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La crisi di governo

Il ministro D’Incà (M5S): «A rischio le riforme del Pnrr»

Di Redazione |

Riforme a rischio. E, con loro, la prossima rata di fine anno da 21 miliardi del Pnrr. Dalla giustizia alla concorrenza, se il governo dovesse cadere sarebbero molti i provvedimenti che potrebbero restare al palo. A lanciare l’allarme è il ministro dei Rapporti con il Parlamento ed esponente del M5s, Federico D’Incà, mentre è in corso il Consiglio nazionale del Movimento. L’Italia potrebbe avere difficoltà a ottenere i fondi europei – su cui altissima è l'attenzione anche a Palazzo Chigi – e allo stesso tempo corre il pericolo di rimanere indietro, è l’avvertimento, anche nella lotta ai redditi troppo bassi a partire dal salario minimo.   Il ministro, tra i Cinque Stelle più favorevoli a proseguire l'esperienza di governo, mette in fila in un dossier tutte le misure all’esame delle Camere. Sono nove in tutto le riforme in attesa di diventare operative: quattro devono ancora ottenere l'ok definitivo, mentre per altre cinque mancano i decreti attuativi. Per il codice degli appalti, il processo civile e penale entro dicembre vanno chiuse le norme collegate. Per la riforma dell’ordinamento giudiziario e la delega sullo spettacolo c'è tempo fino al 2023. Ancora ostaggio delle polemiche dentro e fuori il Parlamento c'è poi il ddl concorrenza che contiene – tra le altre norme – quelle sui taxi.  "Gli accordi di maggioranza prevedevano l’ok entro luglio", ricorda D’Incà. Ma era in corso, prima dell’annuncio delle dimissioni di Draghi, una trattativa per arrivare a una soluzione o con una riscrittura della norma o, come chiesto dalla Lega ma anche dal Pd, attuando la riforma già approvata a inizio legislatura.   Non "immediatamente" legata al Pnrr, in ballo c'è anche la riforma fiscale. Costato ore e ore di discussioni, tensioni nella maggioranza e rischio di spaccature, il testo ha incassato l'ok della Camera con un’intesa considerata blindata, ma manca ancora il voto del Senato: se si fermasse, si perderebbe – osserva D’Incà – la possibilità di consegnare agli italiani un 'fisco più equo a vantaggio dei cittadini onestì, comprese le nuove regole sul catasto.   Infine, ci sono gli ultimi decreti legge approvati in Consiglio dei ministri: quello sulle infrastrutture e quello sulle semplificazioni fiscali, che a loro volta contengono misure specifiche legate al Pnrr. Nel caso di posizioni contrapposte nella maggioranza o di ostruzionismo delle opposizioni, il governo non potrebbe ricorrere alla questione di fiducia. E i decreti arriverebbero a scadenza (il 15 e il 20 agosto) senza essere convertiti in legge. 

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