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La scrittrice Silvana Grasso: «Mi candido alla presidenza della Regione»

Di Mario Barresi |

Silvana Grasso, ma che cos’è questa storia che si candida a presidente della Regione?

«È tutto vero. Ho ricevuto una lettera struggente, mitopoietica, da una donna di Librino, Graziella: “Assessuri, ’a Sicilia è pessa, vulemu a lei, fimmina sperta”. Per me è stata una vitamina. Il tempo della metamorfosi dell’Isola è arrivato».

Una riceve una lettera e si candida..,

«Questa lettera è una verità soterica. Che mi ha fatto superare il trauma di quando 13 anni fa feci l’assessore a Catania. Guardi che quello che le sto dicendo non l’ho mai detto a nessuno. Ma ho tanto bisogno di sfogarmi…».

Prego, si sfoghi pure…

«Mi volle Lombardo, Raffaele Lombardo. Un genio diabolico. Mi chiamò e mi disse: “Sono pazzo per la sua scrittura”. Io gli dissi di sì e feci l’assessore alla Cultura. Avevano sottovalutato la mia preparazione archeologica e il mio istinto di legalità. Scoperchiai un paio di scandali: accesi il faro dei magistrati sui beni di Castello Ursino, dissi no a una truffa da 800mila euro su un Caravaggio inglese. Fu l’abbraccio della dama di morte, come nel fascismo. Scapagnini, che manco mi considerava, mi chiamò e in napoletano mi chiese: “Ma lei vuole fare l’assessore o lo sceriffo?”. Ebbi i brividi, sentii le ossa della mia colonna vertebrale sbriciolarsi. Era finita. E infatti Lombardo, eletto governatore, non mi diede quel ruolo di tecnico che tutti davano per certo. Io vittima di bullismo adulto e politico. Mi dicevano che ero snob perché in giunta andavo con gli occhiali da sole, ma era perché avevo avuto un cancro alla palpebra. Mi hanno ghigliottinata. E sono tredici anni che mi tenevo tutto dentro…».

E ora si vuole candidare. Con chi? Per fare cosa? Suvvia, sia seria…

«Sono serissima. Ha visto le reazioni al mio post? C’è entusiasmo, gioia: mi ha chiamato il mondo! Li paragoni ai commenti nei profili di Musumeci o di Razza, ’u picciutteddu: qualsiasi cosa scrivono li massacrano con tale ferocia… Mi fanno pure pena, poveretti».

Parlavamo della sua candidatura…

«Che parla a tutti. Sono in contatto con una forza politica potente, al momento giusto la rivelerò. Ma la mia è la candidatura della cacocciola da’ fera: piace al ricco e al povero, la prendono tutti. Non ho mai fatto la questua, non mi metto ’a cammisedda. Sarò la voce dei quartieri a rischio gradita ai salotti buoni degli intellettuali».

Qual è la sua strategia elettorale?

«Quella del “moviti ferma”. Non devo fare niente: mille e mille mani mi abbracceranno, mi sosterranno. Se vado fino in fondo questa forte fiamma non si spegnerà. Ho subìto otto interventi, alcuni gravi. Vuole che mi spaventi fare questa rivoluzione?».

A proposito di rivoluzione. Ne ha parlato con Crocetta? Le vostre foto, a Gela col coccodrillo di peluche, sono mitologia. Lei confessò una «storia d’amore omnicomprensiva» con l’ex governatore gay.

«Con Saro non parlo da 4-5 anni. Mi chiamò per prendere il posto di Battiato, ma rifiutai. Non era più il cosmopolita e mezzo poeta che avevo conosciuto. E io dalla politica non mi faccio maculare. Sono troppo scrittrice, troppo filologa».

E non teme di essere sbeffeggiata, e poi stritolata, dalla politica?

«Sono una visionaria, se resisto vincerò. Io la politica non la so fare. Duellerò con le mie armi improprie: il latino, il greco, il teatro di strada, la poesia, la fantasticheria. Farò il presidente della Regione con le asclepiadi, maggiori e minori. E poi governerò con i docmi, i cretici e gli stasimi. Ho qualche lacuna sui termovalorizzatori, ma a quelli ci penserà il mio amico Salvo Cocina. Ci divertiremo da pazzi!».

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