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Liquidati i Consorzi fantasma: dal rilancio della pesca ai poltronifici per la politica

Ripopolamento ittico. La Regione chiude, dopo 10 anni di iter, Un ente inutile che ha prodotto solamente spese di gestione

Maria Concetta Goldini

10 Settembre 2025, 17:03

pesche

La Regione, dopo un iter durato ben 10 anni, ha chiuso la fase di liquidazione di sette dei suoi 12 Consorzi di ripopolamento ittico nell’isola impegnando per questo 95 mila euro. Insieme ai Consorzi di Patti, Peloritani-Ionici, Taormina, Eolie, Villafranca Pace del Mela e Nebrodi c’è anche il Consorzio del Golfo di Gela.

Per coprire le spese di liquidazione del Consorzio gelese sono stati stanziati 19 mila e 600 euro. Sono tutti Consorzi nati tra il 2006 e il 2007 (quello di Gela nacque nel maggio del 2006) che avrebbe dovuto svolgere attività a favore del mare e della pesca. Ma la loro storia è stata segnata da un grande flop, caratterizzandosi come enti – poltronifici per la politica.

Il Consorzio per il ripopolamento ittico del Golfo di Gela ha avuto un effetto zero sul territorio nonostante nella fase di start avesse 175 mila euro di budget annuale assegnato dalla Regione.

Quando il Consorzio nacque, a Gela era ancora in piena attività la raffinazione di petrolio ed il livello dell’inquinamento marino era alto. Tant’è che il concetto di ripopolamento ittico in un ambiente compromesso dove spesso si verificavano morie di pesce, sembrò alquanto bizzarro.

Nei primi anni della sua nascita, il Consorzio venne gestito da sindaci ed esponenti del Nord del Nisseno (tutte città senza mare) per volontà della politica. Solo nel 2009 quando divenne Presidente della Provincia il gelese Pino Federico la presidenza fu portata a Gela. Il Consorzio non riuscì a svolgere una sola riunione del suo organismo gestionale fino al 2010 cioè quattro anni dopo la sua costituzione ma intanto aveva già prodotto egualmente spese di gestione e acquisti per la cifra non modica di 120 mila euro.

Nel 2012 la Regione decise di monitorare questi enti e di commissariare quei Consorzi di ripopolamento ittico che avevano prodotto null’altro che spese. Tra questi quello di Gela ai cui atti risulta nel tempo una lista di commissari nominati dalla politica e costi gestionali di un ente inesistente, soldi inviati dalla Regione per coprire le spese.

Il ripopolamento ittico non c’è stato, i posti di sottogoverno si. Nel 2015 l’avvio della fase di liquidazione che vede ora, dopo un iter non certo breve, chiuso definitivamente il capitolo del Consorzio fantasma, simbolo dello spreco di denaro pubblico.