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Ancora una fumata nera per l’elezione del presidente: Crosetto tra i più votati

In testa nelle preferenze è il Capo dello Stato uscente Sergio Mattarella che ha raccolto 125 voti pur in assenza di indicazioni da parte dei paritti

Di Redazione |

Terza fumata nera ma scendono a 412 le schede bianche e sale di molto il nome di Sergio Mattarella che arriva, pur in assenza di indicazioni di voto dei partiti, a ben 125 preferenze. Alla vigilia del cruciale passaggio al voto con la maggioranza assoluta, giovedì si scende alla metà più uno, il Parlamento lancia i primi segnali di insofferenza rispetto alle forze politiche che sembrano ancora essere paralizzate dalla paura e bloccate dai veti incrociati.

Al di là della «fuga» di Mattarella, il disagio dei parlamentari si legge anche nell’ottimo risultato di Crosetto che raggiunge i 114 consenso andando ben oltre il pacchetto di 63 Grandi elettori in mano a Fratelli d’Italia che – unico tra i partiti – aveva dichiarato di votarlo. Mentre l’attivissimo Matteo Salvini si è consultato con Berlusconi che è ancora ricoverato al san Raffaele, Giorgia Meloni pressa Salvini e chiede esplicitamente che già domani si voti per uno dei tre nomi della rosa, cioè Carlo Nordio, Letizia Moratti e Marcello Pera. Quelle che escono da Montecitorio sono indicazioni da non sottovalutare in una fase di stallo e che lascia presagire che anche domani non ci sarà alcuna fumata bianca. Continua intanto la girandola di contatti tra i leader e soprattutto di consultazioni interne con i gruppi parlamentari. La giornata è stata aperta dal «No» secco di Enrico Letta e Giuseppe Conte al nome di Elisabetta Casellati che in nottata era girato tumultuoso. L’opzione Casellati «fa saltare tutto», ha tagliato corto il segretario del Pd facendo capire che con lei al Colle il governo sarebbe immediatamente caduto. Ma la carta della presidente del Senato rimane ancora nel mazzo del segretario della Lega che continua a mostrare ottimismo.

Ma il pressing di Fratelli d’Italia per una decisione è insistente: "faremo di tutto perché domani ci sia un nome unico del centrodestra», spiega infatti Ignazio La Russa per Fratelli d’Italia. Tra i segnali di novità c'è da registrare l’entrata in scena di Pier Ferdinando Casini che raccoglie ben 52 preferenze alla vigilia della discesa del quorum. In effetti il tempo passa e al momento l’unica mossa che potrebbe muovere il quadro politico sarebbe quella di uno strappo del centrodestra nel tentativo di far passare con pochi voti un proprio candidato. Quel che è certo è che nessuno, se si esclude Giorgia Meloni, ha voglia di andare a votare e i Grandi elettori stanno esplicitando questa paura. In Parlamento c'è tanta voglia di Mattarella, l’unico che garantirebbe la permanenza di Draghi a palazzo Chigi. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA