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In Sicilia è già tempo di Europee: Lombardo e Cuffaro gli alleati “ingombranti”

Il leader della Dc: «Rassemblement del Ppe con Forza Italia e i moderati, vorrei anche Renzi». Nomi e incroci pericolosi

Di Redazione |

Il caso s’è aperto e chiuso nel giro di una mattina. Quella di ieri, quando nelle chat del centrodestra si diffonde un video di un minuto in cui Manlio Messina, a “Il Punto” su Telecolor, risponde così all’ipotesi che il Mpa possa trovare spazio in FdI alle Europee in Sicilia: «Non si discute di nulla, non so nemmeno gli autonomisti che intenzione hanno. Fratelli d’Italia ha la sua lista, continuerà a camminare con i propri nomi. Attualmente non c’è nessuna discussione nemmeno all’orizzonte su questa possibilità».

Chiusura a Raffaele Lombardo?

Il che, decontestualizzando la frase, potrebbe apparire una chiusura a Raffaele Lombardo. Che proprio ieri, ironia della sorte, in un’intervista a La Sicilia, sembra esprimere un orientamento proprio verso Giorgia Meloni in chiave Europee: «FdI è una opzione oggi vincente, ma ad attraversare i guadi più che il potere servono la storia di ciascuno e i principi ispiratori». L’ex governatore ha un discorso aperto con Carlo Calenda e non esclude l’ipotesi Forza Italia, che «dovrà darsi un assetto nuovo nella dirigenza». Eppure lancia un preciso messaggio a destra: «La Meloni compie scelte coraggiose in politica estera e in Europa cerca un’alleanza coi democristiani».E dire che Messina è stato il suo sponsor più esposto nel mondo sovranista. Assieme a Gaetano Galvagno, ex baby-autonomista sempre legato al suo vecchio leader, il vicecapogruppo di FdI alla Camera ha tessuto la tela di un rapporto politico che c’è già. Ed è forte: Lombardo è stato accolto con i dovuti onori da Ignazio La Russa a Palazzo Madama, proprio mentre infuriava il derby FdI-Lega per il candidato sindaco di Catania, sul quale gli autonomisti hanno fatto da dobermann meloniani. All’ora di pranzo, comunque, la telefonata di chiarimento. Con Messina pronto ad assicurare che «in quella frase non c’è nessuna chiusura: l’interlocuzione non è ancora cominciata perché è presto». L’interlocutore coi baffi accetta la spiegazione. E il segnale arriva da Fabio Mancuso, fido scudiero lombardiano: «Non esiste alcun caso Messina: è tutto chiarito».

Ipotesi sulle Europee

Certo, qualcuno dei Fratelli di Sicilia il problema di avere Lombardo in casa alle Europee se lo pone. «Che ci guadagna un partito del 30 per cento a mettersi dentro uno ingombrante come lui? Non c’entra nulla con la nostra storia, sposta di uno zero virgola il risultato nazionale e in Sicilia si prende un nostro seggio». Il ragionamento, che qualche big patriota siciliano ha già riportato in Via della Scrofa, resta sospeso. Anche perché, annota un veterano della coalizione, «c’è uno scenario in cui alla Meloni converrebbe tenersi stretto Lombardo in Sicilia». E cioè il ddl (giunto in commissione Affari costituzionali del Senato) sulla «scomposizione» della circoscrizione Sicilia-Sardegna. Se, come vorrebbero i cugini sardi, fosse approvato, gli 8 seggi (quasi sempre tutti di candidati siciliani) sarebbero distribuiti 6 in Sicilia e 2 in Sardegna. «E col proporzionale puro, Fdi avrebbe bisogno dei 60-70mila voti di Lombardo per avere la certezza del secondo seggio».FdI, per la cronaca, ha due eurodeputati siciliani in carica: Peppe Milazzo, eletto in Forza Italia, e Raffaele Stancanelli, entrambi un po’ trascurati (eufemismo) nelle stanze meloniane dei bottoni. L’ex senatore e sindaco di Catania, in particolare, è finito nel mirino di La Russa per la sfacciata ostilità al bis di Nello Musumeci alla Regione. E proprio nel fronte de i No-Nello, Stancanelli ha costruito un rapporto di stima reciproca con Luca Sammartino, leader carismatico della Lega siciliana. In cui c’è un’altra euro-uscente, Annalisa Tardino, apprezzata da Matteo Salvini che le ha affidato il ruolo di commissaria regionale.C’è chi fa i conti e chi tesse alleanze.

L'”ingombrante” Cuffaro

Come Totò Cuffaro, altro ingombrante partner dei partiti nazionali. «Stiamo lavorando a una lista moderata del Ppe – confessa l’ex governatore – in cui, oltre a noi, si sarà ovviamente Forza Italia come perno, e poi Noi Moderati, l’Udc, Toti e Brugnaro». Si tratta di «un rassemblement molto attrattivo, fondato su visioni comuni», nel quale il leader della Dc auspica che «con naturalezza possa entrare pure Matteo Renzi». Con cui ha molto intensificato i rapporti. La Dc in un “listone” con Forza Italia rischia di creare un certo intasamento. Cuffaro giura che non sarà il lizza in prima persona, piuttosto proporrà «candidature di alto profilo». A partire dall’uscente ex leghista e no vax Francesca Donato, ma con altre sorprese in serbo. Uno dei potenziali effetti collaterali è rovinare i piani dell’inner circle di Renato Schifani. Si dà il caso che uno dei consiglieri più ascoltati, l’ex ministro Totò Cardinale, accarezzi la prospettiva di far correre nel 2024 la figlia Daniela Cardinale, ex deputata dem. Un posto unico al terminal per Bruxelles, insidiato dalla candidatura cuffariana o peggio ancora vanificato nell’ipotesi in cui pure Lombardo, se l’accordo con FdI dovesse saltare, finisse nella lista unica targata Ppe. E dire che alle Europee manca un anno esatto. Ma le grandi manovre, nel centrodestra siciliano, sono già cominciate da un pezzo.Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA