Politica
Giovanni Toti si è dimesso da presidente della Liguria. La sua lettera e le reazioni
«Ho deciso sia giunto il momento di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni», scrive l'ormai ex governatore, in carica dal 2015
A consegnare la lettera di “dimissioni irrevocabili» all’ufficio protocollo della Regione Liguria è stato questa mattina alle 10.40 l’assessore Giacomo Giampedrone su delega dello stesso Giovanni Toti. Da quasi tre mesi Toti, governatore dal 2015, è agli arresti domiciliari con l’accusa formulata dalla procura di Genova di corruzione, tutti i tentativi dei suoi legali di ottenere una revisione della decisione dei giudici sulla custodia cautelare sono falliti. L’inchiesta verte del resto su presunti favori, elargiti nel suo ruolo di presidente della Regione in cambio di tangenti, con particolare riferimento a degli spazi nel porto di Genova.
La lettera di Toti
Questo il contenuto della lettera di dimissioni di Toti, riportato da Ans: «Dopo tre mesi dall’inizio dei miei arresti domiciliari e la conseguente sospensione dall’incarico che gli elettori mi hanno affidato per ben due volte, ho deciso sia giunto il momento di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni da presidente della Giunta Regionale della Liguria. Mentre viene resa pubblica questa mia lettera, che ho pregato il mio difensore Stefano Savi, di diffondere, il testo formale delle dimissioni viene consegnato al presidente facente funzione della Giunta e al presidente dell’assemblea legislativa per tutti gli adempimenti di legge. Mi assumo tutta la responsabilità di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro. Oggi – prosegue – sento come necessario che i cittadini tornino ad esprimersi per ridare alla politica, al più presto, quella forza, quella autorevolezza, quello slancio, indispensabili ad affrontare le moltissime sfide che la Regione ha di fronte per continuare nel percorso di modernizzazione e crescita economica – prosegue Toti -. Non è questa la sede per rivendicare quanto fatto in quasi dieci anni di Governo. Sono certo che i liguri sapranno giudicare e scegliere per il proprio meglio, e sapranno valutare l’impegno messo da tutti noi, i difficili momenti che abbiamo vissuto ed affrontato insieme, dal Ponte Morandi al Covid. Cosi come sono certo che la coalizione che fino ad oggi mi ha lealmente sostenuto, saprà portare avanti gli ambiziosi progetti che abbiamo cominciato a realizzare per cambiare la nostra terra, senza perdersi in egoismi e particolarismi, facendo invece tesoro di quella sinergia tra partiti e forze civich
La difesa della Lega, l’attacco di Schlein
Già a pochi minuti dall’annuncio sono arrivati i primi commenti dei politici italiani. A iniziare dalla Lega, che rilascia questa nota: «In Liguria siamo di fronte all’ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare usando inchieste e arresti. La Lega non si fa intimidire e i cittadini sapranno rispondere democraticamente riconfermando il centrodestra che ha rilanciato la Regione da tutti i punti di vista».
«Finalmente Giovanni Toti si è dimesso, anche se con molto ritardo. Sono passati 80 giorni in cui la Liguria è stata ferma, paralizzata, tenuta a i domiciliari con lui», ha detto Elly Schlein parlando con la stampa al festival di Giffoni, spiegando che «è l’occasione per restituire la parola ai cittadini e alle cittadine liguri. «È l’occasione per le forze alternative alla destra per costruire un progetto che guardi al futuro della regione e che sia all’altezza delle emergenze che lì vanno affrontate», ha concluso.
Toni ben diversi da parte di Matteo Renzi leader di Iv: «Toti si è dimesso da presidente della Regione. Avrei preferito che si dimettesse per ragioni politiche e non giudiziarie. Ma la verità è che i giustizialisti sono forti anche a destra. Perché è evidente che Toti sia stato abbandonato dai suoi colleghi di coalizione, altrimenti avrebbe continuato per la sua strada». Per il leader di Azione Carlo Calenda «Toti è un nostro avversario. La valutazione sulla sua gestione è negativa. I profili di conflitto di interessi sono quanto di più estraneo alla prassi di Azione si possa immaginare. Ma forzare le dimissioni di un Governatore attraverso l’imposizione di misure cautelari a pioggia è indegno di uno Stato di diritto. Così come indegno è usare le inchieste come fondamento di un confronto politico. Non è stata un bella pagina per la democrazia italiana». OpinioneCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA