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Pnrr Sicilia: progetti “impresentabili” e alcune regole insensate, ecco tutti i perché del flop

Il preavviso ai Consorzi: opere «inammissibili». Ma Patuanelli rifiutò il dialogo con le Regioni 

Di Mario Barresi |

Perché il ministero delle Risorse agricole ha bocciato tutti i progetti della Regione nel bando sui fondi Pnrr per le opere irrigue?  Proviamo a far parlare le carte. Dall’istruttoria del Mipaaf, di cui La Sicilia ha avuto modo di leggere alcuni atti, in effetti emergono delle carenze. Alcune delle quali clamorose. E tutti i Consorzi di bonifica siciliani coinvolti, sostengono a Roma, le conoscevano da metà settembre, con 10 giorni per presentare controdeduzioni.

In alcuni casi i progetti sono stati bocciati per «mancanza di relazioni specialistiche geologica, geotecnica e idraulica», per «uso di vecchie tavole di consistenza (scansionate senza aggiornamento all’attualità delle basi cartografiche), per «insufficiente descrizione mediante elaborati grafici degli interventi». Ma c’è un esempio-limite su un progetto la cui verifica, per il ministero, è ritenuta «non conforme».

Non per un pregiudizio nordista, ma per una ragione messa nero su bianco: la validazione del progetto «risulta effettuata da un soggetto esterno che ha conseguito la necessaria certificazione Iso9001 solo in data successiva all’effettuazione della verifica medesima». In pratica: il via libera al progetto viene dato il 17 settembre 2020, ma il soggetto non poteva farlo, in quanto abilitato soltanto il 23 settembre, «a seguito di audit istruttorio» del 19. E non finisce qui.

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