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Miccichè “archivia” Musumeci: «Il candidato presidente? Di Forza Italia, palermitano e donna»

L'intervista al presidente dell'Assemblea regionale: «Nello dice di essere pronto a fare un passo di lato se il suo nome dovesse risultare divisivo? Ha ancora dubbi? Sta facendo sciarriare tutta la Regione»

Di Elvira Terranova |

«Musumeci dice di essere pronto a fare un passo di lato se il suo nome dovesse risultare divisivo? Ha ancora dubbi? Sta facendo sciarriare (litigare ndr) tutta la Regione. Ha fatto moltissimi errori e continua a fare la vittima. Altro che "fuoco amico" di cui parla. E’ stato il primo nemico di se stesso».

 

Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè, che è anche coordinatore di Forza Italia in Sicilia, ha aspettato 24 ore prima di rispondere, punto per punto, alla conferenza stampa di ieri del Governatore siciliano Nello Musumeci, in cui il Presidente ha annunciato di essere pronto a ritirare la sua ricandidatura a ottobre se il suo nome dovesse risultare "divisivo" nella coalizione di centrodestra.

Ieri, Musumeci, non ha mai fatto il nome di Miccichè, ma ha parlato esplicitamente di «attacchi indicibili arrivati dal fuoco amico», riferendosi propri all’ex viceministro dell’Economia. E oggi, per la prima volta, Miccichè rivendica, «un candidato di Forza Italia per la Presidenza della Regione siciliana». Ma deve avere tre caratteristiche: «Di Fi, palermitano e donna». 

«Musumeci ha fatto moltissimi errori, se avesse avuto la capacità di capire i suoi errori, oggi la situazione non sarebbe questa – dice Miccichè in una intervista rilasciata all’Adnkronos – Diversi assessori mi hanno rassicurato che sarebbe cambiato, ma non solo non è cambiato. Ieri ha fatto pure una conferenza stampa in cui parla di "fuoco amico" come se avessimo deciso di impallinarlo per un fatto di potere e questo non mi sta bene».

E spiega che «è palese che il nome di Musumeci è divisivo, giorno dopo giorno. Lo ha fatto spaccando, ad esempio, i rapporti tra i partiti e i propri assessori. E oggi divide ancora di più, anzi lui non divide a metà, ma del tutto. Oggi le forze di maggioranza non sono felici dell’operato di Musumeci, sia nella gestione della Regione, sia nella gestione dei rapporti umani. Non potrà esistere mai un’azienda che funziona con il direttore amministrativo che odia quello di vendita…», spiega ricordando i suoi trascorsi a Publitalia. 

«Musumeci è convinto che tutti ce l’avessero con lui – prosegue poi Miccichè – mentre è lui ad avercela con tutti, ha un atteggiamento di sofferenza assoluta nei confronti del Parlamento, nei confronti degli altri partiti, questo lo vorrei chiarire. Io ho solo subito questa situazione».

Poi Miccichè entra più nel dettaglio della conferenza stampa di ieri. Quando Musumeci ha fatto riferimento a una frase pronunciata tempo fa proprio dal Presidente dell’Ars che lamentava che il Governatore non «facesse toccare palla». «Ci sono palle di colore diverso, di plastica, di gomma, di cuoio. Ci sono palle che non si possono toccare…», ha detto ieri Musumeci. E oggi Miccichè contrattacca: «A che cosa si riferisce? – dice – Di cosa parla? Lo dicesse chiaramente quali sono le palle che non si possono toccare. Vorrei proprio capire queste palle avvelenate quali sono». E poi giudica «inquietante» la frase di Musumeci sulle «verità». Il Governatore ieri ha detto: «Spero che mi si dica presto la verità, se non dovessi essere io il candidato. Ma se qualcuno dicesse la verità il Centrodestra pregiudicherebbe la propria vittoria…», ha chiosato. «Musumeci deve parlare chiaro, senza metafore. A cosa si riferiva quando ha parlato di verità che pregiudicherebbe la vittoria del centrodestra?», ripete ancora Miccichè.

