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i risultati nell'Isola

Il M5S primo in Sicilia, sabotato il 18-0 del centrodestra

I 30 eletti (ufficiosi) nel proporzionale. Ottiene un seggio il ripudiato meloniano che inneggiò a Hitler, fuori dopo 28 anni Prestigiacomo, Castiglione beffa Scialfa

Di Mario Barresi |

Non c’è stato il diciotto a zero. Pronosticato, temuto, sperato o esorcizzato a seconda dei punti di vista. Il centrodestra in Sicilia si ferma a quota 14 negli uninominali di Camera e Senato. Gli altri quattro seggi se li dividono, due a testa, il M5S e i candidati di Cateno De Luca nei collegi messinesi. M5s prima forza in Sicilia Non c’è stato l’annunciato cappotto del centrodestra per due motivi. Soprattutto perché il movimento 5stelle regge, confermandosi primo partito dell’Isola con un robusto 27,2% al Senato (che diventa addirittura 30,7% nella circoscrizione ovest della Camera). Decisivo anche il drenaggio dei voti dovuto alla performance di De Luca, che incassa una media del 13% (dato del Senato), con punte molto più alte in Sicilia orientale, dove, alla Camera, la sua lista è al terzo posto dopo M5S e FdI, con il 17,6%, più dell’intera coalizione di centrosinistra in cui il Pd resta inchiodato all’11,5%. E se i dem deludono molto più che nel resto d’Italia (12% il dato medio al Senato), nel centrodestra si evince una distribuzione di forse diversa rispetto al quadro nazionale. FdI è anche qui il primo partito della coalizione, ma con un 18,4% al Senato (punta massima il 20% alla Camera orientale), meno fragoroso del 26% nel Paese. Forza Italia va meglio che nel resto d’Italia, ma non troppo (10,7% al Senato, 11,5% alla Camera circoscrizione ovest), mentre la Lega si attesa sul 5%.

Le sfide agli uninominali Andando nel dettaglio delle sfide, il movimento 5 stelle si afferma a occidente. I due seggi uninominali sono Palermo-Settecannoli: alla Camera con l’uscente Davide Aiello al 35,8% (che supera la berlusconiana Gabriella Giammanco al 28,1%; spicca il buon risultato del dem Erasmo Palazzotto al 20%) e al Senato con l’outsider Dolores Bevilacqua al 34% (battuto il paracadutato salviniano Mario Barbuto, presidente dell’Unione italiana ciechi, fermo al 31,8%). De Luca elegge due parlamentari nella roccaforte messinese: entrambi suoi ex assessori rimasti in giunta col sindaco ereditario Federico Basile. Con quasi il 30% la neo-senatrice Dafne Musolino vince al fotofinish sulla meloniana uscente Ella Bucalo (29,4%) per circa 2mila voti. Col 32,2% il vicesindaco deluchiano di Messina, Francesco Gallo, si afferma all’uninominale della Camera in modo più netto sulla forzista uscente Matilde Siracusano ferma al 29%.

Nel centrodestra spicca, fra le altre, l’affermazione di Nello Musumeci nell’uninominale Catania del Senato: col 36% il governatore uscente supera di 10 punti la sfidante grillina Giusy Rannone, totalizzando più del doppio dei voti dello stesso De Luca (14%), soltanto quarto Orazio Arancio, stella del rugby, alfiere del Pd. Nell’uninominale etneo della Camera la senatrice uscente Valeria Sudano regge l’urto grillino: prima col 36%, quattro punti in più del deputato grillino uscente Luciano Cantone. Vincono le due paracadutate eccellenti di Forza Italia: alla Camera la quasi-moglie di Berlusconi, l’uscente Marta Fascina, nel collegio di Marsala sfiora il 36% battendo la cinque stelle uscente Vita Martinciglio, mentre l’animalista indipendente Michela Vittoria Brambilla (35%) supera il grillino Dedalo Pignatone. Al Senato vince la sfida del suo collegio anche Stefania Craxi: 37,5% a Gela, staccando il grillino Pietro Lorefice. E stravince – altra curiosità di rilievo – l’agrigentino Lillo Pisano, il meloniano ripudiato da Giorgia Meloni dopo le frasi sui social inneggianti a Hitler. Ora, visto che FdI ha preso le distanza dal candidato comunque eletto, andrà al gruppo misto o sarà perdonato?

