Il Pd non vuole dare la tessera al sindaco di Favara Manganella

Di Gioacchino Schicchi / 09 Febbraio 2016

L’attività amministrativa e politica non è stata in linea con quella del Partito democratico e, per questo, al sindaco Rosario Manganella, al suo assessore Sara Chianetta e ai consiglieri comunali Gaetano Caramazza e Calogero Castronovo non può essere concessa nuovamente la tessera del Pd. Non una “bocciatura definitiva”, dato che c’è ancora la “Cassazione” del comitato regionale, ma una sconfessione politica sì, senza dubbio. Tutto è messo nero su bianco in un verbale, quello realizzato dal comitato per il tesseramento del Pd di Favara, composto, tra gli altri, dal segretario cittadino del partito. E’ proprio lui, insieme ad altri quattro componenti a ritenere che le tessere “non possono essere convalidate perché la loro attività politica amministrativa, allorquando tesserati e componenti degli organi direttivi, si è posta ripetutamente fuori dalla linea politica del partito facendo scelte che riguardavano esclusivamente la loro volontà e che sono state fatte fuori e in danno al partito, tant’è che la direzione del partito ha deliberato nel settembre del 2014 la richiesta di dimissioni del sindaco ricevendo come risposta la nomina di Rosaria Chianetta ad assessore con l’avallo dei due consiglieri comunali”. Insomma, una rottura politica assolutamente netta tra chi guida la città e i vertici del partito a livello locale che si aggiunge ad una “disattenzione” tutta di natura economica. A Manganella e Castronovo, infatti, viene contestato di non aver ottemperato a quanto previsto dallo statuto del Pd in termini di partecipazione finanziaria: “già nel 2013 regolarmente iscritti – si legge ancora – non hanno versato mai nessun contributo al circolo di Favara”. Di idee diverse è stato invece il componente della commissione  Carmelo Castronovo, che ha sostenuto che “tali motivazioni d’ordine politico non siano sufficienti a negare la validazione di qualsiasi tessera”. Lo stesso poco dopo lascerà i lavori della commissione per “impegni personali”.  Tutto, dicevamo, è stato adesso trasferito alla Commissione provinciale di Garanzia, che dovrà decidere su queste e su altre posizioni ritenute “border-line” dal comitato. Sì perché un altro dettaglio chiaro è quello dell’atmosfera di scontro aperto in seno proprio alla commissione. I lavori, si legge ancora, sono stati infatti aperti da un “lungo dibattito riguardo ad alcune difficoltà riscontrate già nei giorni del tesseramento che non hanno avuto immediata discussione a causa di tensioni e di azioni poco consone di alcuni componenti della commissione durante i lavori”.

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