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L'inchiesta

Lo strano caso di “Lady Cts”, cacciata dall’Arpa per il curriculum gonfiato

Le nomine della Regione. L’avvocata Saverino, designata vice di Armao, è stata già condannata dalla Corte dei conti a risarcire 23mila euro di compenso da dirigente indebitamente percepito

Di Mario Barresi e Luisa Santangelo |

Quando, poco più di un mese fa, si è insediato il nuovo nucleo della Cts, la commissione tecnico-specialistica della Regione che si esprime sulle autorizzazioni ambientali, la notizia è passata quasi inosservata. Così come il nome della vicepresidente designata, futuro braccio destro di Gaetano Armao: Arcangela Maria Saverino, avvocata di Ficarazzi, nel Palermitano. Eppure, a leggere quel nome, qualcuno all’Arpa (e non solo) sarà saltato sulla sedia. Riconoscendo in Saverino l’ex dirigente decaduta per un curriculum gonfiato e condannata dalla Corte dei conti a restituire i compensi indebitamente percepiti per oltre 23mila euro.

Cominciamo dall’inizio: il 17 agosto 2021 l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente pubblica l’avviso per un «incarico professionale di alta specializzazione giuridico-ambientale». In 15 giorni, nonostante il bando “ferragostano” sarà sfuggito a molti potenziali interessati, arrivano 32 istanze. Di queste appena tre vengono ritenute idonee alla selezione. Nella terna c’è l’avvocata Saverino, a cui viene conferito l’incarico perché «è l’unica ad avere un master di II livello in materia di diritto ambientale e ad avere maturato una esperienza ultra-quinquennale anche nel contenzioso riguardante il diritto ambientale, ritenuta necessaria al fine di fornire al meglio il supporto giuridico per la predisposizione di atti e provvedimenti di competenza dell’Agenzia in materia ambientale».

L’incarico è rilevantissimo. Dura tre anni, rinnovabili «salvo risoluzione anticipata». È un posto da dirigente nella pubblica amministrazione, tra l’altro. Se non proprio un terno al Lotto, quasi. L’11 ottobre 2021 il direttore amministrativo Pietro Testaj propone la nomina di Saverino. Il direttore generale Vincenzo Infantino firma. Un paio di mesi dopo, l’Arpa verifica i requisiti. E qualcosa non torna: l’abilitazione all’esercizio della professione forense risulta conseguita nel 2018, mentre nel bando era richiesta «esperienza quinquennale» nel settore di selezione. Certo, nel curriculum c’è un master all’università telematica Pegaso, conseguito nel 2021. E fra i “titoli” c’è anche un corso di formazione dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia (Saverino è pubblicista) su “Il ciclo dei rifiuti: una corretta informazione”, datato 2020. Infine, l’anno successivo, un corso sulla valutazione di impatto ambientale e la valutazione ambientale strategica tenuto dall’Unione professionisti, una società privata di formazione.

Il fatto è che, però, a cinque anni ancora non ci si arriva. L’Arpa chiede chiarimenti che, però, la professionista selezionata non fornisce. Lei nel curriculum ha indicato di avere collaborato con uno studio professionale palermitano, con particolare riferimento al diritto ambientale, sin dal 2014. Quindi l’ente regionale chiede direttamente ai suoi ex colleghi. La risposta? Lo studio non s’è mai occupato di questioni giuridiche ambientali e lei, l’avvocata Saverino, lì era stata giusto praticante. In effetti, l’iscrizione all’albo degli avvocati, a Termini Imerese, come verificato da questa testata, decorre dal 21 febbraio 2023. Saverino aggiunge fra le esperienze professionali la collaborazione con lo studio di ingegneria del padre. Ma non c’è un contratto. Ad aprile 2022 l’Arpa la sospende. Il 24 maggio la dichiara decaduta. Lei fa ricorso al tribunale del Lavoro. E perde. Così come nella causa alla Corte dei conti, che nel 2024 la condanna a ripagare all’Arpa i 23mila euro percepiti a titolo di compenso, perché quel curriculum era scritto in modo «doloso e consapevole» per ottenere un incarico per il quale non aveva i requisiti. Altro che «falsi innocui», sentenzia la magistratura contabile regionale.

Poco male, però: si chiude una porta, si apre un portone. Il 27 maggio 2022, appena tre giorni dopo la decadenza dall’Arpa, l’«avvocata» (il titolo è negli atti) Saverino viene nominata componente della Commissione tecnico specialistica della Regione per tre anni, «per il supporto allo svolgimento delle attività istruttorie per il rilascio di tutte le autorizzazioni ambientali di competenza regionale». Secondo i criteri allora in vigore, decisi dalla giunta regionale nel 2015, oltre alla laurea, per fare parte della Cts è necessaria «specifica competenza in materia di valutazioni ambientali, per avere svolto per un periodo significativo, comunque non inferiore ai tre anni, attività correlata». Il decreto di nomina di Saverino, con altri quattro professionisti, è firmato dall’allora assessore al Territorio e ambiente Toto Cordaro.Piccolo particolare: in quel momento nel gabinetto di Cordaro il segretario particolare è Antonino Drago, più conosciuto come Nino. Compagno di vita dell’avvocata Saverino. Drago, ex dipendente regionale con una lunga esperienza tra vari assessorati, sindacalista, è in pensione dal 2018. Fu coinvolto, nel 2011, in una maxi-operazione antiriciclaggio che, partendo da un certificato di credito intestato a un defunto dittatore indonesiano, metteva insieme ‘ndrangheta e Cosa nostra, sull’asse Reggio Calabria-Palermo. Quasi un decennio dopo, tutti assolti. Incluso Drago, naturalmente.

C’è un nesso fra il ruolo di Drago nell’assessorato che “controlla” Arpa e Cts e le due nomine di Saverino? «Io ne vorrei parlare in un altro momento, se possibile. La replica sarebbe molto articolata e io sono fuori», risponde l’interessata al telefono a La Sicilia. «Non ho nulla da dire», afferma. «Non ne voglio parlare anche perché io, in quanto componente della Cts, non sono tenuta a esprimere opinioni. Lo può fare soltanto il presidente». Anche se non si tratta di un’opinione, in questo caso, ma di una vicenda personale. «Per quanto mi riguarda i numeri sul mio operato all’interno della Cts sono stati comunicati e sono stati pubblicati dalla stampa a gennaio. Il mio operato lo trova tutto lì». La risposta è altrettanto netta alla domanda sull’esistenza, o meno, di eventuali interlocuzioni tra Drago e l’ex assessore Cordaro a proposito della sua nomina alla Cts: «No». Nessun dialogo in questo senso? «Non ne voglio parlare, basta con le domande». Eppure le carte parlano da sole. Così come gli intrecci della politica siciliana. Cordaro, dal 2022, è uscito dal giro dell’Ars. Ma non è certo rimasto disoccupato: sub commissario nazionale alla depurazione e consulente del “suo” presidente Nello Musumeci, oggi ministro, per la stesura del Piano del Mare. L’ex assessore ha rotto, dicono a Palermo, con Drago. Ma “Lady Cts”, nonostante tutto, è rimasta dov’era. Facendo carriera: vice di Armao, col placet – dicono – della nuova assessora Giusi Savarino. Quasi omonima dell’avvocata cacciata dall’Arpa, ma stavolta non c’entra.

Sopra Arcangela Saverino, vicepresidente della Cts, prima da sinistra nella foto dell’insediamento del 7 marzo

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