Al Senato il centrodestra incassa quattro seggi nel maggioritario. Si affermano, oltre ai candidati già citati, il meloniano Raoul Russo (39%), che prevale a Marsala sul grillino Giuseppe Chiazzese, il mancato sindaco di Vittoria, Salvo Sallemi (36,3%), che a Siracusa scalza l’uscente pentastellato Pino Pisani.  Tanti altri favoriti di centrodestra staccano il biglietto per Montecitorio. L’iper-meloniana Carolina Varchi, deputata uscente, a Palermo-Resuttana la spunta per meno di 5mila voti sul grillino Leonardo Penna, in vantaggio fino a tarda notte nello spoglio; 36,1% contro 33,7%, molto attardato Bobo Craxi, che evoca «la variabile populista, clientelare e paramafiosa delle elezioni regionali» fra le ragioni della sconfitta. Più robusta a Bagheria l’affermazione del centrista Saverio Romano, che torna in parlamento col 38,7%, staccando di oltre 11 punti la grillina Daniela Morfino. Nell’uninominale ragusano si conferma il segretario regionale della Lega, Nino Minardo: totalizza, col 41,3%, uno dei risultati migliori della coalizione in Sicilia, surclassando il grillino uscente Eugenio Saitta. Un risultato molto simile a quello della new entry Francesco Ciancitto, medico odontoiatra etneo molto caro a Ignazio La Russa, nel collegio di Acireale (40,8%) e dell’ex sindaco di Avola, Luca Cannata (39.3%), a Siracusa. 

Il rebus del proporzionale Qualche sorpresa anche nell’attribuzione dei 30 seggi con il sistema proporzionale. Al netto di incastri vari e delle opzioni di eletti anche in altre circoscrizioni, in serata dai dati del ministero dell’Interno è possibile tracciare una prima mappa degli eletti virtuali in Sicilia. Alla Camera, nella circoscrizione “Sicilia 1”, FdI incassa due seggi, che per scorrimento (Meloni e Varchi elette altrove) per altettanti “paracadutati” da Roma: Gianluca Caramanna e Antonio Giordano. Un posto per Forza Italia va al sottosegretario Giorgio Mulè. Scatta anche il posto per la Lega, destinato all’eurodeputata Annalisa Tardino. Che adesso si trova davanti a un bivio: dimettersi da Bruxelles, lasciando il posto all’ex leghista Igor Gelarda, nel frattempo assoldato nell’esercito di De Luca, oppure lasciare il posto a Montecitorio all’etneo Antonio Mazzeo. Tre i deputati eletti a occidente dal M5S: Ida Carmina, ex sindaca di Porto Empedocle, l’uscente Valentina D’Orso e, per un gioco di incastri, Daniela Morfino, storica attivista del Palermitano. Il Pd piazza il solo Peppe Provenzano, vicesegretario nazionale, mentre in Azione-Italia Viva ce la fa Davide Faraone, capogruppo renziano uscente a Palazzo Madama.

Anche nella circoscrizione “Sicilia 2”, FdI fa bottino pieno: tre seggi. I quali vanno all’economista romano Maurizio Leo e, per scorrimento, a Manlio Messina e all’imbucato Gianfranco Rotondi, eterno leader post democristiano. Forza Italia ripesca al proporzionale l’uscente Matilde Siracusano, sconfitta nel collegio uninominale a Messina, mentre nella Lega, per scorrimento, lo scranno scatta all’etneo Anastasio Carrà. Anche in questa circoscrizione il M5S elegge tre deputati, tutti uscenti: Luciano Cantone, Angela Raffa e Filippo Scerra. Soltanto due gli eletti nel Pd: il segretario regionale Anthony Barbagallo e l’ennese Stefania Marino. Per un gioco di resti resta fuori l’ex assessora catanese Valentina Scialfa, alla quale il seggio viene soffiato da Giuseppe Castiglione, ex sottosegretario alfaniano, che torna in parlamento dalla porta principale con la maglietta di Azione.

Passando al Senato, ecco la distribuzione ufficiosa dei 10 seggi del proporzionale. Anche qui il bottino più sostanzioso va a FdI. Entrano a Palazzo Madama, l’uscente Ella Bucalo (sconfitta nel suo uninominale a Messina) e l’ex sindaco di Catania, Salvo Pogliese, che ha tutto il diritto di festeggiare la fine di un brutto incantesimo. Il seggio a Palazzo Madama di Forza Italia tocca a Gianfranco Micicchè, che, se eletto anche all’Ars, dovrà sciogliere il nodo del suo destino. Non scatta il seggio per Stefania Prestigiacomo, capolista in Sicilia orientale, che lascia il parlamento dopo 28 anni ininterrotti da deputata. Anche la Lega ottiene un seggio per il deputato uscente Nino Germanà. Tre i grillini eletti: la sottosegretaria e senatrice uscente Barbara Floridia (aspirante candidata governatrice sconfitta alle primarie), la deputata regionale gelese Ketty Damante e l’ex magistrato Roberto Scarpinato. Il posto del quale, essendo stato eletto anche in Calabria con una percentuale più bassa, va all’uscente Pietro Lorefice. Per il Pd risultano eletti Annamaria Furlan e Antonio Nicita. Il seggio di Azione-Italia Viva scatta nel collegio occidentale: virtualmente assegnato a Carlo Calenda, un paracadute che salva il leader non eletto nell’uninominale. Fuori la ministra Teresa Bellanova, seguita dall’ex sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo. Resta dunque fuori dal parlamento anche Gaetano Armao, altro escluso eccellente fra i tanti. Twitter: @MarioBarresi   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA