Il deputato Pisano “salda” le spettanze anche alla seconda assistente. Ma ora c'è una terza donna che parla di molestie
La storia del parlamentare che non avrebbe pagato le collaborazioni e fatto avance sessuali sollevata da Ismaele La Vardera
C’è voluto il caso sollevato sui social e sui media ma alla fine il deputato agrigentino Calogero Pisano ha pagato – sia pure dopo un decreto ingiuntivo della sezione Lavoro del Tribunale di Palermo – anche la seconda sua ex collaboratrice.
La vicenda era stata denunciata dal parlamentare regionale ed ex Iena Ismaele La Vardera, al quale la donna aveva raccontato non solo di non essere stata retribuita ma pure di essere stata oggetto di avance sessuali. Si tratta della donna che nei video di La Vardera ha preferito non rivelare la propria identità e che solo qualche giorno fa ha finalmente incassato il denaro. I soldi li ha ottenuti dopo avere pignorato le somme sia alla Camera dei Deputati che in una decina di istituti bancari nei quali Pisano avrebbe dei conti.
La prima collaboratrice, Loredana Limblici che aveva invece scelto di apparire nel video di La Vardera, non è ancora già riuscita ad ottenere quanto spettante. Chiusa o quasi la vicenda relativa alle collaboratrici non pagate che vede al centro il deputato agrigentino che paradossalmente è pure componente della commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro e sullo sfruttamento nei luoghi di lavoro, resta aperta la questione delle presunte avance sessuali sulle due donne alle quali peraltro nelle ultime ore si sarebbe aggiunta una terza ragazza che, sempre a La Vardera, avrebbe raccontato di atteggiamenti non appropriati del politico. Pisano ha ammesso di avere avuto dei contenziosi “giurislavoristi” con le due collaboratrici ma ha smentito categoricamente le avance sessuali nei confronti delle due donne e ha annunciato querele e denunce per fare emergere la verità.
Pisano era finito nella bufera nelle settimane precedenti le elezioni politiche alle quali era candidato con FdI per alcuni vecchi post sui social inneggianti a Hitler per i quali poi si era scusato. Scuse che però non bastarono perché FdI lo aveva espulso dal gruppo costringendolo a iscriversi a quello di Noi Moderati. In realtà è stato fuori da Fratelli d’Italia solo formalmente perché nella sostanza il vero dominus del partito in tutta la provincia di Agrigento è sempre stato lui con l’ultima parola su assessori e sottogoverni.
Negli ultimi tempi sembrava che FdI fosse pronta a riaccoglierlo ma il caso molestie sollevato da La Vardera potrebbe avere interrotto la procedura e non è un caso che nessun big del partito abbia ad oggi speso una parola per lui. Soprattutto perché anche sulla vicenda delle collaboratrici non pagate c’è chi prima attende che si faccia luce. Per dire: ogni deputato ha un plafond di 3.500 euro al mese, che si aggiungono alla indennità e che servono a pagare collaboratori. Il parlamentare ha l’obbligo di rendicontare solo il 50% ma i controlli sono effettuati a campione.
«Nella mia esperienza – spiega però un ex deputato del Pd – ho sempre rendicontato tutte le somme date ai collaboratori ma non ho mai subito alcun controllo a campione, quindi se avessi barato nessuno mi avrebbe scoperto».
Pisano ha comunque sottoscritto con le due donne dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa – che La Sicilia ha visionato - firmati davanti ad un consulente del lavoro e non su carta intestata della Camera. All’Ars ad esempio ogni deputato ha 6 mila euro che deve rendicontare al 100% ogni mese con controlli serrati. Senza carta di appoggio – come le copie dei bonifici – l’Ars non versa nemmeno un euro.
Il caso sembra anche “scuotere” Noi Moderati: Mara Carfagna, che da poco è diventata segretaria del movimento di Maurizio Lupi, avrebbe chiesto di approfondire le accuse rivolte a Calogero Pisano. Lo stesso deputato nelle scorse ore ha però girato ai media locali una nota firmata insieme proprio a Maurizio Lupi. Il messaggio ai suoi sembra evidente: state tranquilli.
La giornalista Loredana Limblici ha nelle scorse ore precisato che: «Non sono io ad aver citato in giudizio il deputato Pisano, ma la sig.ra che ha chiesto di rimanere in anonimato. Attualmente i miei stipendi non sono stati pagati».