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Ecco chi è “Mrs X”, la tecnica che ha in mente Schifani per l’assessorato alla Sanità

Vi sveliamo il nome top secret  della donna scelta dal governatore per uno dei settori più delicata: è' l'ex manager palermitana Giovanna Volo

Di Mario Barresi |

Una scelta di sottile genialità. “Mrs. X”, la tecnica che ha in testa Renato Schifani come potenziale assessora regionale alla Salute, ha finalmente un nome. E un volto: quello di Giovanna Volo. Classe 1955, laurea in Medicina, è un’ex  manager di lungo corso della sanità palermitana, con una carriera chiusa a fine 2020 da direttore sanitario del Policlinico “Giaccone”, dopo incarichi di vertice al Civico, all’Oasi di Troina, all’Asp di Enna e al Policlinico di Messina.

Ma è anche una professionista da sempre legata – per storia personale e familiare – a Gianfranco Miccichè. Che giura di non aver mai ascoltato alcun nome dal governatore. Forse perché è una proposta che il leader forzista (sempre convinto che l’identikit ideale sia quello della manager dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni) non potrà rifiutare. O, se lo facesse, sarebbe molto in imbarazzo. Per tanti motivi.

Primo fra tutti il rapporto di amicizia non solo con la potenziale assessora, ma anche con la sorella maggiore, l’avvocata penalista Grazia Volo, storica compagna del giornalista Paolo Liguori, titolare di un prestigioso studio a Roma, specializzato in reati societari e contro la pubblica amministrazione. Ha difeso Cesare Previti e ha fatto assolvere Lillo Mannino e Ciccio Musotto.

A Palermo sono in molti a ricordare, oltre all’amicizia del capostipite Gerlando Miccichè con la famiglia Volo, originaria del Nisseno, capitanata dal padre imprenditore nel settore delle miniere, anche «tutte le volte che le sorelle Volo sono state vicine a Gianfranco in vicende giudiziarie e politiche».

La conferma sul fatto che Schifani stia davvero pensando a Volo arriva  da più fonti vicine a Palazzo d’Orléans. «Il presidente ha sondato con discrezione la sua disponibilità – è l’ammissione di chi è molto informato sul dossier – ed è fiducioso». Ma «non vuole bruciare il nome» di chi ritiene all’altezza, per esperienza pregressa e competenze specifiche, di ricopire il delicato ruolo di guida della sanità siciliana, a maggior ragione ancor prima di ottenere una risposta positiva. Per questo motivo anche i più fedeli alleati del centrodestra, almeno fino a ieri, sono rimasti all’oscuro. Ma da oggi si deve accelerare.  A partire dal «nome condiviso» sulla sanità. Una scelta unilaterale, a cui sarà difficile dire di no.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA