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8 marzo: Casellati pensiamo alle donne ucraine

Ostinati e determinati per combattere ingiustizie

Di Redazione |

ROMA, 08 MAR – Nel giorno della festa delle donne “un pensiero particolare va a tutte le donne ucraine che stanno affrontando momenti di grande dolore con grande coraggio”. Lo ha detto la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati in un videomessaggio al convegno ‘Non ti uccisero a colpi di spillo. Grazia Deledda nell’intimo segreto del grande sogno’. “Grazia Deledda – sostiene Casellati – è da sempre considerata uno straordinario simbolo di riscatto, modernità e progresso. Un esempio per intere generazioni di donne. Un’esortazione a prendere coscienza delle proprie potenzialità a non abbassare mai la testa, nemmeno di fronte ad ostacoli in apparenza invalicabili”. Ricordarne dunque la figura è “senz’altro un’opportunità. Un’opportunità per rinnovare la consapevolezza di come il percorso dell’emancipazione femminile continui a essere un libro incompiuto e con tante pagine ancora da scrivere” perchè “troppe sono le discriminazioni, le barriere e i pregiudizi con cui, anche nel nostro Paese, molte donne devono continuamente confrontarsi in ogni ambito della loro vita: dalla famiglia, alla scuola, alla società, al lavoro. Troppe sono le violenze fisiche, morali o anche solo verbali di cui sono sempre più vittime le donne solo in quanto donne e spesso in un contesto di indifferenza o incomprensione altrettanto colpevole. Troppe sono le dignità calpestate, le prevaricazioni e le forme di moderna schiavitù che, in tante regioni del mondo, ancora affliggono milioni di donne”. “Abbattere tutte queste ingiustizie e’ un lavoro enorme. Ma e’ un lavoro che dobbiamo portare a termine con ostinata determinazione. E dobbiamo farlo insieme. Perchè la storia ci insegna che quando si parla di uguaglianza di genere, non basta una legge per poter affermare che un diritto e’ stato conquistato o che una libertà è stata assicurata. Occorre – ribadisce il presidente del Senato – che questi diritti e queste libertà possano diventare parte di una comune identità culturale. Una cultura che ciascuno di noi può contribuire a promuovere, insegnare e divulgare con ogni mezzo e in ogni angolo del pianeta; anche solo con un libro!, conclude.

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