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Ispettori della Regione nelle ex Province: e c’è chi contesta

Di Redazione |

PALERMO – La Regione siciliana ha deciso di inviare gli ispettori nelle nove ex Province siciliane per verificare «che le assegnazioni disposte in loro favore siano state utilizzate nel pieno rispetto delle finalità proprie delle stesse, per garantire i servizi essenziali della popolazione». A disporre l’invio degli ispettori, a seguito di una delibera della giunta regionale, è stata la dirigente generale del dipartimento Autonomie locali, Margherita Rizza. A Palermo andrà Angelo Sajeva, Girolamo Ganci a Catania, Giuseppe Petralia a Messina, Vincenzo Raitano ad Agrigento, Enzo Abbinanti a Caltanissetta, Domenico Mastrolembo Ventura a Enna, Antonio Garofalo a Ragusa, Carmelo Messina a Siracusa e Francesco Riela a Trapani.

Il commissario straordinario del Libero consorzio di Trapani, Raimondo Cerami, ha già scritto al presidente della Regione siciliana Nello Musumeci per chiedere l’annullamento in autotutela dell’accertamento ispettivo perché «adottato in violazione di legge e viziato da eccesso di potere». Secondo Cerami il decreto della dirigente generale travalica il confine delle competenze previste dalla norma in materia di ispezioni. L’iniziativa di Cerami non è isolata: anche gli altri commissari non hanno gradito l’invio degli ispettori considerato che molti enti non sono stati in grado di approvare il bilancio di previsione 2018-2020 proprio per il trasferimento dei finanziamenti da parte della Regione. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA