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Greenpeace, Lipu, Legambiente e WWF Italia: «Il Ponte un azzardo che peserà sulle tasche degli italiani»

In una nota congiunta le associazioni esprimono dubbi sulla fattibilità, sui costi e sull'impatto ambientale

Redazione La Sicilia

06 Agosto 2025, 15:58

associazioni

Le associazioni Greenpeace, Lipu, Legambiente e WWF Italia giudicano la decisione del Cipess sul Ponte sullo stretto «un vero e proprio azzardo, sia per motivazioni economiche sia per il quadro d’incertezza del progetto che rimanda alla fase progettuale esecutiva test dirimenti ed analisi essenziali».

«Come si è sempre dato per scontato il parere della Commissione VIA - si legge tra l’altro in una nota congiunta - oggi si dà già per acquisito il parere della Corte dei conti che, invece, ancora deve pronunciarsi. Si tace sul fatto che la cosiddetta apertura dei cantieri sarà poco più che simbolica e riguarderà interventi preliminari sia perché il progetto esecutivo non è ancora stato redatto, sia perché la modifica di legge voluta dal Governo per procedere ad una cantierizzazione a fasi spezzetterà il progetto esecutivo lasciando sino all’ultimo aperta l’incognita sui risultati sulle prove da fatica sulla tenuta dei cavi e sugli approfondimenti sismici prescritti dalla Commissione VIA. Si fa finta che gli impegni di spesa pubblica assunti per il Ponte abbiano le necessarie coperture quando ci si sta affannando per farli incredibilmente passare tra le spese militari al di fuori del patto di stabilità».

«Per il Ponte sullo Stretto - scrivono ancora le associazioni- si sottraggono fondi destinati ad alleviare le disparità economiche e sociali e a promuovere lo sviluppo equilibrato del territorio, tagliando altri interventi destinati a servizi e welfare. Il Ponte va avanti mentre si sottraggono risorse al trasporto dei pendolari, alle scuole ed all’assistenza sanitaria».

I costi

Le associazioni esprimono netti dubbi anche sui costi del Ponte sullo Stretto. «La cifra riportata nell’allegato infrastrutture al Def nell’agosto 2023 è rimasta la stessa ad agosto 2025 e certo l'andamento della svalutazione e il contesto economico è cambiato rispetto a quello che si poteva prevedere. Non a caso alcune testate finanziarie già stimano l’opera a 14,6 miliardi. Inoltre, il tempo della cantierizzazione e di consegna dell’opera non è quello inizialmente previsto, non fosse altro perché sono stati sottostimati i tempi del processo autorizzativo come provano i ripetuti annunci del Ministro Salvini che ha continuato a spostare in avanti la data di inizio lavori», affermano.

Secondo quanto scrivono Greenpeace, Lipu, Legambiente e WWF Italia «tutto questo avrebbe dovuto comportare una diversa modulazione del piano finanziario. Del resto, considerando che il Ponte circa 10 anni fa era stimato con presuntuosa certezza per 8,5 miliardi, è arduo pensare che tra 10 anni i 13,5 miliardi attuali rimarranno tali».

Le incognite

Le associazioni puntano quindi il dito sulle incognite e ricordano che il contratto stabilisce, nel caso di non realizzazione dell’opera, una penale vicina ad 1,5 miliardi a favore del Consorzio Eurolink. "Il Ponte è solo una questione politica come dimostrano peraltro i rapidi cambi di fronte che hanno caratterizzato il Ministro Salvini, pochi anni fa contrario e oggi maggiore sponsor del Ponte».

«Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF Italia hanno correttamente denunciato gli impatti ambientali irreversibili e non mitigabili che per anni sono stati negati».

«Nei prossimi giorni - conclude il comunicato- ci sarà chi farà dell’approvazione CIPESS la propria campagna elettorale. Greenpeace, Lipu, Legambiente e WWF Italia, invece, continueranno a sostenere le proprie tesi e ricorreranno ancora una volta in tutte le sedi, affinché lo scempio non si compia e non si buttino via miliardi di euro in un’opera inutile, mentre il sistema del trasporto pubblico dell’intero Paese si trova in condizioni sempre più insostenibili».