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il caso

Manovra Regione, l’algoritmo per spartirsi i 22 milioni di “mancette”

Toccano 250mila euro a ogni deputato del centrodestra e 100mila a quelli dell'opposizione

Di Mario Barresi |

Del contenuto, fra spifferi sui giornali e rivendicazioni pubbliche dei deputati, s’è saputo più di qualcosa: dai 200mila euro per il super Capodanno a Catania ai 30mila per la sagra del torrone, passando per piccole (soprattutto) e grandi mance disseminate nei luoghi più reconditi dell’Isola. Ma sul maxi-emendamento alla manovra correttiva, passato col parere favorevole della commissione Bilancio dell’Ars nella notte fra giovedì e ieri, non si conosce l’algoritmo di partenza. Un metodo matematico di spartizione traversale che il governo ha riservato ai 70 deputati: in tutto un “tesoretto” di circa 22 milioni destinato a micro-norme.

L’accordo

L’accordo, maturato dopo alcuni colloqui informali fra Luca Sammartino (delegato da Renato Schifani ai rapporti con l’Ars) e Marco Falcone con i rappresentanti di maggioranza e opposizione, è presto chiuso: 2/3 della somma vanno ai gruppi del centrodestra, il restante 1/3 alle opposizioni. Il tutto con un criterio ancor più preciso, giusto per non creare dissapori all’interno dei singoli gruppi: ogni deputato di centrodestra (FdI, Forza Italia, Lega, Dc e Autonomisti) ha a disposizione un “budget” di 250mila, i colleghi di Pd, M5S e Sud chiama Nord ne hanno 100mila a testa.

Il maxiemendamento

E così il “maxi” è andato avanti alla velocità della luce. Con qualche distinguo apparente. Ad esempio il Pd, assente nel selfie finale della commissione postato da Falcone su Facebook, fa sapere di «avere abbandonato qualche ora prima i lavori contestando la parcellizzazione dei contributi nel testo, alcuni per poche migliaia di euro, dopo avere chiesto invano di concentrare le risorse su misure di più ampio respiro». Ma anche chi è rimasto, delle altre opposizioni, rivendica di «aver alzato l’asticella del contenuto della manovra correttiva», ricorda il leader del M5S Nuccio Di Paola, cassando «i micro finanziamenti da 2mila e 3mila euro e i fondi dati addirittura alla società private». Due, in particolare, erano presenti nella prima versione del testo e poi sono stati depennati: 100mila euro alla “Puntoeacapo Srl” per la realizzazione della “Via dei Cunti” e 50mila euro alla “Ac Eventi” per manifestazioni al Teatro Duemila di Ragusa.

I distinguo

«Tutti i gruppi e tutti i deputati, di maggioranza e di opposizione, hanno potuto inserire norme nel maxi-emendamento», ammette Ismaele La Vardera, che ha sostituito Cateno De Luca in commissione. Ma l’ex Iena sfida i colleghi: «Ognuno si assuma pubblicamente la responsabilità dei fondi che ha indirizzato: io ho proposto finanziamenti per la missione di Biagio Conte, per un pullman per la Casa di Giulio e per la ristrutturazione di un bene di Telejato confiscato alla mafia». Sia i grillini, sia i deluchiani difendono il senso della foto con Falcone. «Ce l’ha chiesto l’assessore più distante da Schifani», precisa Di Paola. E La Vardera: «Ben vengano i selfie se Falcone ci ascolta e alza il livello». M5S e Sud chiama Nord rafforzano quell’asse raccontato da La Sicilia anche in prospettiva Europee. «Bisogna creare un coordinamento fra le opposizioni: all’inizio della seduta ci siamo riuniti tutti, poi – dice Di Paola – il Pd s’è defilato».

l’elemento in comune

Ma c’è un elemento che accomuna i gruppi dell’opposizione: nessuno ha dato il via libera al maxi-emendamento (il Pd non c’era al voto finale; M5S e ScN hanno dato parere contrario), ma tutti hanno inserito norme particolari nel testo, esattamente come i deputati del centrodestra. E così, dentro c’è davvero di tutto: dai 203 «contributi per interventi e programmi di promozione turistica, culturale economica e sociale» per 7.976.000 euro ai «contributi straordinari per investimenti, interventi di manutenzione, riqualificazione e completamento di opere» (in tutto 9.414.000 euro per 87 diverse voci). Poi l’incremento dei contributi già dovuti in base alla legge regionale 2/2023: mezzo milione in più per la «valorizzazione dei prodotti agricoli siciliani» e la «gestione della promozione e dell’immagine degli stessi sui mercati in Italia e all’estero; 300mila euro in più alla Remesa, presso l’Istituto zooprofilattico, per la prevenzione di malattie; 250.000 euro di incremento per l’Associazione per l’Arte di Alcamo e per una non meglio specificiata «razionalizzazione degli interventi nel settore agricolo»; infine, altri 100mila euro di maggiori fondi all’associazione “Centro di accoglienza Padre Nostro di Palermo”. E ancora: 200mila al Comune di Mussomeli e al Consorzio di Bonifica di Gela e una pioggia di altri contributi straordinari. Compresi gli 80mila euro per il Centro di referenza nazionale per il benessere delle tartarughe marine.

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