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Il colloquio
L’ultima sfida di Lombardo: «La Regione ora rivendichi le competenze sull’energia»
La proposta discussa dal leader del Mpa con Salvini a Roma. «Autorizzazioni condizionate alle compensazioni, stop al saccheggio»
Si sono rivisti. Mercoledì pomeriggio. Stavolta senza foto celebrative né comunicati stampa. Con la riservatezza dovuta agli appuntamenti importanti. Raffaele Lombardo, nella sua tre giorni romana, ha incontrato Matteo Salvini. Per discutere, stavolta in termini operativi, del patto federativo fra Lega e Mpa. Dal punto di vista politico, certo, con le Europee all’orizzonte, ma soprattutto dei contenuti concreti. L’ex governatore, il giorno prima, era stato a colloquio con Roberto Calderoli. E proprio dal tema principale discusso al ministero delle Autonomie è ripartito Lombardo nel faccia a faccia con Salvini. Il focus è, ovviamente, l’autonomia differenziata. La riforma su cui, nei mesi di gelo col Carroccio, l’ex governatore era stato piuttosto critico. Poi se l’è fatta piacere, anzi, come riferito al ministro, ha «individuato le ulteriori potenzialità per lo statuto siciliano e le nuove opportunità per l’Isola». E ora rilancia: «Sarebbe da stupidi non rivendicare altre competenze per la la nostra Regione», ammette a La Sicilia in un colloquio appena atterrato, giovedì sera, a Fontanarossa.
Certo, sul tavolo del confronto con Calderoli (che verrà presto in Sicilia a spiegare la sua riforma in un evento dell’Mpa) c’è in bella vista un foglio con i conteggi sul dare-avere. «Bisogna scongiurare la riduzione dei trasferimenti», lo scopo iniziale, pur sapendo che «sulla questione delle risorse per la Sicilia diventa decisiva la capacità di saperle gestire con scelte oculate e di qualità». E c’è una domanda che il leader Mpa si pone: «La nostra autonomia l’abbiamo gestita virtuosamente oppure è servita a fare quello che volevamo con arbitrio e stupidità?». La risposta è scontata, ma ora «bisogna accettare la sfida: se vogliamo crescere, dobbiamo imparare a spendere meglio i fondi, accettando il criterio della valutazione dei costi».

Lombardo ha un piano politico ben preciso: giocare da protagonisti la partita dell’autonomia differenziata, come ha confidato ai suoi di ritorno da Roma, «potrebbe innescare di nuovo un processo autonomistico, ridando più forza al nostro movimento politico, nello spirito del rinnovato patto federativo con la Lega». Ma il cuore della nuova battaglia sta in una delle materie di “competenza concorrente” della riforma già in discussione al Senato. «La Regione – ci dice Lombardo senza mezzi termini – rivendichi la competenza in materia di energia». Una scelta, sostiene, basata «sulla logica dell’autonomia differenziata di cui abbiamo parlato con Calderoli: dobbiamo avvalercene». Il che, per il leader autonomista, significa in termini pratici «autorizzazioni condizionate alle compensazioni», con «lo stop al saccheggio del sole e del vento, della terra e del mare da parte dei fondi globalizzati». E scandisce: «Soltanto così avremo energia gratis o a buon mercato per le famiglie e per le imprese, così si crea il lavoro e si inverte la direzione della fuga delle braccia e dei cervelli».
Della prospettiva discussa a Roma con gli interlocutori leghisti Lombardo vuole «riferire» a breve, «con qualsiasi canale possibile», a Renato Schifani. Un tema che, negli equilibri del governo siciliano, è piuttosto delicato. Proprio sulle autorizzazioni il presidente della Regione è entrato più volte in rotta di collisione con l’assessore autonomista all’Energia, Roberto Di Mauro, tacciato di voler rallentare l’iter dei progetti. Eppure la nuova proposta di Lombardo, adesso, oltre a confermare la linea di «non svendere mai più la nostra terra a chicchessia», ha ben altro respiro: «È l’ultimo treno per la Sicilia. Dimostriamo di non essere la Libia né la Somalia, ma una regione autonoma, e libera, che sa costruire il suo futuro».m.barresi@lasicilia.it