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Il saluto commosso di Musumeci alla Regione: «Anni intensi e belli»

Ieri l’ultima giunta. Fra assenze, siparietti e scontri, il governatore «già proiettato a Roma»

Di Mario Barresi |

Forse, in altre condizioni, l’avvenimento sarebbe stato onorato in tutt’altro modo. Ma, complice il clima elettorale che ha travolto quasi tutti i potenziali “festeggiati”, l’ultima seduta di giunta regionale è scivolata via senza la dovuta solennità. «Anche se c’era ben poco da festeggiare», si lascia sfuggire uno dei presenti. Tanto più che, ieri, mancavano molti degli assessori di Nello Musumeci, che per l’ultima volta (a meno di sorprese dei prossimi giorni) ha riunito il suo governo. A Palermo, oltre al governatore, soltanto in tre: Marco Falcone, Alessandro Aricò e Marco Zambuto. Collegati in videoconferenza Gaetano Armao, Ruggero Razza, Antonio Scavone, Daniela Baglieri e Alberto Samonà. Assenti, più o meno giustificati, tutti gli altri. Qualcuno aveva pure proposto una seduta in una sede più informale, magari a Catania, «per stare un po’ tutti assieme per l’ultima volta». Ma l’idea non è piaciuta.

E così, in uno svogliato clima da ultimo giorno di scuola e con i cartoni già quasi pronti nei rispettivi assessorati, gli “apostoli” di Musumeci hanno votato gli ultimi adempimenti. Fra i più significativi: il completamento della procedura di ricognizione degli uffici da inviare al Cga e l’ultimo via libera al progetto Rfi della stazione interrata a Fontanarossa. Fra gli ultimi atti, anche qualche siparietto. Più volte Musumeci, con tono sfottente, ha etichettato il suo vice, candidato governatore sconfitto, come «sottosegretario Armao». E lui, con aplomb inglese: «Non sarò di certo nella prossima giunta e quindi ringrazio il presidente e tutti i colleghi». E c’è pure il tempo fra un duro scontro fra Razza (definito «plumbeo» dai colleghi) e Aricò sulla nomina di Cono Antonio Cantrini, dirigente di seconda fascia vincitore di un ricorso, al vertice della Formazione. «Ruggini post elezioni di uno scontro, tutto palermitano, dentro FdI», secondo un attento osservatore. 

Ma alla fine, con la sobrietà che lo contraddistingue, il governatore s’è concesso un discorso di commiato. Nel quale ha ringraziato tutti gli assessori (compresi quelli con cui «ci sono stati scontri»), i dirigenti regionali e lo staff della Presidenza. «Sono stati cinque anni intensi e molto belli», il bilancio intimo di Musumeci, convinto, come ha detto al suo successore, di lasciare «una Regione finalmente con le carte in regola e libera da ogni condizionamento esterno e interno». Chi c’era lo descrive «con la testa altrove, già proiettato a Roma». Eppure, nello staff, c’è chi coglie una forte commozione del presidente al momento dei saluti. Esternata, seppur con morigeratezza, anche nell’abbraccio finale riservato all’assessore Falcone. Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA