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L'addio di Manlio Messina a Fdi, un battibecco a Montecitorio la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso

La scintilla che ha innescato una rottura che al momento appare insanabile

Laura Distefano

02 Agosto 2025, 11:04

Manlio Messina, deputato Fdi

Manlio Messina, deputato Fdi

Manlio Messina aveva preparato gli scatoloni almeno da dieci giorni. Il deputato catanese però era in pausa di riflessione: non voleva fare scelte avventate. Ma giovedì è accaduto qualcosa che ha fatto precipitare tutto. Un confronto acceso al Transatlantico di Montecitorio con il Commissario Fdi in Sicilia, Luca Sbardella pare essere stata la «goccia» che ha fatto traboccare il vaso. La scintilla che ha innescato una rottura che al momento appare insanabile. Ma in politica mai dire mai.

Il battibecco

«Il battibecco con Messina c’è stato ma non è stato uno di quelli che porta a una decisione del genere», conferma Sbarbella a La Sicilia che però ridimensiona quanto accaduto riportandolo alla dialettica politica fra due componenti dello stesso partito, che magari hanno punti di vista differenti. La scelta di lasciare Fratelli d’Italia è «stata un fulmine al ciel sereno, però è arrivata proprio dopo il battibecco. Quindi in molti l’hanno collegata». Il motivo della contesa? «Gestione territoriale. Mi ha sottoposto una questione che era emersa sui giornali e mi sollecitava di occuparmene. Io per semplificarle il racconto ho risposto che non posso pensare a questo tipo di problematiche». Sbardella non entra sul caso specifico. «Cose siciliane». Anzi le definisce «provinciali». La questione comunque sarebbe collegata al terremoto nel IV Municipio di Catania, dove sul tavolo c’è una mozione di sfiducia per il presidente Rosario Cavallaro, new entry (da giugno) di Fratelli d’Italia.

Il caso Auteri

Ma torniamo a Roma. Sbardella ribadisce comunque che il nodo è puramente politico. «La verità è che Messina non era sereno da diverso tempo, a partire dal caso Auteri». L’ex assessore regionale al Turismo infatti quando è scoppiata l’inchiesta - anticipata da La Sicilia e poi finita sulle reti nazionali - della spartizione dei fondi regionali “agli amici degli amici” ha immediatamente preso le difese del deputato regionale Carlo Auteri. E anche quella volta - dopo che Piazza Pulita ha fatto ascoltare l’audio con le minacce all’ex Iena Ismaele La Vardera - ha avuto uno scontro con il responsabile dell’organizzazione di FdI Giovanni Donzelli. La ferita quindi ha cominciato a sanguinare a novembre. Nove mesi fa. Quasi un anno. Auteri nel frattempo si è autosospeso e poi ha decido si abbandonare anche lui il partito di Giorgia Meloni per approdare nella DC di Cuffaro. Messina, nella nota dove ha annunciato il divorzio, ha assicurato che non aderirà a un altro partito.

Il caso Cannata

Lo scorso marzo però c’è stato un altro grattacapo per i meloniani che viene dalla Sicilia: il caso di Luca Cannata ad Avola, in provincia di Siracusa. Nella Trinacria quindi arriva il commissariamento, con Sbardella a cercare di gestire l’affaire Sicilia. A complicare tutto, nuovamente, è l’inchiesta per corruzione che ha coinvolto due componenti di peso del partito di Meloni a Palermo. E cioè il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, sponsorizzato dal presidente del Senato Ignazio La Russa, ed Elvira Amata, l’Assessora al Turismo posizionata da Schifani dopo la faccenda Cannes. Messina non è indagato (c’è un certificato della procura che l’ho attesta) ma il suo nome è nelle carte.

La matrice politica

Sbardella assicura che il faccia a faccia con il deputato catanese ha una matrice puramente politica: «Non c’è alcun collegamento con l’inchiesta, di cui stiamo seguendo l’evolversi. Intanto pare che si sia ridimensionata rispetto a quello uscito sui giornali. Le audizioni dei probiviri di Amata e Galvagno si è deciso di dividerli in due step, quindi la parte del confronto ci sarà dopo che si saranno svolti gli interrogatori con i pm. Un gesto doveroso e di rispetto nei confronti del lavoro della magistratura». Ogni decisione quindi è rimandata a dopo le vacanze.
Ma torniamo al divorzio con Messina. Il deputato nazionale, da sempre legatissimo a Giorgia Meloni, sarebbe stato messo all’angolo. Una posizione che forse stava stretta all’ex assessore regionale che è stato anche in nomination per diventare Ministro al Turismo. La rottura è definitiva? «Non lo so. Le decisioni le prenderanno a livello nazionale», dice Sbardella. Ora bisogna capire se la premier voglia imboccare la strada della riconciliazione. O restare separata.