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Ars, primo giorno di scuola per i deputati eletti: Martina Ardizzone è la più giovane

Accolti a Palazzo dei Normanni i neo-parlamentari della XVIII legislatura

Di Redazione |

E’ stato Dario Safina, eletto nella provincia di Trapani nella lista del Pd, il primo deputato regionale a presentarsi a Palazzo dei Normanni nella prima giornata dedicata all’accoglienza dei neo-parlamentari della XVIII legislatura. Gli onorevoli vengono accolti in sala Verde dalla segreteria generale per i primi adempimenti: la fotografia, la consegna del tesserino e il riconoscimento vocale con la lettura di una formula: si tratta della lettura dell’art.1 dello Statuto autonomo: «La Sicilia, con le isole Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica e Pantelleria, è costituita in Regione autonoma, fornita di personalità giuridica, entro l'unità politica dello Stato Italiano, sulla base dei principi democratici che ispirano la vita della Nazione. La città di Palermo è il capoluogo della Regione».

Poi i deputati vengono accompagnati in sala Gialla e quindi in sala Rossa per gli altri servizi: ragioneria, ufficio di questura, attività legislativa. A ogni deputato viene consegnato un kit che contiene un blocknotes, una penna e una pendrive con i flies documentali della legislatura appena conclusa.

Sarà Pippo Laccoto della Lega, in qualità di deputato più anziano (73 anni), a presiedere la seduta d’insediamento dell’Ars, giovedì alle 11, per l'elezione del nuovo presidente dell’Assemblea. A svolgere il ruolo di segretario sarà invece la parlamentare più giovane, Martina Ardizzone, 27 anni, la più giovane tra i parlamentari eletti all’Assemblea regionale siciliana.

In base al regolamento parlamentare, per essere eletto allo scranno più alto di Sala d’Ercole alla prima votazione è necessario ottenere la preferenza da parte dei 2/3 dei componenti, in pratica bisognerà ottenere 46 voti.  Nel caso in cui nessuno raggiunga questo risultato, nella stessa giornata si procederà alla seconda votazione durante la quale il quorum si abbassa a 36, ossia la maggioranza assoluta dei componenti del parlamento. Se neppure alla seconda votazione ci sarà la «fumata bianca», l’aula tornerà a riunirsi il giorno successivo, venerdì. Alla terza votazione non servirà più la maggioranza assoluta dei componenti del parlamento, cioè 36, ma la maggioranza assoluta dei votanti: dunque potrebbe essere sufficiente anche un numero inferiore di preferenze rispetto a 36 (ad esempio se i votanti fossero 60, il quorum sarebbe pari a 31 preferenze).  Se neppure in questo caso si dovesse riuscire a eleggere il nuovo presidente, nella stessa giornata di venerdì si procederà alla quarta votazione con un ballottaggio tra i due candidati più votati nel corso della terza votazione: chi tra loro avrà più preferenze, sarà il nuovo presidente dell’Ars. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA