatura non all’altezza delle precedenti e anche qualche rogna giudiziaria.«Sarà un nuovo Bianco, ne sono certo, e io mi impegno a fare una campagna elettorale senza sosta, a consumare le scarpe, a stringere le mani, a convincere i cittadini a votare per il loro interesse. Sarà la campagna elettorale più difficile della mia carriera, ma davanti ad un sogno io non mi sono mai tirato indietro. Catania ha delle potenzialità che spesso non si capiscono bene, io mi sono innamorato e voglio svilupparle e farle esplodere insieme a Enzo Bianco. Sarà un nuovo Bianco: un Bianco a colori!».

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