E sul "fuoco amico" di cui parlava ieri Musumeci, Miccichè spiega: «Io non so cosa intenda per attacchi indicibili, non lo so. E’ vero che l’ho criticato sulla stampa sì, ma sulla fine di questa legislatura e sul fatto che ha avuto e continua ad avere un atteggiamento insopportabile nei confronti di tutti ma specie nei confronti dei partiti». E ricorda: «La democrazia è fatta da tre pilastri: uno è rappresentato dai partiti, che garantiscono il rapporto con il popolo, il secondo pilastro è il Parlamento, cioè il controllore di ciò che fa il governo e poi c'è la stampa che pubblicizza quello che fa il Parlamento e il Governo. Sono tre pilastri da cui non si può prescindere, e lui certamente ha distrutto i primi due pilastri. Non ha avuto intenzione di discutere con i partiti né con il Parlamento». E ancora su ieri: «Se lui avesse detto: "Ho sbagliato, il mio atteggiamento non è stato compreso" sarebbe stato diverso. Invece, niente, è tutta colpa degli altri». 

Il Presidente dell’Ars torna a parlare anche dei fischi ricevuti da Musumeci al Teatro Greco di Taormina quando sul palco era con i comici Ficarra e Picone. Ieri Musumeci ha parlato di "claque di 12 persone". «Perché sia chiaro, io non mi permetto di chiamare Ficarra e Picone, ma se davvero c'era una claque organizzata io non ho idea di chi possa averla organizzata. Per quanto mi riguarda non fa parte del mio stile di vita. Quando mi hanno raccontato quello che era accaduto io ero già a letto. Stavo dormendo. Non solo non ne sapevo niente ma riguardando quello è accaduto sul palco posso dire che in un contesto del genere, con Premi Nobel e scrittori di fama internazionale, non puoi fare passerella politica, infastidisce il pubblico sciorinando i successi del tuo governo».

«Ficarra e Picone sono molto bravi e non perché lo hanno attaccato sul palco – dice – perché hanno la battuta veloce. Sono spiritosi e bravi. Come puoi pensare che fosse organizzato?».  E se la prende pure con le parole di Musumeci sul Presidente "scomodo".

«A chi si riferisce? Uno che ancora oggi punta a rifare il Presidente che parla in questa maniera?». Miccichè chiude l’intervista rivendicando ancora una volta un candidato di Forza Italia: «Forza Italia ha dimostrato ancora una volta che da 30 anni siamo il primo partito e non abbiamo mai avuto il Presidente della Regione, io ho sempre preferito l’unità pur di andare avanti e vincere. Ma ora c'è un sentimento diffuso palermitano che chiede in maniera ferma la candidatura di Palermo perché non l’ha mai avito. Ora tocca a noi». Ma il nome potrebbe essere quello di Gianfranco Miccichè? «No, lo escludo. Deve essere di Fi, palermitano. E donna. E io, a occhio, ho le prime due caratteristiche ma non la terza».

Poi Gianfranco Miccichè ribadisce: «Non si parla mai delle cose da fare, appena c'è qualcuno che parla di qualcosa è come se fosse lesa maestà nei confronti di Musumeci. E' come se ci fosse un risentimento nei confronti di se stesso – dice ancora il Presidente dell’Ars – perché nessuno gli ha fatto niente. Io mi riguardo nel passato e penso: quale è stata la cosa che ho fatto contro Musumeci? Perché ne ho parlato dal punto di vista giornalistico?. Se pensi di avere il diritto di ricandidarti serve una persona che parli con la gente, con i partiti e anche con le opposizioni. Non si può avere quell'atteggiamento con l’opposizione, sempre un atteggiamento di attacco, continuo». Il coordinatore azzurro in Sicilia, poi, spiega perché «questa volta tocca a Forza Italia il candidato alla Presidenza della Regione». «A questo punto rivendichiamo il nostro diritto a presentare una candidatura nostra, se poi ci si siede attorno a un tavolo e se si capisce che c'è un candidato più bravo di quello che propongo io, noi siamo sempre disponibili al confronto. Però, a questo punto non capisco come si possa immaginare che Forza Italia, che ha dimostrato di essere la prima forza politica della Sicilia, non presenti un proprio candidato». E sul nome dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia Raffaele Stancanelli, di cui si fa ripetutamente il nome come candidato alla Presidenza, Miccichè dice: «Dire fin da adesso che il nome del candidato unitario spetti a Fratelli d’Italia, stona, fatico a comprenderlo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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